Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale

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4 GIOVINAZZO-BARI

Si torna in Italia al cospetto del Mare Adriatico. Tappa di percorso interamente pianeggiante. I ciclisti corrono i 121 km nel tavolato carbonatico orientato in direzione WNW-ESE, degradante verso il mare, con un unico blando rilievo nel tratto iniziale. Sullo sfondo, bruschi passaggi in corrispondenza di scarpate (di natura tettonica) parallele all'attuale linea di costa: sono i cosiddetti Ripiani delle Terre di Bari, la propaggine esterna delle Murge, il sistema di altopiani carbonatici (calcari cretacici) che costituiscono la “spina dorsale” della regione. Il termine “murgia” significa pietra, ed esprime bene la suggestione del territorio.

I calcari affioranti in tutta l’area si presentano spesso stratificati, facilmente divisibili in lastre sottili (chiancarelle) usate nell’edilizia tradizionale (trulli). I calcari organogeni costituiscono un altro famoso materiale da costruzione: la pietra di Trani, che connota lo splendore di monumenti e chiese della regione. Altra diffusa litologia è quella dei sabbioni calcarei cementati, detti impropriamente “tufi”, teneri dunque facili da cavare.

La copertura del suolo è prevalentemente agricola, con frequenti coltivi di vite e ulivo.

La campagna è costellata di bellissime masserie, le case coloniche tradizionali e dai trulli, freschi e funzionali, che connotano un territorio, sintesi di natura e cultura, unico al mondo. Il famosissimo olio pugliese gareggia in popolarità con l’altrettanto famoso vino, profumato ed alcolico. Recentemente, grazie a tecniche enologiche più attente, la produzione ha raggiunto livelli di qualità eccellenti, come il pregiato rosé pugliese, il vino che porta il colore del Giro!

 

Approfondimenti:

Geoportale Servizio Geologico d’Italia

http://sgi2.isprambiente.it/geositiweb/

http://www.unesco.it/cni/index.php/siti-italiani

http://www.winegis.it/

 

In una cava inattiva a 1 km dall’aeroporto di Bari, sono state recentemente trovate circa 10.000 impronte di dinosauri, con una concentrazione di 3-4 impronte per metro quadrato. Le orme sono contenute in calcari di circa 100 milioni di anni (Cretacico) e sono organizzate in piste; i dinosauri erano sia erbivori che carnivori. Dai primi studi si suppone che le impronte appartengano, tra gli altri, a Sauropodi (grandi e con il collo allungato), Anchilosauri (quadrupedi corazzati) e Teropodi, carnivori di medie dimensioni.