Nuove pubblicazioni dell'Agenzia Europea per l'Ambiente
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- Nuove pubblicazioni dell'Agenzia Europea per l'Ambiente
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A marzo l’Agenzia Europea
dell’Ambiente ha pubblicato tre rapporti inerenti due tra le
problematiche ambientali più sentite in Europa, la
scarsità d’acqua e l’inquinamento
dell’aria.
Il rapporto “Risorse idriche in Europa – affrontare il
problema della carenza idrica e della siccità” (Water
resources across Europe – confronting water scarcity and
drought), presentato alla stampa nel corso del 5° Forum
Mondiale dell’Acqua appena conclusosi ad Istanbul, rivela che
in molte parti del continente l’utilizzo di questa risorsa
è insostenibile. L’Europa del sud in particolare
risulta essere la più colpita da tale problema, ma lo stress
idrico è in aumento anche in alcune regioni del nord. Il
cambiamento climatico poi, accentuerà questa tendenza
provocando in futuro un aumento della gravità e della
frequenza delle siccità, soprattutto nei mesi estivi.
Il rapporto rivela che il 44 % dell’acqua estratta viene
utilizzato per la produzione di energia, il 24 % per
l’agricoltura, il 21 % per l’approvvigionamento idrico
pubblico e l’11 % per l’industria. Tuttavia questi dati
mascherano notevoli differenze nell’utilizzo settoriale di
acqua nell’intero continente: nell’Europa meridionale,
per esempio, l’agricoltura impiega il 60 % dell’acqua
estratta e in alcune zone anche l’80 %.
La relazione contiene anche alcune raccomandazioni per diminuire la
domanda e ridurre al minimo la quantità di acqua che
estraiamo aumentandone l’efficienza; tra i rimedi proposti vi
sono la fissazione dei prezzi dell’acqua in base al volume
utilizzato (in particolare per l’irrigazione, responsabile
della maggior parte degli sprechi), il contrasto
all’estrazione illegale, l’attuazione di piani di
gestione della siccità delle risorse ma anche la limitazione
delle perdite nei sistemi di approvvigionamento idrico (in alcune
parti d’Europa possono superare il 40 % della fornitura
totale) e l’incentivazione all’utilizzo di forniture
alternative, quali le acque reflue trattate, le acque grigie e le
acque piovane raccolte.
Gli altri due rapporti dell’AEA riguardano invece la
qualità dell’aria in Europa, il primo tratta della
concentrazione di PM10 e ozono nel 2005, il secondo, invece, della
presenza di ozono nell’estate 2008. Dagli studi emerge nel
complesso una situazione abbastanza preoccupante infatti,
nonostante il miglioramento della legislazione e la fissazione
rigorosa dei limiti di concentrazione del PM10 e dell’ozono
nell’aria, in Europa, in particolare nella parte meridionale
ed orientale, tali inquinanti sono presenti in quantità
maggiore dei limiti stabiliti dalla normativa comunitaria.
Nel primo rapporto si evidenzia come un cittadino comunitario su
dieci è stato esposto durante tutto l'anno a persistenti
livelli di PM10 superiori alla media annua consentita dalle
normative dell'UE e si stima che in Europa il PM10 ha causato circa
373 000 morti premature nel 2005.
Le aree più colpite sono state la Pianura Padana in Italia,
i Balcani, il Belgio, la Grecia, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, il
Portogallo e la Spagna che quotidianamente sforano i limiti
consentiti mentre il fenomeno si aggrava nelle aree più
urbanizzate. Per quanto riguarda l’ozono, più di un
terzo della popolazione europea è esposta a livelli di
concentrazione superiore al valore imposto dall’UE.
Magra consolazione è il minore impatto dell’ozono
sulla salute umana rispetto al PM10, secondo dati nel 2005 infatti,
tale inquinante incide su 75 morti premature per milione di
abitanti nell’Europa orientale e meridionale, mentre
nell’Europa del nord ed occidentale il rapporto è di 1
morto su un milione. Dei piccoli miglioramenti vengono segnalati
dal secondo rapporto, incentrato esclusivamente sulla
concentrazione di ozono durante l’estate 2008. Dal rapporto
emerge, infatti, che i livelli di ozono durante la scorsa estate
sono stati i più bassi a livello europeo dal 1997. Tuttavia,
tutti gli Stati membri dell'UE hanno superato gli obiettivi a lungo
termine fissati dalla legislazione comunitaria. Purtroppo la
concentrazione maggiore di ozono è stata riscontrata in
Italia, in particolare nel Lazio, ma la situazione rimane grave
anche in Belgio, Grecia e Spagna.
Ulteriori informazioni:
EEA Report No 2/2009: Water resources across Europe –
confronting water scarcity and drought
EEA Technical report No 1/2009: Spatial assessment of PM10 and
ozone concentrations in Europe (2005)
EEA Technical report No 2/2009: Air pollution by ozone across
Europe during summer 2008