Istituto Superiore per la Protezione
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Tuteliamo gli ecosistemi marini dell’Adriatico: nasce il progetto BALMAS per la gestione delle acque di zavorra delle navi

Uno dei principali fattori di impatto sull’ambiente marino Adriatico, come sulla gran parte di quello  Mediterraneo, è l’introduzione di specie nocive attraverso le acque di zavorra delle navi. Queste acque caricate per stabilizzare la nave e scaricate poi nel mare di arrivo, trasportano microrganismi, spesso estranei agli ambienti, che possono costituire un vero e proprio pericolo per l’ecosistema e per l’uomo. Le Nazioni Unite hanno riconosciuto il trasporto di organismi nocivi e patogeni, come una delle quattro pressioni maggiori per i mari e gli oceani del mondo, causando cambiamenti ambientali tali da costituire una minaccia anche per la salute umana. Nel 2004 in risposta a questo problema, gli Stati Parte dell'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) hanno adottato la Convenzione internazionale per il controllo e la gestione delle acque di zavorra delle navi e dei relativi sedimenti (Ballast Water Management Convention) con lo scopo di fornire a livello globale un approccio uniforme a riguardo. La sua attuazione ha particolare rilevanza per il mare Adriatico, al fine di preservare l’unicità della biodiversità di questa regione. Il mare Adriatico infatti, quale parte terminale di un bacino allungato, in cui sfocia la più grande concentrazione di fiumi del Mediterraneo, è straordinariamente ricco di plancton, dovuto ai nutrienti portati dai fiumi e custodisce una grandissima biodiversità. Lo sviluppo economico e sociale degli stati costieri della regione, dipende fortemente dallo stato e dalla conservazione di questo mare che è anche la via d’acqua maggiormente utilizzata dalla navigazione internazionale per il trasporto di merci da e verso l’Europa e da un’intensa navigazione locale. La sua conformazione geografica e l’alto traffico marittimo che vi si svolge, lo rendono particolarmente vulnerabile. A Pirano nella Repubblica di Slovenia, presso l’Istituto Nazionale di Biologia, si è svolto recentemente il Workshop di lancio del Progetto BALMAS (Ballast Water Management System for Adriatic Sea Protection), uno dei progetti strategici dell’IPA Adriatic, il Programma di Cooperazione transfrontaliera IPA Adriatico 2007 – 2013, che mirano al rafforzamento della capacità di sviluppo sostenibile della regione, attraverso una strategia d’azione concordata, interregionale, tra i Partner dei territori eleggibili. Il progetto appena lanciato è coordinato dall’Istituto Nazionale per l’acqua  della Repubblica di Slovenia, i paesi beneficiari sono l’Italia, la Croazia, la Bosnia-Herzegovina, l’Albania, la Slovenia e il  Montenegro e si concluderà nel 2016 . L’obiettivo generale del progetto BALMAS è quello di fornire le basi per costruire un sistema comune transfrontaliero per il controllo e la gestione delle acque di zavorra delle navi e dei relativi sedimenti, attraverso la collaborazione tra istituzioni nella regione adriatica. Una gestione a lungo termine efficace e sicura del trasporto di organismi acquatici nocivi e patogeni nell’Adriatico attraverso il trasporto marittimo, orientata alla prevenzione, minimizzazione  e massima eliminazione, consentirà di evitare i rischi per l’ambiente e per l’uomo. Durante le tre giornate di lavori a Pirano i partner responsabili delle varie macro-attività hanno presentato gli obiettivi finali. Il capofila di progetto ha illustrato le questioni principali circa la gestione transfrontaliera e il coordinamento inclusa la gestione del sistema informativo ed ha affrontato temi come la comunicazione,  la disseminazione, la capitalizzazione e la sostenibilità. Tra i diciassette partner del progetto BALMAS sono numerosi quelli  italiani, tra cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Comando Generale delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera e l’ISPRA che coordina due macro-attività. La prima è relativa allo sviluppo di un sistema di allerta focalizzato ad aumentare il controllo delle acque di zavorra, utile per le navi per prevenirne il caricamento con condizioni critiche dal punto di vista biologico, per le autorità marittime locali e per le agenzie ambientali in modo da consentire una risposta tempestiva ed efficace. Tale sistema concorre anche all'attuazione della Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino. La seconda macro-attività riguarda le criticità normative ed istituzionali per l’implementazione della Convenzione Internazionale nella regione. Tra i partner italiani associati al Progetto anche il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Marche e l’ARPA Friuli-Venezia Giulia. Un inizio di progetto che ha fornito le basi per una futura collaborazione di successo ed un’attivazione a lungo termine efficiente e sostenibile della Convenzione Internazionale.