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Le popolazioni di vertebrati nella Sesta estinzione di massa

Autore: Carmela Cascone(1)

I paleontologi definiscono le estinzioni di massa quegli eventi—cinque di numero negli ultimi 540 milioni di anni - in cui il pianeta perde oltre i tre-quarti delle specie che ospita, in un intervallo temporale “geologicamente” breve. Molti biologi ritengono che una «sesta estinzione di massa» sia in corso, a giudicare dal numero e dal ritmo di estinzione di specie verificatesi negli ultimi secoli o millenni. Il primo di questi eventi si è concluso circa 443 milioni di anni fa e ha portato alla scomparsa di circa l’86 percento delle specie; l’ultimo si è concluso 65 milioni di anni fa e ha portato alla scomparsa del 76 percento delle specie.

 

Uno studio di Barnosky e collaboratori (2011), pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, esaminando le differenze tra dati e informazioni dell’era fossile e di quella moderna, concludeva che l’attuale livello di estinzione (in termini di velocità e dimensione) è drammatico, sicuramente superiore rispetto a quella che ci si aspetterebbe dai record fossili, anche se non si configura come un’estinzione di massa nel senso paleontologico, alla stregua delle altre cinque grandi estinzioni. Tuttavia, gli autori sostengono che se si includono oltre alle specie estinte, anche quelle ora iscritte alle categorie “criticamente in pericolo”, “in pericolo” e “vulnerabili”, allora si potrebbe rappresentare la sesta grande estinzione di massa nell’arco di pochi secoli.

Un lavoro di Ceballos et al. (2017) evidenzia come, prendendo in esame il tasso di estinzione a livello di popolazione, la sesta estinzione di massa sulla Terra sia molto più preoccupante di quanto si possa percepire considerando il tasso di estinzione a livello di specie. Gli episodi di estinzione di massa rilevati nelle testimonianze fossili sono stati misurati in termini di tasso di estinzione globale delle specie o di taxa più ampi. A titolo di esempio si può tener presente che circa 200 specie di vertebrati si sono estinti negli ultimi 100 anni. Ciò vuol dire che si perdono in media 2 specie l’anno. Questo tasso di estinzione, tuttavia, non genera abbastanza preoccupazione nel pubblico, soprattutto perché molte di queste specie non sono specie bandiera, come il panda, il rinoceronte o l’orso bianco ed erano poco conosciute e poco diffuse. Le estinzioni di specie sono molto importanti soprattutto nel lungo periodo, perché tali perdite sono irreversibili e possono avere effetti profondi che vanno dal deterioramento della funzione e dei servizi ecosistemici all'esaurimento delle risorse di ispirazione e dell'estetica della Terra (Naeem et al., 2012; Brosi et al., 2013). Negli ultimi decenni la perdita di habitat, il sovra-sfruttamento, gli organismi invasivi, l’inquinamento, l’intossicazione, e più recentemente le alterazioni climatiche hanno portato al catastrofico declino sia nel numero sia nella dimensione delle popolazioni di specie di vertebrati comuni e rare (IUCN, 2015).

L’analisi mira ad esaminare la dimensione delle perdite di popolazioni di vertebrati terrestri in un sistema globale di quadrati di 10.000 km2. Le specie variano da quelle comuni a quelle rare e vengono considerate tutte le specie di vertebrati terrestri (anfibi, uccelli, rettili e mammiferi) ritenuti “in declino” dall’IUCN in modo da fornire una stima migliore delle perdite di popolazione rispetto all’uso esclusivo dei dati IUCN sulle specie a rischio. Sono stati valutati anche gli intervalli di contrazione e i declini di popolazione per 177 specie di mammiferi per i quali sono disponibili dati sulla riduzione della distribuzione geografica dal ~1900 al 2015. Nello specifico sono state prese in considerazione le estinzioni locali cercando di rispondere alle domande: 1) Quali sono i valori e le distribuzioni geografiche delle specie di vertebrati terrestri in declino (ad esempio che presentano perdite di popolazione)? 2) Quali sono i gruppi di vertebrati e le regioni geografiche che presentano i valori assoluti e percentuali più elevati di specie in declino? 3) Qual è la scala di riduzioni della popolazione locale nei mammiferi – rappresentativa per gli altri vertebrati? Le analisi dimostrano che il declino di vertebrati è diffuso a livello geografico, attraversa le linee filogenetiche e riguarda sia specie comuni che rare. Le perdite comunque non sono uniformi: alcune regioni mostrano concentrazioni più alte di specie con fenomeni di estinzione di popolazioni locali.

