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ELEMENTI
DESCRITTIVI DEL CICLO E ASPETTI DI CUI TENERE CONTO NELL'ANALISI AMBIENTALE
INIZIALE DI UN IMPIANTO DI PISCICOLTURA IN GABBIE IN MARE APERTO O SOTTO COSTA
Il
processo è relativamente semplice in quanto si parte dall’immissione di
avannotti o pesci in stadi giovanili, acquistati da ditte specializzate o
prodotti presso la stessa azienda e termina con la spedizione del prodotto da
consumo.
Un moderno allevamento intensivo di
pesce in gabbie di rete dista, in generale, da mezzo miglio a 6 miglia marine
dalla costa. La distanza dalla terra ferma e le correnti marine garantiscono
quasi sempre la qualità dell’acqua evitando anche l’instabilità termica
dell’acqua troppo vicina alla costa. Esistono tuttavia casi di allevamenti
situati sotto costa, a poche decine di metri dalla riva: in questi casi è
possibile che la limitata circolazione delle acque sia concausa di fenomeni di
accumulo eccessivo di sostanze organiche sul fondo, fenomeni di eutrofizzazione
dovuti all’arricchimento locale in nutrienti, problemi di anossia conseguenti
a casi di eutrofizzazione o semplicemente all’eccessivo accumulo di sostanza
organica sui fondali. In questi casi è anche possibile riscontrare una
relativamente elevata frequenza di eventi patologici o semplicemente di
parassitosi.
Gli avannotti, prevalentemente di spigola e di orata, ma anche di altre specie
(dentice, ombrina, ricciola, tonno) del peso di 8 - 20 grammi (di taglia
maggiore se si tratta di pelagici), sono immessi in gabbie collocate inizialmente
nell’area portuale, oppure trasportati al sito di allevamento con speciali
attrezzature. Particolare cura deve essere rivolta in questa fase a possibili
stress quali ad esempio fenomeni di anossia, sbalzi di temperatura o di salinità,
stress da manipolazione evitabili con l’adozione di particolari accorgimenti,
caso per caso. Le reti delle gabbie, inizialmente a maglia piccola, verranno
sostituite con altre a maggiore luce, quando il pesce avrà acquisito taglie
superiori. Le reti vengono pulite a terra per semplice essiccazione al sole,
oppure a bordo delle strutture, con speciali macchine. La frequenza con la quale
è necessario prevedere la pulizia delle reti, è funzione della qualità delle
acque e della trofia locale.
L’alimentazione nelle gabbie, mediante mangime estruso opportunamente
formulato a base di farina di pesce e farine vegetali, può essere distribuita
in modo manuale da esperti operatori oppure attraverso distributori automatici
programmabili. Alcune aziende si stanno attrezzando con strumenti in grado di
effettuare un monitoraggio a feed-back
del mangime disperso, quindi con una gestione automatica programmata della
strategia alimentare, sondando nelle varie ore della giornata l’appetito del
pesce e controllando la distribuzione di frazioni adeguate della razione
giornaliera. Le fasi di preingrasso e ingrasso consentono di ottenere
nell’arco di poco più di un anno, se la temperatura è idonea, un pesce di
taglia commerciale (350 grammi), almeno nel caso di spigola e orata.
Una sintesi delle operazioni richieste in questo tipo di impianto comprende
trasporto e distribuzione del pesce di nuovo reclutamento, selezione delle
taglie, distribuzione del mangime, controllo dell’integrità delle reti e
degli ormeggi, ricambio delle reti e pulizia, riposizionamento verticale delle
gabbie (solo negli impianti sommergibili), monitoraggio sul pesce (condizioni
zootecniche e stato di salute) eventuale terapia antibiotica, vaccinazioni e
richiami vaccinali, cattura del pesce di taglia commerciale. In alcuni casi può
essere presa la decisione di riposizionare le gabbie in siti vicini, applicando
una sorta di “maggese”.
Le apparecchiature e le attrezzature necessarie comprendono imbarcazioni
speciali per lavorazioni alle gabbie in mare, lance per trasporto mangime e
personale, mangiatoie generalmente alimentate a pannelli solari, controllo della
razione e della strategia alimentare (distributori di mangime, controlli feed-back, sistemi computerizzati). Alcune aziende dispongono di
sonde per il monitoraggio di alcuni parametri di qualità dell’acqua come
ossigeno e temperatura, in altri casi tali parametri vengono registrati
manualmente dal personale di turno che li rilevano con strumenti portatili, non
mancano tuttavia aziende dove tali parametri continuano ad essere trascurati.
Le aziende che non dispongono di un controllo automatico a feed-back
sull’utilizzo del mangime, registrano su appositi libri, oltre ai dati
anagrafici sulle popolazioni in allevamento (numero di individui e taglia media
al reclutamento, morti e taglia, spostamenti di gabbia, pesci catturati), anche
i dati zootecnici quali la quantità di mangime distribuito giornalmente,
l’incremento mensile delle taglie medie, calcolo dei fattori di conversione, comparsa di parassitosi o di patologie di qualsiasi
genere, perdita di capi e cattura finale (numero di capi e taglia media). Il
confronto di questi dati tra i vari cicli produttivi consente di migliorare le
condizioni dell’allevamento con una progressione continua. Esistono tuttavia
aziende che trascurano la raccolta e la registrazione di tali dati. Alcuni
allevamenti in gabbia sono presidiati da personale in turno, altri ricevono la
visita giornaliera, salvo nei giorni di mareggiata molto forte, per le
operazioni di routine (controllo delle strutture, distribuzione del mangime).
L’allevamento in gabbia non può prescindere in ogni caso da appoggi logistici
a terra, con locali per il confezionamento, uffici, magazzini, riparazioni di
attrezzature, raccolta e pretrattamento dei rifiuti (pesci morti, sacchi di
mangime vuoti, ecc.).
Alcuni allevamenti in gabbie a mare possono disporre di speciali strutture a
terra per una fase di pre-ingrasso degli avannotti, prima dell’immissione
nelle gabbie. Tale fase di pre-ingrasso a terra può rendersi utile per
permettere agli avannotti di raggiungere una taglia compatibile con la luce di
maglia delle reti o per una sorta di quarantena e/o preselezione delle taglie.
La frammentazione delle attività aziendali, fra le varie sedi (confezionamento,
allevamento, trasposti, ecc.) rende difficoltosa la fase di inquadramento
territoriale delle attività stesse, risulta tuttavia interessante, alla luce
del nuovo Regolamento EMAS, l’applicazione di EMAS ad un’entità non
assimilabile ad un sito, ma configurabile, nel suo complesso, ad una
organizzazione.
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