Breccia tigrata
| Collezione | Pescetto |
|---|---|
| Type | Breccia tigrata |
| Denominazione | Breccia tigrata |
| Classificazione petrologica | breccia |
| Provenienza | Non precisato |
| Forma e dimensioni | parallelepipedo 20 x 10 x 5 cm |
| Numero inventario | 420.D |
Pietra ornamentale caratterizzata da un fondo di colore biancastro, contenente macchie (clasti) di colore giallo vivo aventi contorno nero, di forma irregolare e spesso cuspidata o lobata, allungate e iso-orientate, e aventi dimensioni centimetriche.
Le denominazioni del litotipo, Breccia tigrata o Giallo tigrato, si riferiscono al suo aspetto caratteristico.
Per il suo aspetto macroscopico, la Breccia tigrata è classificabile come roccia sedimentaria clastica. Tuttavia, la forma caratteristica dei clasti induce a valutare la possibilità che la roccia abbia subito fenomeni di metamorfismo.
La Breccia tigrata è un litotipo assai raro. La sua diffusione fu essenzialmente limitata all'Italia centrale (Lazio settentrionale e centrale). I pochi reperti conosciuti ne attestano l'uso, in epoca imperiale, per elementi portanti (colonne) e rivestimenti (lastre parietali). Nel XVIII e XIX secolo, piccoli pezzi di Breccia tigrata, probabilmente di reimpiego, vennero utilizzati nella manifattura (vasi) e nella scultura (caratteristiche sono le raffigurazioni di leopardi, ispirate dall'aspetto della roccia).
Allo stato attuale delle conoscenze, la località di provenienza della Breccia tigrata è ignota.
Il campione 420.D, appartenente alla Collezione Pescetto, proviene dagli scavi del Palatino.