Istituto Superiore per la Protezione
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Altri fattori di degrado

Per completare la valutazione del degrado del suolo e del territorio sono stati considerati altri fattori di analisi legati alla copertura artificiale: la frammentazione, l’area di impatto del consumo di suolo, le aree ad alta e media densità di artificializzazione, l’aumento di spazi non consumati di superficie inferiore a 1.000 m2, oltre alla presenza di aree percorse dal fuoco negli ultimi sei anni.

Per quanto riguarda la frammentazione, il degrado è stato valutato sulla base della differenza di mesh density tra le carte del 2012 e del 2018. Quindi è stato definito il degrado come un aumento di mesh density maggiore di 10 (n° meshes per 1.000 km2) nel periodo di riferimento.

Il consumo di suolo, oltre a riguardare le superfici direttamente interessate dalla copertura artificiale, interessa anche le aree limitrofe. A tal proposito, è necessario comprendere non solo gli effetti diretti sugli ecosistemi, ma anche quelli indiretti che possono influenzare i servizi ecosistemici e la biodiversità.

Per avere una visione più completa sugli effetti del consumo di suolo sarebbe necessario analizzare dunque gli effetti nell’intorno attraverso le relazioni specifiche tra le diverse tipologie di aree artificiali e di aree naturali e seminaturali. L’area di impatto potenziale è stata calcolata per gli anni 2012 e 2018 considerando un buffer di 60 m, e quindi è stato calcolato l’incremento di superficie impattata in questo periodo.

Un ulteriore elemento di degrado è relativo alla densità delle coperture artificiali  in particolare quelle ad alta e media densità. Il grado di urbanizzazione è stato definito in più contesti. Per EUROSTAT il grado di urbanizzazione si riferisce alle unità amministrative locali, come le città, i paesi, le aree suburbane o rurali, basate sulla combinazione della contiguità geografica e della densità di popolazione suddivise in tre classi: città (aree densamente popolate), paesi e aree suburbane (aree a densità di popolazione intermedia) e aree rurali (aree scarsamente popolate).

Nell’ambito dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e dei relativi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono, invece, state defi-nite alcune soglie di densità del costruito da considerare per la classificazione delle aree urbane (>50%), suburbane (10-50%) e rurali (<10%).

Al fine di analizzare i contesti in cui è avvenuto il consumo di suolo, sono stati messi in relazione i cambiamenti avvenuti tra 2012 e il 2018 e le classi di densità definite dall’Agenda Globale elaborate con riferimento al 2012 sui dati SNPA. Il confronto tra i cambiamenti (consumo di suolo tra il 2012 e il 2018) e le classi di densità ha permesso di stimare la percentuale di consumo per contesto prevalente (artificiale compatto, artificiale a media/bassa den-sità, artificiale assente o rado).

Tra gli impatti del consumo di suolo vi è anche la riduzione della dimensione degli spazi naturali e, in generale, non artificiali al di sotto di valori minimi. È stato analizzato l’incremento degli spazi non consumati inferiori a 1.000 m2 nel periodo 2012-2018.

Un ulteriore fattore di degrado del suolo sono gli incendi, pertanto sono stati elaborati i dati relativi alle superfici percorse dal fuoco dal 2012 al 2018. Si evidenzia una parziale alterazione delle condizioni fisiche del suolo ma non una totale impermeabilizzazione della superficie.