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Deformazioni Appennino Centrale

Il Progetto Deformazioni Appennino Centrale, condotto in collaborazione con INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e DPC (Dipartimento della Protezione Civile – Ufficio Attività Tecnico-Scientifiche per la Previsione e Prevenzione dei Rischi-Servizio Rischio Sismico), fa parte della linea di attività “Studi Integrati Geofisici e Geodetici” che l'unità geodetica di GEO-GFI (Area per l'applicazione dei metodi geofisici - ISPRA) ha in corso da vari anni. Obiettivo di tale Progetto è lo studio di aree dell’Appennino Centrale interessate da sistemi di faglie attive ove l’accumulo di stress tettonico costituisce una potenziale condizione di rischio. Le attività condotte in questo ambito offrono un contributo alla valutazione della pericolosità sismica tramite l’analisi dei dati forniti da reti geodetiche. In particolare, da molti anni è stato avviato in collaborazione con gli altri Enti il monitoraggio del segmento dell’Italia Centrale che si estende dal Tirreno all’Adriatico. Tale attività prevede l’analisi di dati GPS al fine di seguire l’andamento del campo di deformazione tettonica nell’Appennino centro meridionale (Regioni Lazio, Abruzzo, Campania e Molise) attraverso misure, ad acquisizione periodica, eseguite sia in corrispondenza di punti appartenenti alla rete IGM95 (9) sia su stazioni monumentate negli anni da ISPRA, INGV e DPC. Inoltre, sono acquisiti dati in continuo tramite stazioni GPS permanenti installate dai tre Enti. Tali Reti sono basate su tecniche di rilievo satellitare che consentono di apprezzare spostamenti planoaltimentrici subcentimetrici, purché ovviamente venga posta la massima cura in tutte le fasi inerenti la scelta dei siti, l’acquisizione e l’elaborazione dei dati. Le potenzialità di queste Reti sono, naturalmente, strettamente dipendenti dalla strumentazione utilizzata, dalla loro architettura, dalla durata delle sessioni di misura e dal software di elaborazione dei dati.
In Appennino Centrale, ISPRA gestisce dal 2005 due stazioni permanenti (TERM nel Comune di Cagnano Amiterno e CATO nei pressi del lago di Campotosto) realizzate nell’ambito del Progetto CARG (Foglio Antrodoco); a queste si è aggiunta nel 2009, dopo l’evento sismico del 6 aprile de L’Aquila, una terza stazione (LEOF nel comune di Pescorocchiano). Tali stazioni appartengono alla Rete GPS progettata da ISPRA in collaborazione con DPC e INGV allo scopo di valutare il tasso di deformazione elastica accumulata nell’area del Gran Sasso e zone circostanti.

Durante gli ultimi eventi sismici in Italia centrale (2009 – l’Aquila; 2016 - Amatrice e Norcia; 2017 – Campotosto) ISPRA, con INGV e DPC, è intervenuta nella fase cosismica e post-sismica anche con l’installazione di stazioni di misura GPS temporanee nelle aree epicentrali. Tali stazioni sono rimaste in acquisizione per diversi mesi fino all’esaurirsi degli eventi sismici.

Evento sismico del 6 aprile 2009 a L’Aquila
Pochi giorni dopo l'evento del 6 aprile 2009 sono state installate alcune stazioni GPS temporanee ed è stata monumentata la stazione permanente LEOF in collaborazione con INGV, al fine di seguire le deformazioni post-sismiche (7).
L’utilizzo e l’analisi integrata dei dati satellitari e topografici di alta precisione acquisiti da ISPRA, INGV e DPC, unitamente ai dati ottenuti da altre Reti di misura, ha permesso di seguire l’andamento delle deformazioni legate all’evento de l'Aquila del 2009 (fasi cosismiche e post-sismiche).

Sequenza sismica dell’Italia Centrale
Anche per la sequenza sismica dell’Italia Centrale del 2016/17, i dati acquisiti dalle stazioni GPS in continuo (CATO, LEOF e TERM) e temporanee, gestite dall’unità geodetica di ISPRA, hanno contribuito, congiuntamente ai dati acquisiti dalle stazioni di altri Enti (INGV-RING, DPC, ItalPos, NetGeo, ASI, …),  alla definizione delle deformazioni cosismiche associate agli eventi principali della sequenza sismica. Tali dati hanno permesso di definire la geometria delle strutture tettoniche e lo slip associato agli eventi principali, nonché il movimento dinamico del suolo attraverso l’analisi dei dati High-Rate (2; 4; 5; 6).

I dati GPS acquisiti da ISPRA sono risultati utili non solo per la produzione di lavori sulle deformazioni tettoniche in Appennino (8) ma hanno, inoltre, contribuito alla validazione geometrico-cinematica del modello 3D del progetto RETRACE (1) e allo studio delle deformazioni crostali legate a processi idrologici in ambiente carsico (3).

Articoli correlati:

  1. RETRACE-3D: Central italy Earthquakes integrated Crustal model. (doi: 10.5281/zenodo.4604940); RETRACE-3D project: a multidisciplinary collaboration to build a crustal model for the 2016-2018 central Italy seismic sequence 
  2. Heterogeneous Behavior of the Campotosto Normal Fault (Central Italy) Imaged by InSAR GPS and Strong-Motion Data: Insights from the 18 January 2017 Events 
  3. Transient crustal deformation from karst aquifers hydrology in the Apennines (Italy) e Evidence for localized active extension in the Central Apennines (Italy) from global positioning system observations 
  4. Geodetic model of the 2016 Central Italy earthquake sequence inferred from InSAR and GPS data
  5. Coseismic displacement waveforms for the 2016 August 24 Mw 6.0 Amatrice earthquake (central Italy) carried out from High-Rate GPS data 
  6. GPS observations of coseismic deformation following the 2016, August 24, Mw 6 Amatrice earthquake (central Italy): data, analysis and preliminary fault model High-rate GPS data archive of the 2016 central Italy seismic sequence 
  7. Coseismic and post-seismic slip of the 2009 L'Aquila (central Italy) MW 6.3 earthquake and implications for seismic potential along the Campotosto fault from joint inversion of high-precision levelling, InSAR and GPS data 
  8. Evidence for localized active extension in the Central Apennines (Italy) from global positioning system observations
  9. Active crustal extension and strain accumulation from GPS data in the Molise region (central-southern Apennines, Italy 

 

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