PRUE 01 2024

IA, ENERGIA PULITA DALLE ACQUE REFLUE Immaginiamo che esista un dispositivo in grado di purificare le acque reflue e produrre una fonte di energia pulita e che questo dispositivo possa operare su scale dimensionali microscopiche e che per migliorarne il funzionamento si possa utilizzare un sistema di Intelligenza Artificiale che ne ottimizzi le performance. È quello che stanno facendo in Spagna i ricercatori dell’Institute of Chemical Research della Catalogna (ICIQ) che hanno progettato micromotori capaci di muoversi da soli purificando dall’urea le acque reflue, con un processo che crea un combustibile verde. I micromotori sono oggetti molto piccoli misurati in micron e capaci di muoversi da soli grazie a particolari reazioni chimiche e si sono dimostrati strumenti molto promettenti per condurre bonifiche ambientali grazie alla loro capacità di muoversi autonomamente e svolgere compiti specifici al livello di microscala. Il micromotore studiato in Spagna è strutturato come un tubicino fatto di silicio e biossido di manganese in cui delle reazioni chimiche causano l’emissione di bolle da un’estremità che agiscono come un minuscolo motore a reazione che mette in movimento il tubo. Fonte: Corriere tecnologia ALLUVIONI, L’ITALIA SPENDE PIÙ IN EMERGENZE Nel nuovo rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni di Legambiente, l’associazione ambientalista documenta negli ultimi 14 anni ben 684 allagamenti da piogge intense, 166 esondazioni fluviali e 86 frane sempre dovute a piogge intense, che rappresentano il 49,1% degli eventi totali registrati. Le regioni più colpite per allagamenti da piogge intense sono state: la Sicilia, seguita da Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna, Campania e Puglia, Toscana. Per le esondazioni fluviali al primo posto la Lombardia, seguita dall’Emilia-Romagna e dalla Sicilia. Le frane da piogge intense, invece, hanno provocato danni in particolare in Lombardia, Liguria, Calabria e Sicilia. In Italia si sono spesi in media oltre 1,25 miliardi/ anno per la gestione delle emergenze, mentre dal 1999 al 2022, per la prevenzione del rischio, sono stati ultimati 7.993 lavori per un importo medio di 0,186 miliardi/anno, ovvero, si investe in prevenzione circa un settimo di quanto si spende per le emergenze. Secondo Legambiente è necessario rivedere le politiche territoriali tenendo conto di quattro priorità:1) approvare in via definitiva il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e individuare le linee di finanziamento stanziando adeguate risorse economiche; 2) approvare la legge sullo stop al consumo di suolo che il Paese aspetta da 11 anni. Occorre, poi, far rispettare il divieto di edificazione nelle aree a rischio idrogeologico e i vincoli già̀ presenti, riaprire i fossi e i fiumi tombati nel passato, recuperare la permeabilità del suolo attraverso la diffusione di Sistemi di drenaggio sostenibile (Suds) che sostituiscano l’asfalto e il cemento; 3) superare la logica dell’emergenza e degli interventi invasivi e non risolutivi; 4) costituire una regia unica, da parte delle Autorità di bacino distrettuale, attualmente marginalizzate. Fonte: Greenreport CLEARBOT PER LA SALVAGUARDIA DELLE ACQUE La conservazione dell’ambiente marino è diventata una priorità imprescindibile, vista l’escalation di problemi quali l’inquinamento da plastica, le fuoriuscite di petrolio e la proliferazione di specie invasive. In questo contesto si inserisce un progetto innovativo che segna un passo significativo verso la pulizia e il mantenimento delle acque: il Clearbot, una barca da lavoro alimentata a batteria, progettata per operare efficacemente nelle zone costiere e nelle acque interne congestionate. Si distingue per la sua versatilità e potenziale impatto ambientale. Le sue applicazioni spaziano dalla raccolta dei rifiuti galleggianti e il recupero di schiuma, alla risposta rapida in caso di fuoriuscite di petrolio. . Inoltre, Clearbot dimostra di essere uno strumento prezioso anche per combattere le infestazioni di giacinti d’acqua, eseguire indagini batimetriche e persino effettuare