PRUE 01 2024

per la realizzazione di sottoprodotti sostenibili attraverso una tecnologia di miscelazione ottimizzata. I risultati attesi rappresenteranno un contributo concreto al miglioramento della politica ambientale dell’UE per la gestione dei rifiuti, l’economia circolare blu e l’acquacoltura. Il progetto prevede di ridurre il consumo di risorse e la produzione di rifiuti in linea con la Direttiva Quadro sui Rifiuti Fonte: Poliba COASTWAVE Un forte impulso all’implementazione del programma Tsunami Ready è stato dato dalle attività del progetto CoastWave, finanziato dalla Commissione Europea (DG ECHO) e dalla stessa IOC-UNESCO. L’iniziativa ha svolto molte esercitazioni con le popolazioni di alcuni comuni costieri dei paesi del partenariato: Cipro, Egitto, Grecia, Malta, Spagna e Turchia. Le attività progettuali sono iniziate a settembre 2021 e terminano nel mese di marzo 2024. E’ già stato, però, assegnato un nuovo finanziamento alla prosecuzione, dal prossimo luglio, di questo progetto che, basandosi sulle più innovative tecnologie per il rilevamento e la valutazione del rischio di maremoti, coinvolge direttamente, in esercitazioni di evacuazione dalla costa, sette comunità del bacino del Mediterraneo e dell’Atlantico nordorientale candidate ad essere riconosciute, a breve, come pronte a gestire il rischio di possibili improvvisi innalzamenti del livello del mare, a seguito di eventi sismici. Le località che stanno attuando le misure contenute nelle raccomandazioni delle linee-guida IOC- UNESCO sono Samos (Grecia), Chipiona (Spagna), Larnaca (Cipro), Alessandria (Egitto), Marsaxlokk (Malta), Istanbul (Turchia), El Jadida (Marocco). Con il finanziamento del progetto CoastWave è stato realizzato anche un video che illustra e spiega, in maniera efficace, l’esigenza di prepararsi adeguatamente ad affrontare il rischio di maremoti nel mar Mediterraneo. Fonte: Niof BIO-ECONOMIA MARINA Sfruttare le tante risorse che il mare ci fornisce è possibile, se si impiegano le possibilità offerte dalla ricerca e dall’innovazione tecnologica per un’economia blu più sostenibile dal punto di vista ambientale. L’iniziativa europea Bluebioeconomy, ha lanciato progetti sostenuti congiuntamente da molte agenzie di ricerca europee (per noi il Ministero dell’Università e della Ricerca). I progetti finanziati avevano lo scopo specifico di far progredire la bioeconomia blu verso una maggiore sostenibilità ambientale, così come stabilito nell’Agenda strategica di ricerca e innovazione promossa dall’iniziativa di programmazione congiunta JPI-Oceans. A Bruxelles, il prossimo 19 marzo, verranno presentati i risultati delle attività svolte dai progetti che sono stati finanziati nei vari settori della bio-economia blu: neutraceutica, acquacoltura, pesca, energia rinnovabile, cosmetica, farmaceutica, produzione di alimenti. Fonte: Jpi-oceans MEPHISTO I l 26 gennaio è stato dato il via al progetto “MEFISTO - Hydrothermal versus microbial MEthane release From very shallow coastal systems: can differently sourced emISsions directly escape intO the atmosphere?”. Il progetto, coordinato dall’Istituto di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) e finanziato dal Fondo per il Programma Nazionale di Ricerca e Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) dell’Unione europea, è parte della Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR - Next Generation EU. MEFISTO si propone di definire il reale contributo degli ambienti marino- costieri al bilancio atmosferico del metano (CH4). In collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il progetto cercherà di colmare il divario nelle stime dei flussi di metano negli ambienti marino-costieri per due anni. L’obiettivo è comprendere i meccanismi di rilascio del CH4 in atmosfera, sia attraverso i processi biogenici nelle acque superficiali sia attraverso sistemi idrotermali sottomarini. Utilizzando approcci fisico-chimici, molecolari e idroacustici passivi, le ricerche si concentreranno sulla zona di emissione di gas biogenico nel Mare Adriatico Settentrionale e sul sistema idrotermale al largo dell’isola di Panarea nel Mar Tirreno Meridionale. MEFISTO rappresenta un importante passo avanti nella comprensione e nella gestione dei gas serra nelle aree marine costiere, contribuendo così alla