Istituto Superiore per la Protezione
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Briozoi

I Briozoi sono un phylum esclusivamente acquatico, sia marino che d’acqua dolce, e rappresentano uno dei gruppi tassonomici maggiormente rappresentati in alcune associazioni bentoniche marine, specialmente in quelle di fondo duro. Si tratta di organismi coloniali sessili che, anche se generalmente molto piccoli, possono formare colonie di dimensioni notevoli, sia erette che incrostanti. I Briozoi, diffusi in tutti gli ambienti e a tutte le profondità, sono particolarmente ben rappresentati, dal punto di vista sia qualitativo sia quantitativo, in alcune comunità della piattaforma continentale, su substrato duro e detritico (fondi a “praline” e a “maerl”); in particolare, nella biocenosi di fondo duro del “coralligeno” alcune specie svolgono un importante ruolo di biocostruttori. Molte specie sono epifite su vegetali (alghe e fanerogame), altre sono abbondanti in ambienti confinati, come grotte sottomarine, lagune, stagni costieri e porti. I Briozoi, inoltre, sono uno dei principali componenti del fouling marino.
La fauna a Briozoi del Mediterraneo comprende oltre 450 specie, delle quali 341 unità sistematiche distinte (specie o sottospecie) sono state segnalate nei mari italiani. Il taxon di gran lunga più rappresentato è l’ordine dei Cheilostomata, con 262 specie o sottospecie segnalate. I singoli individui vengono chiamati zoidi; ogni zoide ha una parete del corpo detta cistide, che racchiude il lofoforo con i tentacoli e la massa dei visceri, che insieme costituiscono il polipide. Vengono definiti autozoidi gli individui in grado di nutrirsi, mentre gli altri zoidi, sprovvisti di tentacoli e di tubo digestivo, variamente ridotti e modificati, vengono detti eterozoidi ed espletano altre funzioni.

Umbonula ovicellata Hastings, 1944