Istituto Superiore per la Protezione
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Inquinamento del Mediterraneo: si rafforza la lotta alle plastiche e ai rifiuti in mare

13 Luglio

Il Centro INFO-RAC incontra il Coordinatore del Mediterranean Action Plan e i Direttori dei RAC
La salvaguardia del Mediterraneo dall’inquinamento industriale, il monitoraggio delle plastiche e dei rifiuti ed il miglioramento della qualità delle acque di balneazione del Mare Nostrum: questi sono solo alcuni degli obiettivi dell’UN Environment/MAP (Mediterranean Action Plan), di cui fa parte INFO-RAC (Regional Activity Centre for Information and Communication), ospitato da ISPRA. Il Mediterranean Action Plan è stato adottato nel 1975 da 16 paesi del Mediterraneo e della Comunità Europea, sotto l'egida dell'UN Environment.
Attualmente il MAP riunisce tutti Paesi costieri  che si occupano di tutela ambientale nel Mediterraneo e oggi, presso l’ISPRA, è stato presentato lo stato di avanzamento del sistema informativo gestito da INFO/RAC.

“L’incontro di oggi ha contribuito a rafforzare” ha sottolineato il Direttore generale dell’ISPRA Alessandro Bratti, “le attività del Centro INFO-RAC ospitato dall’Istituto, che rappresenta il ponte tra i Paesi della Comunità europea e quelli a sud del Mediterraneo e gioca quindi un ruolo importante per la cooperazione internazionale in materia di tutela dell’ambiente marino e costiero”.
Questo momento di confronto con il Coordinatore dell’UN Environment MAP Gaetano Leone e altri Direttori dei centri RAC è stata inoltre occasione per individuare linee comuni di condivisione e scambio di dati e informazioni e per discutere della strategia e del piano di comunicazione del MAP per il prossimo biennio, di cui INFO/RAC è responsabile.
“INFO/RAC gioca un ruolo fondamentale per portare a termine il mandato dell’UN Environment/MAP” , ha detto il Coordinatore Gaetano Leone, “con la responsabilità di creare un sistema informativo utile sia alle parti coinvolte per ottemperare agli obblighi che derivano dalla Convenzione di Barcellona, sia a noi del Segretariato per poter effettuare una valutazione dello stato del Mediterraneo. Questa è la grande sfida che ci aspetta nel prossimo biennio, ma per portarla a compimento, a fronte di un mandato che continua a crescere perché aumenta l’attenzione verso i mari a livello internazionale, avremmo bisogno di contare su un maggior numero di risorse”.