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Consiglio dei Ministri dell’ambiente europei del 2 e 3 marzo

  • Quando il 01/01/2009 dalle 09:00 alle 15:00 (Europe/Berlin / UTC100)
  • Dove Praga
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Il Ministro dell’Ambiente Ceco, Martin Bursík, ha manifestato profonda soddisfazione per gli esiti del Consiglio dei Ministri dell’ambiente europeo, svoltosi a Bruxelles il 2 e 3 marzo, che ha trattato i temi della ricerca di una posizione comune dell’UE in previsione della 15° COP di Copenaghen di dicembre 2009, la promozione del riutilizzo e riciclo dei materiali, la revisione della direttiva IPPC e gli OGM.
Il Consiglio ha inoltre ribadito che l’Unione Europea sarà l’unico attore internazionale a fissare in maniera specifica e coercitiva l’obiettivo, entro il 2020, della riduzione delle emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990, percentuale che potrà salire al 30%, qualora l’obiettivo fosse adottato anche dagli altri grandi produttori di gas serra. L’UE auspica infatti che anche gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia si uniformino a questi obiettivi.
Riguardo gli investimenti necessari alle misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, le decisioni del Consiglio hanno tenuto conto anche delle stime della Commissione Europea (CE) e della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici che hanno valutato sia gli investimenti per coprire le misure di adattamento nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS), che ammontano a circa 50 miliardi di Euro, sia quelli globali che arriverebbero a 175 miliardi di Euro all’anno nel 2020. La distribuzione dei costi dovrà essere negoziata tra i paesi industrializzati e dipenderà anche dal grado di successo dei sistemi “cap-and-trade” ovvero di incentivi alla riduzione delle emissioni tramite permessi di emissione negoziabile.
Il Consiglio, inoltre, auspica che i PVS preparino, al più tardi entro il 2011, gli inventari annuali delle emissioni, almeno nei settori più emissivi delle loro economie, al fine di averne un quadro completo.
Sono state giudicate positivamente le misure “verdi” adottate dalla Commissione che è stata esortata ad incoraggiare un comportamento sostenibile attraverso una progettazione ecocompatibile, un’estesa etichettatura ambientale e prezzi che tengano conto del costo ambientale di un prodotto; tutte misure atte anche a fronteggiare la crisi economica e creare nuovi posti di lavoro, i cosiddetti “green jobs”.
Sul tema dei prodotti riciclati la CE è stata invitata a proporre con urgenza delle misure di breve e medio termine in grado di contrastare l’attuale flessione della domanda che sta colpendo il settore.
Per quanto concerne la revisione della direttiva IPPC, la maggioranza degli Stati Membri concorda sulla necessità di rafforzare il ruolo delle migliori tecniche disponibili (BAT - Best Available Techniques) per individuare i valori limite di emissione basati su standard tecnologici e gestionali.
I ministri, tra cui l’On. Prestigiacomo, hanno respinto a maggioranza qualificata la richiesta della CE di abrogare la moratoria sulla coltivazione del mais OGM, decisione accolta con favore dalle associazioni ambientaliste europee.
A margine della riunione i rappresentanti degli Stati che sono anche membri della Commissione internazionale per la caccia alle balene, hanno raggiunto una posizione comune sull’argomento. La decisione non intende minare le seppur minime conquiste della moratoria sulla caccia commerciale dell’82,  ma vuole facilitare le negoziazioni, in particolare con il Giappone, per rafforzare la protezione delle specie di cetacei più in pericolo.

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