Indagine tecnico-conoscitiva sul fenomeno della moria delle api all’interno delle aree naturali protette
29 settembre
Si è di recente conclusa l’indagine promossa nel 2009
dal MATTM ed elaborata dall’ISPRA in collaborazione con
l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e
Toscana (IZS/LT), l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
delle Venezie (IZS/VE), il Dipartimento di Scienze e Tecnologie
Agroambientali (DiSTA) dell’Università di Bologna e il
Dipartimento di Scienze Fisiologiche dell’Università
di Pisa. Lo studio ha inteso monitorare, nell’ambito di
cinque aree naturali protette, il possibile impatto sulle api
(morie, spopolamenti, presenza di residui nei prodotti
dell’alveare, ecc.) degli inquinanti rilasciati
nell’ambiente dalle attività antropiche.
L’indagine, pur essendo collegata alla Rete di monitoraggio
“Apenet” (MiPAAF), se ne differenzia per essersi
concentrata su aree naturali protette e per alcune
peculiarità sia del protocollo di rilievi e prelievi sia
della struttura di confronto tra zone presumibilmente esposte e non
esposte.
Le aree naturali protette selezionate (PN Dolomiti Bellunesi, PR
Gessi bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa, PR Migliarino
San Rossore Massaciuccoli, RNS Litorale Romano e PR Monti
Simbruini) rappresentano le regioni biogeografiche alpina,
continentale e mediterranea e sono caratterizzate dalla vicinanza o
meno di insediamenti industriali e civili (zone periurbane).
Lo studio ha realizzato valutazioni sanitarie, conta e prelievi di
api morte, analisi chimiche (api e miele) e epidemiologiche,
accertamenti sulle patologie e rilievi sull’uso del suolo,
sulla vegetazione e sulle colture agrarie.
Sono stati rilevati fenomeni di mortalità ascrivibili a
diverse cause (sanitarie, gestionali, stress trofico) e solo in
parte a problemi di contaminazione antropogenica. I risultati vanno
comunque letti ed interpretati alla luce delle specifiche
condizioni presenti nelle aree selezionate.