Stime conservative dei tassi di estinzione attuali e storici delle specie mostrano che la Terra attraversa un periodo di estinzione di massa globale per i vertebrati (Ceballos et al., 2015). Purtroppo la vera estensione di questa estinzione di massa è stata sottostimata a causa dell’enfasi sull’estinzione delle specie. Così si sottovalutano ampiamente i segnali per affrontare l’estinzione accelerata delle popolazioni. Mentre è noto da tempo che diverse specie relativamente ben studiate hanno subito una notevole contrazione delle loro distribuzioni, sperimentato riduzioni di popolazione considerevoli e sofferto molte estinzioni di popolazione, l’estensione globale della contrazione e della soppressione non è stata precedentemente riconosciuta e quantificata. L’estinzione a livello di popolazione nei vertebrati terrestri è onnipresente, ma con notevole rilevanza nelle regioni tropicali ricche di specie. È interessante, comunque, sottolineare che, quando le estinzioni di popolazione sono calcolate come percentuale della ricchezza totale di specie, le regioni temperate, con la loro tipica bassa diversità di specie, mostrano percentuali più alte di perdita di popolazione. Perdendo le popolazioni (e le specie) di vertebrati si perdono anche le intricate reti ecologiche che interessano animali, piante e microorganismi (Dirzo et al., 2014; Ripple et al., 2014; Naeem et al., 2012; Ceballos et al., 2015), danneggiando i servizi che gli ecosistemi forniscono alla civiltà.

Bibliografia e sitografia essenziale

  1. Barnosky A.D., Hadly E.A., Bascompte J., Berlow E.L., Brown J.H., Fortelius M., Getz W.M., Harte J., Hastings A., Marquet P.A., Martinez N.D., Mooers A., Roopnarine P., Vermeij G., Williams J.W., Gillespie R., Kitzes J., Marshall C., Matzke N., Mindell D.P., Revilla E., Smith B.A. (2012). Approaching a state shift in Earth’s biosphere.  Nature  486 (7402):51-57.
  2. Brosi BJ, Briggs HM (2013) Single pollinator species losses reduce floral fidelity and plant reproductive function. Proc Natl Acad Sci USA 110:13044–13048
  3. Ceballos G., Ehrlichb P.R., and Dirzo R. (2017) Biological annihilation via the ongoing sixth mass extinction signaled by vertebrate population losses and declines Proc Natl Acad Sci USA 114 (30): E6089–E6096
  4. Ceballos G, Ehrlich AH, Ehrlich PR (2015) The Annihilation of Nature: Human Extinction of Birds and Mammals (Johns Hopkins Univ Press, Baltimore).
  5. Dirzo R, et al. (2014) Defaunation in the Anthropocene. Science 345:401–406.
  6. International Union of Conservation of Nature (2015) The IUCN Red List of Threatened Species, Version 2015.2 (IUCN, 2015). Available at www.iucnredlist.org. Accessed February 10, 2016. Revised January 10, 2017.
  7. Naeem S, Duffy JE, Zavaleta E (2012) The functions of biological diversity in an age of extinction. Science 336:1401–1406.
  8. Ripple WJ, et al. (2014) Status and ecological effects of the world’s largest carnivores. Science 343:12

 

(1) ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, Via V. Brancati, 60 - Roma