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SCENARIO AMBIENTALE IN UN IMPIANTO DI PISCICOLTURA IN VASCHE A TERRA ALIMENTATO CON ACQUA MARINA O SALMASTRA
Un impianto di acquacoltura posizionato a terra, alimentato con acque salmastre o marine, prelevate dal mare, da pozzi, stagni costieri, lagune, canali delle acque di raffreddamento di impianti industriali (in genere
termicamente incrementati), od altra sorgente riconducibile alle precedenti, con scarico delle acque usate in mare, in stagni o lagune costiere, o comunque in aree di transizione, trasferisce al corpo idrico ricevente in tutto od in parte i contenuti e le caratteristiche delle acque prelevate, oltre ai residui della lavorazione aziendale non trattenuti dai
sistemi di decantazione, filtrazione o depurazione.
Nel caso di scarico o rilascio in bacino
chiuso (cave, laghi, stagni, ecc.), l'accumulo idrico ed in particolare a
livello bentonico, dovrà essere attentamente valutato con un modello
previsionale, sulla base del tempo di permanenza (o di ricambio) dell'acqua,
della dinamica di scambio dell'acqua con i sedimenti, della presenza stagionale di
termoclino, del budget di ossigeno nelle acque ipolimniche. Dovrà essere
attentamente valutata la possibilità di aumento della trofia e di tutte le
possibili conseguenze di tale fenomeno, comprese le interazioni con l'equilibrio
esistente tra le popolazioni e tra le comunità.
In questi allevamenti, a differenza di impianti in mare aperto, tutte le attività aziendali sono svolte in un’area circoscritta dove insistono oltre alle vasche, uffici, magazzino, confezionamento e in taluni casi reparti destinati alla produzione degli
avannotti. La descrizione idrogeologica geologico-strutturale e la sismicità del territorio
devono, in questa tipologia di impianto come nell’allevamento a terra in acqua dolce, essere sufficientemente dettagliati.
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