consegne di merci in aree difficilmente accessibili. L’elemento chiave che distingue Clearbot è l’uso dell’intelligenza artificiale per la navigazione autonoma e l’analisi post-elaborazione dei rifiuti raccolti. Questa tecnologia permette a Clearbot di identificare e classificare i rifiuti in modo efficiente, massimizzando l’impatto delle operazioni di pulizia. La combinazione di lidar e sensori garantisce inoltre una navigazione sicura e precisa, fondamentale per operare in acque congestionate o vicino a ostacoli. Fonte: Pesceinrete DISSALAZIONE, INNOVAZIONE MADE IN ITALY Un impianto di dissalazione con recupero energetico integrato, caratterizzato da costi contenuti e facilità di produzione. Questo l’obiettivo raggiunto da una nuova ricerca italiane del campo della desalinizzazione. La dissalazione è una delle tante soluzioni su cui gli scienziati stanno lavorando per fare fronte alla crescente richiesta globale di acqua, un bene prezioso e indispensabile alla vita che scarseggia sempre di più. L’acqua dolce rappresenta infatti circa il 2,5% del totale, la maggior parte inglobata in ghiacciai, calotte polari e acque sotterranee, di cui solo lo 0,008% è accessibile. Uno degli ultimi passi avanti in questa direzione è quello fatto da ENEA e SEKO, azienda italiana leader mondiale nel trattamento delle acque. Si tratta di un innovativo sistema di pompaggio ad alta pressione per impianti di dissalazione dell’acqua a osmosi inversa con recupero energetico integrato. Tra le tecnologie più diffuse c’è l’osmosi inversa, con cui si producono oltre 65 milioni di metri cubi di acqua potabile al giorno, pari a circa il 70% del volume di acqua desalinizzata complessiva. Fonte: Rinnovabili RIMUOVERE LE MICROPLASTICHE Le micro e nano plastiche sono uno dei principali problemi ambientali contemporanei. Tecniche come la centrifuga o la filtrazione non riescono a rimuovere le microplastiche dall’acqua in quantità sufficiente. Ci si potrebbe riuscire, però, utilizzando dei solventi ecologici innovativi sviluppati dai ricercatori del Martin-Gatton College of Agriculture, Food and Environment dell’Università del Kentucky, hanno utilizzato solventi eutettici naturali profondi (NADES) per catturare e rimuovere queste minuscole particelle di plastica dall’acqua. Questi solventi, derivati da fonti naturali come piante e noci di cocco, hanno agito come “magneti”, attraendo e trattenendo specificamente le particelle di plastica. Il tempo è stato anche relativamente breve. Le velocità di estrazione rientrano infatti tra i 12 e i 78 minuti. La metodologia offre un nuovo e efficace modo di pulire le acque dagli inquinanti plastici, presentando anche opportunità di riciclo. Sebbene la ricerca sia in fase di sviluppo, il team è ottimista riguardo alla scalabilità e all’applicazione in varie condizioni ambientali. Il prossimo passo sarà testare i solventi su scala più ampia e valutarne l’efficacia in diverse condizioni. Fonte: Rinnovabili OCEAN LITERACY Con questo termine internazionale promosso dalle Nazioni Unite specificamente per il decennio 2021-2030, l’Oceandecade focalizzato su programmi e azioni mirate a migliorare la gestione dell’oceano e delle sue tante risorse, si ribadisce l’importanza di aumentare la conoscenza sull’importanza che il mare ha per la nostra vita, di comprenderne appieno l’influenza che esercita su nostro benessere e di essere capaci di fare scelte informate e responsabili nel nostro rapporto con mari e oceani. Tutti devono sentirsi coinvolti nell’interscambio che ogni giorno si svolge tra l’uomo e l’oceano e, proprio per aumentare la nostra generale capacità di comprensione dello stato dell’oceano, l’UNESCO ha creato un portale dedicato all’Ocean Literacy a livello globale. La promozione di una maggiore conoscenza del rapporto multiforme che abbiamo con il pianeta blu, che ci fornisce l’ossigeno indispensabile alla nostra vita, cibo e molte altre risorse di fondamentale importanza economica e sociale, accresce la nostra responsabilità nei suoi confronti. Fonte: Revolve media

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