Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale

Cerca

Marmo lunense

Collezione Pescetto
Type Marmo lunense
Denominazione Marmo bianco di Carrara
Classificazione petrologica marmo
Provenienza Italia » Toscana » Alpi Apuane
Forma e dimensioni parallelepipedo 20 x 10 x 5 cm
Numero inventario 191.D

Pietra ornamentale caratterizzata da un uniforme colore bianco candido, che puಠavere riflessi dorati.
I Romani chiamavano questo litotipo Marmor lunense perché il più importante centro di estrazione e imbarco del materiale era la città  di Luni. Nelle epoche successive, il principale centro connesso con l'estrazione e la lavorazione di questo marmo è divenuta la città  di Carrara.

Il Marmo lunense deriva da metamorfismo di basso grado su calcari molto puri. Questo litotipo è un marmo cristallino a grana variabile da fine a media, omogeneo e compatto. Esso è composto pressoché esclusivamente da cristalli bianchi di calcite (carbonato di calcio). Specie mineralogiche accessorie sono: muscovite, plagioclasio, pirite, quarzo.
Utilizzato probabilmente già  prima della colonizzazione romana, il Marmo lunense venne coltivato in modo regolare a partire dalla metà  del I sec. a.C. (durante l'età  di Cesare). Dopo la caduta dell'impero romano, durante tutto l'alto Medioevo, l'estrazione di questa pietra ornamentale conobbe un declino, e venne ripresa verso la fine del XIII secolo. La produzione su scala industriale venne avviata nel XVIII secolo e prosegue attualmente.
Il Marmo lunense è celebre per gli utilizzi sia nella statuaria che nell'architettura. Per quanto concerne la statuaria, basti citare la Pietà  di Michelangelo (1499). Per quanto riguarda architettura e scultura, gli usi del litotipo documentati nell'epoca romana e in quelle successive consistono in elementi portanti (architravi, capitelli, colonne, pilastri, basamenti), rivestimenti (cornici e lastre parietali; lastre pavimentali) ed elementi ornamentali (portali, fontane, altari, stele, lapidi funerarie).

Il Marmo lunense proviene da diverse cave comprese nel distretto minerario di Carrara, nelle Alpi Apuane, tra l'Appennino toscano e quello ligure.
Il campione 191.D, appartenente alla Collezione Pescetto, proviene da Carrara.