formulazione di strategie di mitigazione del cambiamento climatico. Fonte: Research Italy PNEUMATICI MENO RUMOROSI RIDUCONO LE MICROPLASTICHE Secondo una ricerca, l’usura degli pneumatici delle automobili è responsabile del 78% dell’inquinamento da microplastica negli oceani. A causa dell’attrito stradale e dell’esposizione alle condizioni ambientali, infatti, il materiale che costituisce il pneumatico si degrada in piccole particelle, successivamente trasportate nell’ambiente dall’aria o dalla pioggia. Uno degli obiettivi del progetto LEON-T, finanziato dall’UE, è quello di comprendere in modo migliore le microplastiche rilasciate dagli pneumatici. L’usura degli pneumatici è considerata una delle maggiori fonti di emissioni di microplastiche, motivo per cui si sta lavorando per effettuare stime del trasporto e della trasformazione delle particelle che vengono rilasciate nell’ambiente in questo modo. A tal fine, il consorzio di LEON-T sta studiando le differenze e i fattori che influenzano il tasso di abrasione degli pneumatici e le emissioni di particelle. LEON-T sta progettando e testando pneumatici senza aria per veicoli commerciali pesanti, che secondo le previsioni dovrebbero ridurre l’usura della gomma. L’obiettivo principale del progetto, tuttavia, è quello di studiare le emissioni di particolato e di rumore generate dall’interazione tra lo pneumatico e il manto stradale, anch’esso raggiungibile secondo le previsioni grazie alla nuova tecnologia per pneumatici realizzata da LEON-T. Fonte: Cordis EUROMED-TREASURE I l progettoTR ASURE Testing novel environmental quality measures in and around Euro-MED ports” , finanziato da Interreg euro med, coinvolge la sezione di Livorno dell’ISPRA, oltre al porto di Bari, un’agenzia di sviluppo legata al porto di Valencia, il porto greco del Pireo, l’autorità portuale di Durazzo e un ente del trasporto marittimo di Malta. L’obiettivo generale del progetto è quello di migliorare la qualità ambientale nei porti e attorno i porti del Mediterraneo, attraverso le azioni di mitigazione e riduzione dell’inquinamento delle acque e sedimenti. Si tratta di un progetto di capitalizzazione di esperienze ottenute da altri progetti e test in più aree, sia per quanto riguarda l’applicazione di metodi di valutazione e monitoraggio, sia lo sviluppo di tecniche di trattamento. Proprio a Livorno si terrà l’evento di lancio del progetto nei giorni 3 e il 4 aprile. Fonte: Resolvo NAUTILOS La conoscenza approfondita sullo stato del mare, attraverso il monitoraggio delle sue variabili fisiche, chimiche ed ecologiche, è essenziale per la protezione degli habitat da cui dipendono il nostro benessere e la qualità della nostra vita. Il progetto NAUTILOS, finanziato dal programma H2020, ha svolto attività di osservazione e modellazione marine, con lo scopo di integrare e ampliare gli strumenti e servizi attualmente a disposizione in Europa. Coordinato dal CNR di Pisa, il progetto ha sviluppato 14 nuove tecnologie per il monitoraggio di una moltitudine di parametri, tra cui l’ossigeno disciolto, il suono, il fitoplancton, l’acidificazione degli oceani, i silicati e le nano e microplastiche. Gli strumenti e i dati prodotti da NAUTILOS sono open-source e integrati nei principali centri tematici e reti di osservazione dell’ambiente marino che supporta l’accesso ai dati marini dentro e fuori lo spazio europeo. Benché i risultati del progetto siano utili principalmente a enti di ricerca e aziende, sono state svolte anche molte attività di coinvolgimento dei decisori politici e dei cittadini, tramite iniziative di Citizen science e partecipazione ad eventi. Fonte: Cordis RIUTILIZZO DI CONCHIGLIE E FANGHI Il progetto GREENLIFE4SEAS si propone di trovare soluzioni sostenibili a due problemi ambientali: il destino di 200 milioni di m3 di sedimenti, spesso contaminati, dragati ogni anno nell’UE e lo smaltimento di 490.000 tonnellate l’anno di conchiglie, uno dei rifiuti più impattanti dell’acquacoltura europea. GREENLIFE4SEAS mira a dimostrare la fattibilità tecnica, la piena sicurezza e la redditività commerciale di soluzioni innovative per il recupero e il riutilizzo in situ dei sedimenti portuali dragati e delle conchiglie, che vengono utilizzati come materie prime secondarie

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