Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale

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Inventario nazionale ai sensi dell'art. 20 del D.Lgs.117/08

Strutture di deposito di tipo A chiuse o abbandonate

Elenco delle strutture di deposito dei rifiuti di estrazione, chiuse o abbandonate, che hanno gravi ripercussioni negative sull'ambiente o che, a breve o medio termine, possono rappresentare una grave minaccia per la salute umana o per l'ambiente.

La Direttiva 2006/21/CE del 15 marzo 2006, relativa alla “gestione dei rifiuti delle industrie estrattive”, che modifica la direttiva 2004/35/CE, è volta a regolamentare la gestione dei rifiuti provenienti dalle industrie estrattive, ad integrazione delle iniziative ai sensi della direttiva 2003/105/CE, che modifica la direttiva 96/82/ CE sul controllo dei “pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”. Tale Direttiva, attuata con D.Lgs. 117/2008, oltre a prevedere un’ottimale sistema di gestione dei rifiuti prodotti dalle industrie estrattive attive, richiede la realizzazione dell’Inventario delle strutture di deposito dei rifiuti di estrazione chiuse (art. 20 del D.Lgs 117/2008), incluse quelle abbandonate, individuate come strutture “che hanno gravi ripercussioni negative sull’ambiente o che, a breve o medio termine, possono rappresentare una grave minaccia per la salute umana o l’ambiente” (strutture di deposito di tipo A, allegato II al D.Lgs 117/2008).

La presente Banca Dati ne costituisce, quindi, l’aggiornamento al 2022, considerando le informazioni fornite da n. 10 Regioni e da n. 2 Province autonome pervenute fino a settembre 2022. Nel rapporto di aggiornamento ISPRA 378/2022, disponibile anche nella presente pagina web, vengono illustrati i dati riportati nell’inventario nazionale, suddivisi per ciascun ambito regionale, tenendo conto della prima ricognizione avviata nel 2012 per la realizzazione dell’inventario provvisorio.

Nell’inventario nazionale vengono riportate, per ciascuna struttura di deposito censita, dove disponibili, le informazioni sulle valutazioni di Rischio ecologico sanitario (Res) e statico-strutturale (Rss), richieste dall’art. 3, comma 3 del DM 16 aprile 2013 (“L’autorità competente valuta quali dei siti estrattivi presenti sul territorio di competenza sono effettivamente o potenzialmente pericolosi tenendo in considerazione sia il rischio statico-strutturale che il rischio ecologico sanitario”).

In tabella si riporta la sintesi aggiornata delle strutture con potenziali ripercussioni negative sull’ambiente, in funzione della tipologia dei minerali coltivati e dei relativi scarti potenziali, dell’estensione del sito minerario, del periodo di coltivazione e del tempo trascorso dalla chiusura o abbandono, selezionati sulla base dei criteri di “gerarchizzazione”, con valore di rischio medio (M), medio alto (MA) e alto (A). Infatti, come specificato nel DM 16 aprile 2013, art.5, comma 5 “i siti estrattivi che in base alla gerarchizzazione effettuata dall’ISPRA ed aggiornata annualmente presentano e mantengono una classe di rischio “BASSO” e “MEDIOBASSO” non sono considerati siti estrattivi pericolosi ai fini della redazione dell’inventario”. Tali siti, quindi, sono esclusi da ulteriori indagini e le strutture di deposito, eventualmente in essi presenti, se comunicate dalle autorità locali, vengono indicate con relative note, al solo scopo di non perdere l’informazione.

 

  Res R ss
Regione/Provincia autonoma

Tabella

M

MA

A

Tot M MA A Tot
Abruzzo

T

12

 

 

12

       
Calabria

T

6

2

 

8

1     1
Friuli Venezia Giulia

T

2

0

1

3

1   2 3
Lazio

T

11

10

 

21

       
Liguria

T

7

4

 

11

5     5
Lombardia

T

67

37

24

128

       
Molise

T

 

1

 

1

       
Piemonte

T

25

21

11

57

7     7
Sardegna

T

73

80

56

209

       
Sicilia

T

19

3

1

23

1     1
Toscana

T

44

21

5

70

      0
Trento

T

2

4

0

6

4     4
Veneto

T

9

2

2

13

       
Totale

--

277

185

100

562

19   2 21

Legislazione

Documentazione