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Cina e Stati Uniti annunciano la ratifica dell'accordo di Parigi per contrastare i cambiamenti climatici

All'apertura del summit del Gruppo dei 20 Paesi più industrializzati (G20) e dei Paesi emergenti, che si è svolto il 3 e 4 settembre a Hangzhou, nella Cina orientale, il Presidente USA, Barack Obama, e il Presidente cinese, Xi Jinping, hanno comunicato di aver inviato al Segretariato della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici i piani di riduzione delle emissioni di gas-serra dei rispettivi Paesi, in questo modo è stato ufficialmente ratificato il Paris Agreement, l’accordo sul clima approvato lo scorso dicembre nella capitale francese, al termine della conferenza ONU sui cambiamenti climatici.

Il Paris Agreement impegna i Paesi firmatari a contenere l’aumento della temperatura media globale “ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali e di proseguire gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 °C”.

Mentre il piano cinese è stato ufficialmente “rivisto e approvato” dal Congresso del Popolo, quello Usa è un atto denominato "executive agreement" e, secondo la Casa Bianca, non richiede l’approvazione del Senato per una sua ratifica.

La tanto attesa decisione di Usa e Cina è un importante passo in avanti per l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, che - secondo le norme della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici - avviene trenta giorni dopo la ratifica di almeno 55 Paesi che complessivamente totalizzano almeno il 55% delle emissioni mondiali di gas serra. La Cina e gli USA (rispettivamente primo e secondo emettitore mondiale di gas-serra) raggiungono insieme il 39% delle emissioni globali.

Prima dell’annuncio dei capi di stato delle due super-potenze, 23 Paesi avevano ratificato l'accordo, che rappresentano però solo l'1% delle emissioni globali. Questo significa che l’accordo ha buone possibilità di superare la soglia 55/55 e diventare operativo prima della fine dell’anno.

Si attende ora la decisione dell'UE nel suo complesso e dei singoli Paesi membri. Al momento nessun Paese UE ha ratificato l'Accordo di Parigi (https://treaties.un.org/Pages/ViewDetails.aspx?src=TREATY&mtdsg_no=XXVII-7-d&chapter=27&clang=_en).

Va ricordato che l'UE è complessivamente responsabile del 12% delle emissioni globali di gas serra ed è il terzo emettitore mondiale, dopo Cina e USA. Lo scorso dicembre l’UE, all’unanimità, aveva approvato l’Accordo di Parigi e aveva assunto l'impegno formale davanti alle Nazioni Unite di ridurre ‘congiuntamente’, entro il 2030, le emissioni dei 28 Paesi membri del 40% al di sotto dei livelli del 1990. Con l'esito del voto referendario per l’uscita della Gran Bretagna dall’UE si è aperto il complesso problema della ridefinizione dell’effort-sharing, ossia della ripartizione degli impegni di riduzione delle emissioni, tra i Paesi dell’UE senza la Gran Bretagna.