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Radon e rischi per la salute: anche ISIN al Convegno Nazionale dall'Ordine dei Geologi

È un contaminante pericoloso, per la salute umana, eppure poco conosciuto: il radon, gas nobile radioattivo naturale, insapore e inodore, è considerato la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo da sigaretta.

Studi epidemiologici dimostrano che la mortalità per cancro del polmone attribuito al radon, in Italia, è stimata essere intorno ai 3400 casi circa sui 35000 totali. Questi sono alcuni dei dati emersi oggi a Roma, in occasione del Convegno nazionale “Radon rischio geologico, dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo conoscono?”, organizzato dall'Ordine Nazionale dei Geologi.

Ad affrontare il tema dei rischi connessi all'esposizione al radon, i rappresentanti di diverse realtà scientifiche e istituzionali tra cui ISIN, l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, che da ISPRA ha ereditato le competenze in tale ambito, e il Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (SNPA).

“Il problema dell'inquinamento indoor da radon nel nostro Paese – scrive l’Ordine Nazionale dei Geologi in una nota – è stato in prevalenza gestito da due figure professionali: i medici per l'aspetto sanitario epidemiologico ed i fisici per l'aspetto tecnico legato alle operazioni di misura. Questa circostanza è  limitativa. Il problema radon è da ascrivere al campo dei rischi geologici".

La necessità emersa nel corso dell'incontro è stata, all'unanimità, quella di ridurre i rischi connessi al radon promuovendo un più efficace dialogo tra mondi diversi, come quello sanitario, ambientale, fisico, geologico. Migliorando, inoltre, la comunicazione rivolta ai cittadini.

La mappatura del radon rappresenta un importante strumento per individuare le zone in cui si prevede che la concentrazione superi il livello di riferimento in un numero significativo di edifici, come dettato dalla Direttiva 2013/59/EURATOM, non ancora recepita. Offre, inoltre, gli elementi utili alla definizione delle strategie di intervento differenziate per le diverse zone (Anche in termini temporali) e contribuisce alla valutazione della esposizione della popolazione. “Manca ancora, tuttavia, una univoca definizione dei criteri utili a realizzare tale mappatura, dovuta a un'insufficiente applicazione della normativa”, ha dichiarato Giancarlo Torri, responsabile dell’Area Fisica dell'ISIN, nel corso del Convegno.