Istituto Superiore per la Protezione
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Mobilità sostenibile

Uno shift modale verso forme di mobilità sostenibile (in particolare la mobilità dolce o attiva) nelle aree urbane caratterizzate da una scarsa qualità dell’aria può produrre effetti positivi che riguardano sia l’ambiente, poiché la mobilità dolce non produce emissioni, sia la salute umana come conseguenza dell’attività fisica effettuata per spostarsi a piedi o in bicicletta. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 2016) incentiva i cittadini alla mobilità attiva e sottolinea l’importanza della pianificazione urbanistica e delle politiche dei trasporti per migliorare l’accessibilità e la sicurezza degli spostamenti a piedi e in bicicletta.

Tuttavia, non sono trascurabili gli effetti negativi sulla salute umana legati ad una maggiore esposizione da chi va a piedi o in bicicletta all’inquinamento atmosferico, acustico e agli incidenti stradali. Per tale motivo, uno shift modale verso la mobilità attiva richiede alcune condizioni quali la presenza di infrastrutture dedicate esclusivamente alla ciclabilità e pedonalità, curate e mantenute, ben ramificate nel tessuto urbano e collegate con i più importanti punti di snodo multimodale (fermate del TPL, stazioni ferroviarie e metropolitane, parcheggi e velostazioni, ecc.) limitando la commistione con le arterie dedicate all’auto trasporto.