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L’esposizione digitale del Cynoterium sardous

Nella situazione di blocco mondiale dovuto alla pandemia in atto, il museo delle Collezioni Geologiche e Storiche del Servizio Geologico d’Italia (ISPRA) nella consapevolezza del suo ruolo di museo come luogo di diffusione culturale e di inclusione sociale e, sempre di più, come punto d’incontro anche virtuale grazie alle possibilità offerte dalla rete, ha deciso di raggiungere il pubblico con l’esposizione Cynotherium sardous, canide fossile estinto 10.000 anni fa.

 

Lontano parente dei cani attuali, questo canide era una specie endemica di Sardegna e   Corsica, ed è un chiaro esempio dell’adattamento di una specie all’ambiente di un’isola. L’esemplare esposto a Roma è forse l’unico di questa specie con uno scheletro completo e ricostruito.

Esposto nel gennaio 2019 nella sede ISPRA di Roma dopo anni di stoccaggio in magazzino, è stato meta di visite da parte di numerosi utenti, e in special modo da parte di scolaresche, nel corso dell’evento Scienzansieme svoltosi a settembre 2019.

 

Per superare l’isolamento imposto dalle misure sanitarie diventa oggi anche una esposizione virtuale, per la fruizione digitale da parte di studenti e appassionati di tutto il mondo. All’obiettivo della divulgazione scientifica si affianca anche la necessità di richiamare l’attenzione sul concetto di tutela della biodiversità, anche attraverso lo studio delle specie animali fossili, del loro paleoambiente di vita e della loro estinzione.

 

 

Il Cynotherium sardous Studiati è un canide fossile pleistocenico, appartenente alle Collezioni Geologiche, che comprendono circa 150.000 reperti paleontologici, litologici, mineralogici, nonché raccolte storiche tra cui modelli geologici, strumentazione tecnica, manufatti storici e artistici relativi alle attività svolte nel nell’Ufficio Geologico nel corso di oltre un secolo.

Per molto tempo, esattamente dal 1885, conservate nella sede storica del Museo Agrario Geologico di Largo Santa Susanna a Roma, le collezioni nel 1999 furono spostate e parzialmente esposte in una nuova sede fino al 2012, anno in cui furono completamente imballate e collocate in deposito. Il prestigioso patrimonio non è quindi attualmente fruibile.

 

Il Cynotherium, anch’esso finora sistemato in una cassa e posto in magazzino, è stato recentemente esposto all’interno della sede ISPRA, in una sistemazione che consente l’accessibilità in una situazione di sicurezza nell’esposizione e controllo. Nella stessa sala è stato collocato anche il quadro “Il Tevere all’età della Pietra”, che rappresenta la paleo-biodiversità nel Pleistocene superiore. L'esemplare esposto a Roma è forse l'unico di questa specie con uno scheletro completo e ricostruito.

 

Simile ai cani di oggi, il Cynotherium era una specie endemica della Sardegna e della Corsica ed è un chiaro esempio dell'adattamento di una specie all'ambiente di un'isola. La specie era caratterizzata da gambe corte e zampe larghe, abili nello scavare. Probabilmente si nutriva di piccoli mammiferi, uccelli e altri piccoli animali come il Prolagus sardous, i cui resti sono stati trovati nella stessa grotta.

 

Il canide, trovato nel 1954 a Grotta Dragonara, vicino ad Alghero (Sardegna), in uno strato corrispondente alla glaciazione di Würm, ha circa 40.000 anni. La ricostruzione dell'individuo, 76 cm. di lunghezza, fu realizzata negli anni sessanta, dopo un attento studio anatomico per l'unione delle singole ossa e per la posizione da dare all'animale, attraverso un delicato assemblaggio su una struttura metallica. Allo stesso tempo fu realizzata anche la vetrina che lo contiene ancora oggi. L’ottimo sistema di imballaggio realizzato nel 2012, comprendente il canide montato sul suo supporto, ha salvaguardato il fragile reperto sia da eventuali urti che da sbalzi di temperatura; ha infatti permesso di mantenere il canide in ottimo stato di conservazione.

 

A gennaio 2019 il reperto, attraverso un delicatissimo lavoro di disimballaggio, è stato portato alla luce liberandolo gradualmente dai materiali di imballaggio e protezione, attraverso l'aspirazione di palline di polistirolo, che nel tempo hanno garantito la massima protezione sia dai cambiamenti termoigrometrici che da eventuali urti durante gli spostamenti della cassa.

Successivamente, è stato necessario un accurato lavoro di pulizia negli interstizi formati dalle piccole ossa, specialmente lungo la colonna vertebrale, nell'area occipitale del cranio e nella mandibola.

 

Una volta completamente pulito, il canide è stato sollevato e rimosso dalla scatola. È stato anche sottoposto a piccoli interventi di restauro e allo sfasciamento della mascella, con la necessità di riposizionare ad incastro, lungo la struttura di supporto in metallo, la prima vertebra cervicale e la testa.

Dopo questo disimballaggio, pulizia e restauro è stato reinserito nella sua storica vetrina ed è ora situato nella sede dell'ISPRA in Via Brancati 48, continuamente monitorato e accessibile da chiunque.

 

Poster scientifico XXIX Congresso ANMS