Istituto Superiore per la Protezione
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Bigio morato

Collezione Pescetto
Type Bigio morato
Denominazione Bigio morato
Classificazione petrologica calcare organogeno
Provenienza Grecia » Peloponneso » Capo Tenaro
Forma e dimensioni parallelepipedo 20 x 10 x 5 cm
Numero inventario 348.D

Pietra ornamentale caratterizzata da un fondo grigio-nero, contenente macchie (bioclasti) biancastre aventi forma allungata, spesso ricurva fino ad anulare, e dimensioni da millimetriche a centimetriche. Sono presenti anche venature biancastre o verdastre aventi larghezza millimetrica e ad andamento sinuoso.
Il nome del litotipo deriva dal suo colore caratteristico. Un'altra denominazione, quella di Bianco e nero d'Egitto, venne attribuita erroneamente al Bigio morato per la presenza, nella Villa Adriana di Tivoli, di sculture in stile egizio eseguite in questa pietra. Il litotipo viene estratto ancora attualmente con il nome commerciale di "Nero di Vitina".

Il Bigio morato è un calcare micritico fossilifero, originatosi per compattazione e cementazione di un fango carbonatico ricco in resti organogeni. La grana della roccia è molto fine (micrite). I clasti sono formati in prevalenza da frammenti organogeni (bioclasti), composti da carbonato di calcio.
Il costituente mineralogico fondamentale del litotipo è la calcite. Costituenti accessori sono dolomite e quarzo. Il contenuto fossilifero della roccia consiste principalmente in bivalvi del gruppo delle Rudiste.
L'impiego del Bigio morato nella Roma antica raggiunse il massimo sviluppo agli inizi del II sec. d.C. (durante l'impero di Adriano). Il suo riutilizzo è documentato almeno fino al XVII secolo (principalmente per colonne e statuaria).
Gli impieghi e reimpieghi conosciuti di questo litotipo consistono in elementi portanti (colonne), rivestimenti (lastre), elementi ornamentali (vasche) e soprattutto statuaria.

Il Bigio morato proviene dall'area del Capo Tenaro (l'odierno Capo Matapan), nell'antica regione della Laconia, attualmente regione amministrativa del Peloponneso (Grecia). Nella stessa area venivano estratti altri due marmi: il Rosso antico [vedi campione 240.D] ed una delle varietà  di Nero antico [vedi campione 356.D]. La località  di Vitina, dalla quale deriva la denominazione attuale del litotipo, è in realtà  sita al centro del Peloponneso, circa centoquaranta chilometri a nord di Capo Matapan.