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“Terzo numero del SoED dal 2005 e poco o nulla è cambiato nel Mediterraneo” dichiara il direttore di Plan Bleu

Nonostante le azioni intraprese dalla Convenzione di Barcellona in più di 40 anni, il futuro del Mediterraneo è a un punto critico. Danni agli ecosistemi che possono compromettere il benessere umano rischiano di diventare irreversibili. ISPRA, in qualità di Centro INFO/RAC dell’UNEP MAP (Piano d’Azione per il Mediterraneo) pone l’accento sullo Stato dell’Ambiente e dello Sviluppo nel Mediterraneo (SoED) pubblicato da Plan Bleu e da UNEP/MAP.

Il rapporto rappresenta la diagnosi più completa e aggiornata di sviluppo sostenibile nel Mediterraneo. Secondo il rapporto, il 15% dei decessi nel Mediterraneo è attribuibile a fattori ambientali prevenibili; nel 2016, oltre 228.000 persone sono morte prematuramente a causa dell'esposizione all'inquinamento atmosferico. La regione, una delle destinazioni turistiche più ambite al mondo e una delle rotte marittime più trafficate, è inquinata da circa 730 tonnellate di rifiuti di plastica ogni giorno. La presenza di oltre 1.000 specie non autoctone è una minaccia per la biodiversità. Infine, la regione si sta riscaldando del 20% più velocemente rispetto alla media mondiale. Gaetano Leone, Coordinatore MAP dichiara “Facendo luce sugli errori del passato, i risultati del rapporto possono condurre a una rinascita verde nel Mediterraneo. Intraprendere ora percorsi di sviluppo più verdi può fermare la tendenza al degrado ambientale e salvare i risultati conquistati a fatica nell'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG)".