Variazione livello marino
L'altezza del livello del mare non è costante nel tempo, ma varia su scala globale in funzione dell'aumentare o del diminuire del volume di acqua disponibile negli oceani: questa variabilità dipende essenzialmente dalle oscillazioni climatiche indotte dalle periodiche variazioni dei parametri orbitali del pianeta. A una diminuzione della temperatura media sulla Terra corrisponde una contrazione del volume delle acque oceaniche e un aumento di quello dei ghiacci "perenni" (le cosiddette fasi glaciali); nei periodi con temperature medie più alte (le fasi interglaciali) parte della calotta glaciale fonde originando un conseguente aumento dei volumi d'acqua disponibili.
Siamo a conoscenza delle variazioni del clima e del livello del
mare in epoche geologiche grazie alle tracce rinvenute ad esempio
sulle conchiglie. Le oscillazioni climatiche avvenute nel corso del
Quaternario (ultimi 2 milioni di anni circa della storia della
Terra) sono "registrate" con buona risoluzione nel guscio dei
foraminiferi planctonici accumulati nei fondali oceanici
(informazioni dedotte dall'andamento dei rapporti isotopici
dell'ossigeno che compone il guscio), ben correlabili, almeno per
gli ultimi 400.000 anni, con i cicli astronomici proposti da
Milankovich già agli inizi del novecento. Sedimenti di
spiaggia, solchi di battigia e incrostazioni su speleotemi in
grotte sommerse hanno permesso di ricostruire con una certa
accuratezza la curva di oscillazione del livello marino a partire
dall'ultimo interglaciale (stadio 5e, corrispondente a circa
125.000 anni fa).
A quel tempo, il livello medio del mare era a circa +7 metri
rispetto all'attuale. Poi è sceso rapidamente durante le
successive fasi fredde, fino a portarsi a -120 metri durante
l'ultimo picco freddo, intorno a 20.000 anni fa. Il riscaldamento
climatico iniziato circa 15.000 anni fa ha determinato una veloce
risalita del mare, particolarmente brusca all'inizio dell'Olocene
(10.000 anni da oggi), fino a portarsi a livelli prossimi agli
attuali intorno a 6.500 anni fa. A tale risalita è tra
l'altro da attribuirsi lo sviluppo del mito del diluvio,
così diffuso tra i popoli agli albori della civiltà
(per esempio, Bibbia e saga di Gilgamesh). Dall'epoca greco-romana
a oggi, la risalita residua (80 - 100 cm) è proseguita con
tassi sempre più decrescenti, fino alla sostanziale stasi
odierna.
Senza entrare qui nell'acceso dibattito sull'attendibilità
scientifica delle previsioni a breve-medio termine inerenti
l'evoluzione climatica a scala globale, va sottolineato che in tale
evoluzione l'influenza antropica interagisce con potenti fattori
naturali, come evidenziato dalle oscillazioni climatiche sopra
citate. Le previsioni sulla risalita del livello del mare nel corso
dei prossimi decenni sono condizionate dalle obiettive
difficoltà di interpretare adeguatamente un sistema
così complesso.
Le più recenti previsioni dell'IPCC (Intergovernmental Panel
on Climatic Change) ipotizzano una risalita nel corso del secolo
che potrebbe anche essere di alcune decine di centimetri con
effetti molto significativi a scala locale. A solo titolo di
esempio, si ricorda che la risalita del livello marino avvenuta nel
corso dell'epoca romana non ha comunque impedito a molti porti
dell'età imperiale, costruiti in corrispondenza di pianure
costiere, di trovarsi lontani diversi chilometri dalla linea di
riva già in epoca medioevale, a causa del progredire verso
mare dei sedimenti alluvionali accumulati dall'attività dei
principali corsi d'acqua. Fenomeni di subsidenza in alcune pianure
costiere hanno determinato, negli ultimi decenni, tassi di
abbassamento del terreno sensibilmente superiori a quelli
attualmente proposti per la risalita del mare. Studi recenti
addirittura non trovano conferma sperimentale della prosecuzione
dell'innalzamento del livello marino e ipotizzano condizioni di
sostanziale stasi del fenomeno o, in prospettiva, una possibile
inversione del trend evolutivo, senza poter escludere naturalmente
che la risalita possa riprendere, sia per cause naturali che
eventualmente indotte dall'effetto serra.
Nelle aree costiere caratterizzate dalla presenza di apparati
vulcanici in attività (ad esempio Pozzuoli ed i Campi
Flegrei), fenomeni di innalzamento e/o di abbassamento del livello
marino, denominati “bradisismi”, possono verificarsi in
conseguenza di variazioni di pressione all’interno della
camera magmatica.