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III

PRESENTAZIONE

Era il 2003 quando si scelse di introdurre tra i compiti istituzionali dell’allora APAT,

oggi ISPRA, il monitoraggio e la valutazione della qualità dell’ambiente urbano, con la

pubblicazione annuale di un Rapporto, giunto con la presente alla sua XI edizione.

Quella scelta si è rivelata nel tempo strategica se ad occuparsi del rapporto città-

ambiente ci sono istituzioni come le Nazioni Unite, l’ICLEI, l’Agenzia europea per

l’ambiente, e se le stesse Nazioni Unite hanno dall’anno scorso istituito la Giornata

mondiale delle città (il 31 Ottobre di ogni anno). La dimensione urbana è diventata,

oggi, centrale nell’analisi delle complesse dinamiche ambientali e nella

sperimentazione di pratiche sostenibili, rappresentando al contempo sia una grande

fonte di pressione ambientale, che la scala da cui partire per segnare il cambiamento.

Da quel lontano 2003 molta strada è stata fatta, e molto è il patrimonio di

conoscenza ambientale che è andato sviluppandosi e consolidandosi grazie al lavoro di

condivisione svolto dalla rete costituita da ISPRA e dalle Agenzie ambientali Regionali

(ARPA) e provinciali (APPA). Il percorso tracciato con l’iniziale analisi di otto realtà

metropolitane, ci permette oggi – con questa undicesima edizione del Rapporto – di

fotografare la qualità dell’ambiente in 85 tra le principali realtà urbane del nostro

Paese.

L’analisi dell’ambiente alla scala urbana rappresenta una doppia sfida: sia sul piano

tecnico-metodologico (uniformità dei modelli/metodi di stima, validità statistica del

dato, etc.) che sul piano organizzativo e di coordinamento dei soggetti a vario titolo

competenti. ISPRA ha raccolto questa duplice sfida, forte del grande patrimonio di

conoscenza tecnica consolidatasi negli anni e alla mole di dati in possesso delle ARPA

e delle APPA, i soggetti più vicini ai territori, e quindi più sensibili alla realtà locale.

Dal 2012 il Consiglio Federale del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente

(SNPA), da me presieduto, ha attribuito al Rapporto il logo rappresentativo del SNPA

che contraddistingue proprio quei prodotti editoriali frutto di attività congiunte

ISPRA/ARPA/APPA.

Il Rapporto è il frutto di sinergie non solo ISPRA/ARPA/APPA, ma anche tra ISPRA e

gli altri soggetti che a livello nazionale producono dati ambientali, come ISTAT, ACI,

Corpo Forestale dello Stato, nonché Regioni, Province e Comuni. Questo, a mio

avviso, è il grande valore aggiunto di questo prodotto e ciò in ossequio alla profonda

convinzione sull’indispensabile collaborazione e sinergia tra Enti ed Istituzioni: con

ANCI è stato siglato un protocollo d’intesa sulle attività relative alle aree urbane già

nel 2009 e con ISTAT abbiamo negli anni avviato un proficuo lavoro di confronto e

arricchimento reciproco, attraverso Gruppi di lavoro interistituzionali come quello sul

consumo di suolo e sul verde pubblico. Questi sono alcuni dei temi tipicamente

“urbani” trattati nel Rapporto, che vuole rappresentare uno strumento di lavoro per i

decisori.

Particolarmente caro è il tema del consumo di suolo, perché fortemente

interconnesso con le principali criticità ambientali delle città italiane (e non solo):

dissesto idrogeologico, rischio di erosione e perdita di biodiversità, ma anche

alterazione dei cicli bio-geochimici e della relazione suolo-atmosfera. È fondamentale

per un Paese come il nostro approvare quanto prima il disegno di legge sul consumo