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Nuove pubblicazioni dell'Agenzia Europea per l'Ambiente

  • Quando il 01/01/2009 dalle 09:00 alle 15:00 (Europe/Berlin / UTC100)
  • Dove Praga
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A marzo l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato tre rapporti inerenti due tra le problematiche ambientali più sentite in Europa, la scarsità d’acqua e l’inquinamento dell’aria.
Il rapporto “Risorse idriche in Europa – affrontare il problema della carenza idrica e della siccità” (Water resources across Europe – confronting water scarcity and drought), presentato alla stampa nel corso del 5° Forum Mondiale dell’Acqua appena conclusosi ad Istanbul, rivela che in molte parti del continente l’utilizzo di questa risorsa è insostenibile. L’Europa del sud in particolare risulta essere la più colpita da tale problema, ma lo stress idrico è in aumento anche in alcune regioni del nord. Il cambiamento climatico poi, accentuerà questa tendenza provocando in futuro un aumento della gravità e della frequenza delle siccità, soprattutto nei mesi estivi.
Il rapporto rivela che il 44 % dell’acqua estratta viene utilizzato per la produzione di energia, il 24 % per l’agricoltura, il 21 % per l’approvvigionamento idrico pubblico e l’11 % per l’industria. Tuttavia questi dati mascherano notevoli differenze nell’utilizzo settoriale di acqua nell’intero continente: nell’Europa meridionale, per esempio, l’agricoltura impiega il 60 % dell’acqua estratta e in alcune zone anche l’80 %.
La relazione contiene anche alcune raccomandazioni per diminuire la domanda e ridurre al minimo la quantità di acqua che estraiamo aumentandone l’efficienza; tra i rimedi proposti vi sono la fissazione dei prezzi dell’acqua in base al volume utilizzato (in particolare per l’irrigazione, responsabile della maggior parte degli sprechi), il contrasto all’estrazione illegale, l’attuazione di piani di gestione della siccità delle risorse ma anche la limitazione delle perdite nei sistemi di approvvigionamento idrico (in alcune parti d’Europa possono superare il 40 % della fornitura totale) e l’incentivazione all’utilizzo di forniture alternative, quali le acque reflue trattate, le acque grigie e le acque piovane raccolte.
Gli altri due rapporti dell’AEA riguardano invece la qualità dell’aria in Europa, il primo tratta della concentrazione di PM10 e ozono nel 2005, il secondo, invece, della presenza di ozono nell’estate 2008. Dagli studi emerge nel complesso una situazione abbastanza preoccupante infatti, nonostante il miglioramento della legislazione e la fissazione rigorosa dei limiti di concentrazione del PM10 e dell’ozono nell’aria, in Europa, in particolare nella parte meridionale ed orientale, tali inquinanti sono presenti in quantità maggiore dei limiti stabiliti dalla normativa comunitaria.
Nel primo rapporto si evidenzia come un cittadino comunitario su dieci è stato esposto durante tutto l'anno a persistenti livelli di PM10 superiori alla media annua consentita dalle normative dell'UE e si stima che in Europa il PM10 ha causato circa 373 000 morti premature nel 2005.
Le aree più colpite sono state la Pianura Padana in Italia, i Balcani, il Belgio, la Grecia, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, il Portogallo e la Spagna che quotidianamente sforano i limiti consentiti mentre il fenomeno si aggrava nelle aree più urbanizzate. Per quanto riguarda l’ozono, più di un terzo della popolazione europea è esposta a livelli di concentrazione superiore al valore imposto dall’UE.
Magra consolazione è il minore impatto dell’ozono sulla salute umana rispetto al PM10, secondo dati nel 2005 infatti, tale inquinante incide su 75 morti premature per milione di abitanti nell’Europa orientale e meridionale, mentre nell’Europa del nord ed occidentale il rapporto è di 1 morto su un milione. Dei piccoli miglioramenti vengono segnalati dal secondo rapporto, incentrato esclusivamente sulla concentrazione di ozono durante l’estate 2008. Dal rapporto emerge, infatti, che i livelli di ozono durante la scorsa estate sono stati i più bassi a livello europeo dal 1997. Tuttavia, tutti gli Stati membri dell'UE hanno superato gli obiettivi a lungo termine fissati dalla legislazione comunitaria. Purtroppo la concentrazione maggiore di ozono è stata riscontrata in Italia, in particolare nel Lazio, ma la situazione rimane grave anche in Belgio, Grecia e Spagna.

Ulteriori informazioni:

EEA Report No 2/2009: Water resources across Europe – confronting water scarcity and drought

EEA Technical report No 1/2009: Spatial assessment of PM10 and ozone concentrations in Europe (2005)

EEA Technical report No 2/2009: Air pollution by ozone across Europe during summer 2008