Dall’Africa una nuova metodologia a basso costo per il monitoraggio della fauna selvatica
Cnr-Isc e ISPRA hanno messo a punto un nuovo approccio metodologico che migliora la stima delle popolazioni di ungulati selvatici. Un primo test è stato condotto in una zona protetta dello Zambia, dove è importante tenere sotto controllo le popolazioni dei grandi erbivori: i risultati sono pubblicati sull’African Journal of Ecology.
Secondo il Living Planet Report del 2024 negli ultimi cinquanta anni c’è stato un calo medio del 73% nelle popolazioni globali di vertebrati selvatici monitorate (mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci). Fenomeni collegati all’azione umana quali la distruzione e la frammentazione degli habitat, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’introduzione di specie aliene invasive, il bracconaggio ed il commercio di specie selvatiche, le attività di caccia e pesca non sostenibili sono tra le principali minacce alla biodiversità di cui la cosa sono la flora e la fauna selvatiche sono parte integrante.

Il monitoraggio delle specie selvatiche, inteso come lo studio della consistenza numerica di una specie nel tempo, è un’attività centrale per la conservazione della biodiversità. Tuttavia, strumenti e metodologie tradizionali per il monitoraggio, sono spesso complessi, costosi e difficili da applicare su larga scala o in contesti con risorse limitate come alcune regioni Africane.
Un articolo recentemente pubblicato su African Journal of Ecology da team di ricerca congiunto, composto da ricercatori e ricercatrici dell’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Isc) e dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) propone una nuova metodologia di rilevamento delle popolazioni animali selvatici che si basa sull’uso di veicoli lungo strade esistenti spesso utilizzate per scopi turistici o di caccia, applicabile sia in aree protette che in riserve di caccia.
La ricerca, condotta nella Game Management Area di Sandwe, un'area di 918 km² in Zambia, vicino al Parco Nazionale del South Luangwa, propone un metodo di campionamento innovativo con osservazioni effettuate da autovetture e quindi a basso costo rispetto a quelle tradizionali dove gli operatori percorrono delle zone di rilevamento che sono selezionate in aree scelte in base a modelli statistici e che spesso non ricadono su strade percorribili da mezzi. L’approccio utilizzato nella ricerca ha permesso di accelerare i tempi di rilevamento, ridurre i costi di monitoraggio e aumentare la sicurezza degli operatori rispetto ad altri metodi usati in Africa, come il foto-trappolamento o censimenti da aeromobili.
Il metodo proposto supera due criticità diffuse nei monitoraggi su strada: la reazione comportamentale degli animali alla presenza delle strade e la distribuzione non casuale delle strade nell’area di studio. I risultati ottenuti sono sufficientemente precisi da poter supportare decisioni gestionali fondamentali, per esempio per determinare la presenza di trend di popolazione o fissare le quote di prelievo. Anche la gestione della fauna selvatica in Italia potrebbe avvalersi di tali metodologie, in modo da ridurre i costi dei monitoraggi permettendone una più ampia applicazione, sia dentro che fuori dalle aree protette del nostro Paese.
