Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale

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Intervista al Presidente dell’ISPRA, Bernardo De Bernardinis

Informazione e comunicazione, due punti di forza del nuovo Sistema

 

  • “Comunicare l'un l'altro, scambiarsi informazioni, è natura; tenere conto delle informazioni che ci vengono date, è cultura"; così Goethe definiva la comunicazione.  Il Sistema nazionale per la protezione dell’Ambiente si sta già da tempo adoperando per integrare i diversi strumenti di comunicazione. Primo fra tutti, la newsletter che si inaugura con questo numero. E’ possibile per il Sistema “fare cultura” comunicando?

In qualità di Presidente del Consiglio Federale, ma anche come Presidente dell’ISPRA, esprimo la mia soddisfazione nell’inaugurare la newsletter del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, fortemente voluta sia dagli addetti alla comunicazione che da noi vertici dell’ISPRA e delle Agenzie. Uno strumento, questo, che si pone come prima modalità di comunicazione ambientale concorrente ed integrata che finora non si era mai riusciti a concretizzare. Qui le attività del Sistema e le notizie di carattere ambientale trovano una delle modalità di diffusione più autorevole.

Ciò premesso, rispondo alla sua domanda: non solo è possibile, ma è - e continuerà ad essere - nostro dovere contribuire alla cultura ambientale con la comunicazione di Sistema, incrementando la consapevolezza di essere parte di una “rete” di attori e mettendo a disposizione delle istituzioni e della società civile un bagaglio di informazioni sull’ambiente da “leggere” secondo i diversi punti di vista. Soltanto così si diventa punto di riferimento della collettività che chiede informazioni ed interventi in campo ambientali e il nostro valore aggiunto sarà proprio questo. Siamo convinti che la comunicazione, l’informazione al cittadino sarà uno dei punti di forza di questo Sistema, ciò che ci farà conoscere e consolidare come punto di riferimento per le questioni ambientali. E’ il fine che ci siamo prefissi e che, sono sicuro, si ritroverà in ogni contributo ospitato nella newsletter.

 

  • Il percorso che ha condotto alla configurazione di questo Sistema non è stato facile né breve; alla vigilia, si spera, dell’approvazione da parte della Camera della Legge istitutiva del Sistema, qual è stato il momento in cui si è reso necessario un cambiamento radicale e quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nel realizzarlo?

La riorganizzazione complessiva del Sistema delle Agenzie per la protezione dell’ambiente e dell’ISPRA sono stati e restano alla base del mio mandato; l’attuale legge quadro infatti, che risale al lontano 1994, è una norma incompleta e per alcuni aspetti superata anche dall’istituzione dell’ISPRA, ma non solo: il Sistema non è mai stato organicamente, funzionalmente ed operativamente definito, ma è nato e si è sviluppato soprattutto, se non unicamente, sulla base della volontà delle sue componenti raggiungendo, alla luce di ciò, risultati impensabili e indispensabili per il Paese. All’epoca del mio insediamento, era immediatamente percepibile, se non tangibile, tutto il potenziale che risiede nelle attività di monitoraggio ambientale, di analisi e valutazioni, di ispezioni, controlli e reporting che l’intero Sistema offriva e che anche un “esterno” come me, proveniente da ruoli di responsabilità nel Servizio Nazionale di Protezione Civile, ne aveva colto l’esistenza. Qualcuno aveva la tendenza a “ballare da solo”, per cui si sono incontrate forti resistenze ad una cooperazione e ad una sinergia condivisa, volendo molti mantenere in evidenza la propria individualità rispetto al tutto. Rompere questa tendenza, questa forte connotazione individualistica, cercare di scardinarla dalle radici per raggiungere questo cambio di mentalità, oltre che di cultura, è stata sicuramente l’impresa più difficile e probabilmente non ancora completata. Tanto vale per l’ISPRA quanto per le Agenzie, per alcune delle quali è ancor oggi difficile capire la natura, i compiti ed il ruolo dell’Istituto, per parte significativa diversi da quelli dell’ANPA istituita con Legge 61/94. Parimenti, ben diverse sono le Agenzie oggi rispetto a quelle del passato. L’ISPRA “risuona”, e tale è il suo compito sostanziale, anche sulla “biodiversità” del Sistema. Un momento ben preciso, potrei rispondere che ogni volta in cui il nostro Paese versa in situazioni di emergenza ambientale, quello è sempre il momento in cui ci si rende conto della necessità di essere e fare Sistema, di offrire un mondo di competenze e conoscenze ambientali che possano essere di utilità al Paese, e sappiamo quanto, negli ultimi anni, ce ne sia stato bisogno. Per questo anche la comunicazione e l’informazione devono essere condivise, attuando quella sinergia e cooperazione tra comunicatori di tutto il Sistema che, soprattutto in fasi di emergenza, diventa essenziale per divenire riferimento per il Paese.

 

  • Potrebbe definire, in tre parole, il nuovo Sistema di Protezione Ambientale?

Sinergia, servizio pubblico, autorevolezza. Ne aggiungo una quarta: caparbietà; senza questa e senza la forte volontà di rinascita e di consapevolezza di tutti noi, questo Sistema non ci sarebbe mai stato.

 

Cristina Pacciani