Giornata Mondiale sulla Diversità Biologica
Il 22 maggio, come ogni anno fin dal 2002, la comunità
internazionale celebra la Giornata Mondiale sulla Diversità
Biologica, voluta dalle Nazioni Unite per sensibilizzare il grande
pubblico sulle questioni legate alla biodiversità. Il tema
di questa edizione sarà la lotta alle specie aliene invasive
(Invasive Alien Species - IAS), identificate come una fra le
più gravi minacce alla biodiversità ma soprattutto al
benessere del pianeta e quindi della società umana. Anche
l’articolo 8(h) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla
Biodiversità (CDB), firmata a Rio del 1992 e di cui oggi
fanno parte 191 paesi, sprona le parti contraenti a prevenire,
controllare e combattere la proliferazione delle IAS.
Cosa sono le specie aliene (o alloctone) invasive?
Sono piante, animali, patogeni e altri organismi non originari di
un ecosistema ma che, una volta insinuati in questo, ne
pregiudicano l’equilibrio ecologico e possono causare danni
economici e ambientali o mettere a repentaglio la salute degli
esseri umani che ci vivono. Le IAS hanno un impatto negativo sulla
biodiversità e possono causare l’estinzione delle
specie autoctone che vi entrano a contatto, attraverso la
competizione, la predazione o la trasmissione di patogeni; sono
quindi in grado di portare alla distruzione degli ecosistemi locali
e delle funzioni ecosistemiche. Una delle cause
dell’espandersi delle specie aliene è la
globalizzazione, che con la crescita del commercio e degli scambi
intercontinentali, ha favorito il trasporto di queste specie che
causano ingenti danni economici ai paesi in cui si insinuano. Per
esempio, è stato calcolato che per Australia, Brasile,
India, Regno Unito, Stati Uniti e Sud Africa, i danni ambientali
causati dall’introduzione di insetti alloctoni ammonta a
più di 100 miliardi di dollari! Le conseguenze della
proliferazione delle IAS non si limitano ai danni economici diretti
ma possono esacerbare la povertà e pregiudicare lo sviluppo
dei paesi più poveri, per esempio decimando i raccolti o
diminuendo le risorse ittiche a disposizione. Il problema
ovviamente è aggravato dal cambiamento climatico,
dall’inquinamento e dalla crescente perdita di habitat che
vengono riscontrati nel nostro pianeta negli ultimi decenni. In
Europa sono state registrate circa 10.000 specie aliene. Non tutte
sono dannose, alcune infatti, come le patate e i pomodori, sono
state introdotte intenzionalmente e rimangono ancora oggi
importanti da un punto di vista economico; altre invece creano seri
problemi all’agricoltura, alla silvicoltura e al
giardinaggio. Infatti anche l’Agenzia Europea per
l’Ambiente si è occupata del problema:
l’edizione 2009 di “Segnali ambientali”, la
relazione che all’inizio di ogni anno fornisce istantanee
degli argomenti più interessanti per il dibattito politico
sull’ambiente e per il grande pubblico, ha dedicato un
capitolo intero alla scomparsa della biodiversità e ha
approfondito la conoscenza della “lumaca assassina”,
nota con il nome scientifico di Arion lusitanicus che ha iniziato
ad infestare il nostro continente più di 30 anni fa. Questa
specie è particolarmente pericolosa perché
ermafrodita e di conseguenza è in grado di diffondersi molto
velocemente; è più aggressiva della lumaca nera
autoctona e si ciba anche delle lumache più deboli. La
lumaca assassina è solo un esempio di una minaccia molto
più ampia alla biodiversità in Europa, dovuta al
fatto che specie aliene o non autoctone si insediano e si
diffondono in tutto il continente soprattutto per effetto delle
attività umane. A testimonianza della priorità che la
comunità internazionale sta dedicando al problema, è
importante ricordare l’adozione della “Carta di
Siracusa”, frutto del G8 Ambiente che ha puntato sul concetto
di biodiversità come risorsa economica, e del successivo
“Messaggio di Atene”, reso noto alla fine della
conferenza internazionale tenutasi nei giorni 27 e 28 aprile e
intitolata “Protezione della biodiversità - Oltre il
2010” che si è invece concentrata sul rafforzamento
della comunicazione.
Come contrastare il problema
In conclusione, è
evidente che solo la prevenzione rimane il metodo più
efficace per contrastare le IAS: i governi dovrebbero aumentare i
controlli delle merci provenienti dall’estero e le ispezioni
sulle navi da carico nonché stabilire severe regole di
quarantena per limitare il propagarsi di queste specie pericolose.
Altri strumenti fondamentali a disposizione dei governi sono poi
l’educazione e la sensibilizzazione del grande pubblico; per
questo motivo, fin da gennaio 2009, il sito della CDB fornisce
informazioni sugli accordi finalizzati alla protezione della
biodiversità, sulle più importanti associazioni
impegnate sul campo nonché casi studio, materiale educativo
destinato ai più piccoli, per aiutare i paesi interessati ad
organizzare le iniziative per celebrare la giornata del 22
maggio.
Ulteriori informazioni
Rapporto AEA: Segnali ambientali 2009
Biodiversità, protagonista del 2010
Specie alloctone invasive