Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale

Cerca

Sul clima è sempre più essenziale il ruolo degli enti locali

 Convegno

Roma, 9 febbraio

Il maltempo che ha colpito l'Italia in questi ultimi giorni è solo l'ennesima conferma dell'importanza dei problemi legati al clima. Se ne è parlato oggi, nella sede della Provincia di Roma, al convegno "Il patto dei sindaci dopo Durban", organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile per discutere le novità giunte dal Sudafrica per i comuni che hanno aderito a quest'accordo, forse il più importante tra quelli "dal basso" nati dopo Kyoto come evoluzione delle Agende XXI sulla sostenibilità. All'evento è intervenuto il Direttore generale dell'ISPRA, Stefano Laporta, che pur riconoscendo come Durban non abbia portato tutti i risultati sperati ha però sottolineato che "l'assenza di un accordo sarebbe stata molto negativa, specie per le future aspettative di mitigazione del cambio climatico", passando poi a descrivere in dettaglio i compiti dell'Istituto in materia, a partire dalla gestione dell'inventario delle emissioni in atmosfera e alle funzioni di controllo, che non deve essere inteso come pura attività censoria ma soprattutto "come supporto all'attività degli altri soggetti". Laporta ha poi ricordato le fondamentali competenze degli enti locali, che possono fungere da regolatori delle emissioni, in particolare attraverso "i trasporti locali, l'agricoltura e i pieni regolatori", e ha concluso ricordando che anche le emergenze possono influire sul clima, ad esempio i problemi energetici di questi giorni hanno costretto l'Italia a riaprire le centrali ad olio e questa "non è un'operazione a costo zero, perché bisognerà conteggiare cosa comporterà in termini di emissioni". Al convegno hanno partecipato poi il ministro dell'ambiente, Corrado Clini, che ha ricordato i provvedimenti del governo sul fondo rotativo per Kyoto e a favore dei micro impianti di energia rinnovabile, e il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, che ha sottolineato come in Italia sia ancora necessaria "una alfabetizzazione sulla crisi climatica", visto che molti organi di stampa dicono "che basterebbe il freddo di questi giorni a smentirla". La realtà è ovviamente diversa, infatti negli ultimi 20 anni le emissioni di Co2 sono aumentate del 45% solo nei paesi in via di sviluppo, e di pari passo è cresciuto notevolmente il numero di eventi atmosferici estremi: la prospettiva è quella di un aumento delle temperature medie a livello mondiale che oscilla tra 3,5 e 6 gradi, con quest'ultima soglia che andrebbe "assolutamente evitata". Ronchi ha evidenziato che invece l'obiettivo, emerso anche a Durban, è di "tenere l'aumento entro i due gradi", ma per farlo bisogna iniziare subito a tagliare radicalmente le emissioni, con una "roadmap" vincolante su cui dopo il Sudafrica sembrano convergere anche USA e Cina. L'ex ministro ha infine sottolineato i vantaggi economici che poterebbe un intervento rapido sul clima: uno studio del governo tedesco dice infatti che in Europa un incremento dal 20 al 30% dell'abbattimento delle emissioni entro il 2020 porterebbe un incremento del PIL dello 0,6% a livello continentale, con un calo del 2,3% per la disoccupazione e un aumento degli investimenti del 35,9%. Vantaggi quasi analoghi a quelli che avrebbe l'Italia, ha concluso Ronchi, con un aumento della produzione dello 0,5%, un calo della disoccupazione del 2,6% e un aumento degli investimenti del 35,9%, del tutto analogo quindi a quello europeo.