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IPBES

0198a95a-04ec-42ee-a63c-a3d0140c17a9.jpegNell’ambito delle attività di supporto al MASE, esperti ISPRA svolgono il ruolo di National Focal Point (NFP) e di deputy NFP dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES)."

Istituita nel 2012, IPBES rappresenta la massima autorità scientifica mondiale in tema di biodiversità e servizi ecosistemici.

IPBES non conduce ricerche proprie, non esegue modelli e non effettua misurazioni o monitoraggi su temi di interesse. Viceversa, l’IPBES valuta la più recente e rilevante letteratura scientifica, tecnica e socio-economica per meglio comprendere lo stato della biodiversità e dei servizi ecosistemici, compresi i fattori diretti e indiretti alla radice del declino della natura e degli strumenti e i meccanismi di attuazione delle politiche per la conservazione, la gestione sostenibile e l’equa e giusta condivisione dei benefici per le persone che dalla natura derivano.

I gruppi di autori coinvolti in questi rapporti di valutazione, segnalati dai governi e nominati dal segretariato dell’IPBES valutano in modo critico (attraverso la peer review) tutte le informazioni disponibili e, sulla base di questa analisi, esprimono un livello di fiducia (confidence) dei risultati. Tale livello di fiducia è stimato sulla base della forza delle prove scientifiche e tecniche e sul livello di consenso all’interno della comunità scientifica.

L’IPBES è una realtà unica nel suo genere, in quanto tra i suoi obiettivi vi è anche quello di rafforzare la capacità di utilizzare efficacemente la scienza nei processi decisionali a tutti i livelli, anche attraverso programmi e interventi di sviluppo specifici.

La piattaforma si spende anche in favore dell’implementazione di accordi ambientali multilaterali per la tutela della biodiversità e dei servizi ecosistemici e si basa su processi già esistenti, come le convenzioni ambientali. Rispondendo alle richieste delle nazioni, l’IPBES ha sempre mantenuto un approccio “dal basso” nella redazione dei propri rapporti e valutazioni, tenendo conto del fatto che il panorama politico è sempre stato caratterizzato dall'incapacità di comprendere l’importanza della biodiversità sia a livello nazionale, sia nei contesti locali.

A IPBES, inoltre, va riconosciuto lo sforzo compiuto per definire percorsi per l’integrazione, all’interno dei documenti di valutazione prodotti, delle conoscenze tradizionali, dei diritti delle popolazioni indigene e dei bisogni delle comunità locali e dei diversi portatori di interesse, con l’obiettivo di mappare un ampio corpus di conoscenze che è solitamente trascurato, e renderlo disponibile ai decisori politici. IPBES, inoltre, ha un ruolo nella divulgazione della scienza della biodiversità e dei servizi ecosistemici, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di arrestare e invertire il drammatico declino dell’integrità biologica della natura. Dal punto di vista della generazione della conoscenza, inoltre, in questo primo decennio di attività l’IPBES ha svolto un ruolo fondamentale nel colmare evidenti lacune strutturali nel processo della CBD e in altri processi multilaterali.

La struttura del post-2020 Global Biodiversity Framework, così come alcuni suoi concetti chiave – come la Theory of Change, che consiste nell’approccio orientato ad affrontare i fattori diretti e indiretti della perdita di biodiversità e a creare le condizioni per un cambiamento trasformazionale, coinvolgendo l'intero governo di un paese e l'intera società – sono il frutto della consulenza strategica dell'IPBES, che ha portato avanti l’idea che senza un cambiamento trasformativo non sarà possibile arrestare e invertire il declino della integrità biologica del pianeta.

All’inizio, l’esistenza parallela di IPBES e SBSTTA appariva ridondante e pletorica. In realtà, come riconoscono ora anche gli stessi partecipanti al SBSTTA, questo organismo sussidiario aveva carenze evidenti nell’agire sulla consulenza scientifica e nel contribuire a giungere a decisioni science-based. Per di più, l’IPBES ha contribuito a migliorare l’efficacia del lavoro di SBSTTA sulla biodiversità, e la stessa CBD ha riconosciuto l’importante ruolo che questo organo può svolgere anche nell’implementazione strategica degli accordi mondiali che da questa scaturiscono.

Inoltre l’IPBES, che non appartiene e non lavora solo per la CBD, ha contribuito in maniera significativa anche a vari Millennium Ecosystem Assessments (MEA), per affrontare finalmente le questioni trasversali in modo scientificamente solido e produttivo. Ne sono un esempio la sesta edizione del Global Environment Outlook dell’UNEP, pubblicato nel 2019, e il Global Biodiversity Outlook, pubblicato nel 2020.

Qualche anno prima dell’istituzione dell’IPBES, Anne Larigauderie, ora segretaria esecutiva della Piattaforma, affermò che in caso di mancato raggiungimento dei target previsti dal piano globale della CBD per il periodo 2001-2010, la comunità scientifica avrebbe dovuto ammettere un fallimento collettivo del processo di diplomazia scientifica, e aggiunse: “Noi, comunità scientifica, dovremmo riflettere sulle ragioni di ciò e impegnarci a migliorare la situazione. Come scienziati, dobbiamo impegnarci per essere più presenti nei dibattiti politici, per comprendere meglio le esigenze politiche e diventare molto più bravi ad affrontarle”.

Guardando al passato, è evidente che la scienza della biodiversità, inclusa quella italiana, si è evoluta rapidamente negli ultimi due decenni. Si è passati da un interesse primario per la sistematica e la tassonomia negli anni ’70 e ’80 a una visione più dinamica del ruolo della biodiversità per il funzionamento degli ecosistemi negli anni ’90. Nei primi anni 2000, poi, la biodiversità è stata collocata nel contesto dei servizi ecosistemici e del benessere umano. Nell’ultimo decennio, infine, l’attenzione si è spostata dalla prospettiva potenzialmente utilitaristica attualmente dominante, riassumibile come “Nature for People” (gestire la natura per massimizzare il valore complessivo della condizione umana), a una visione più sfumata, che riconoscesse le relazioni biunivoche e dinamiche tra persone e natura, nota come “People and Nature”. A questo proposito va ricordato che nel 2022, nell’ambito del programma di lavoro assegnato dalla CBD, l’IPBES ha prodotto un rapporto sui valori della natura (Assessment Report on the Different Values and Valuation of Nature), redatto da 82 esperti di scienze sociali, economiche e umanistiche. Il rapporto, che ha influenzato in maniera sostanziale il Kunming-Montréal Global Biodiversity Framework, afferma che il modo in cui la natura viene valutata e considerata nelle decisioni politiche ed economiche è un fattore chiave della crisi globale della biodiversità. L’attenzione preminente del mercato ai profitti a breve termine e alla crescita economica, secondo il rapporto dell’IPBES, ha privilegiato una valutazione strumentale della natura, e ha viceversa trascurato gli altri molteplici valori della natura, da quelli ecologici (mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, regolazione del ciclo dell'acqua e riduzione dei rischi associati ai disastri naturali) a quelli relazionali (spirituali, culturali ed emozionali). Ciò, secondo il rapporto, ha condotto a decisioni sbagliate che hanno diminuito il benessere delle persone e contribuito alle crisi intrecciate della natura e del clima.

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