Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale

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Stato dei controlli

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I controlli, integrati con il monitoraggio dello stato e delle tendenze evolutive dell'ambiente, oltre a contribuire allo sviluppo delle conoscenze in campo ambientale, hanno la fondamentale funzione di accertare il rispetto delle prescrizioni e degli adempimenti richiesti dalla legislazione e dai regolamenti, di verificare l'efficacia e l'efficienza, in termini di completezza e di qualità, delle prestazioni dei soggetti e delle strutture responsabili, di svolgere un'adeguata azione di deterrenza e sanzionatoria che consenta di identificare e circoscrivere i fenomeni d'irregolarità e quelli illeciti. Proprio per la loro caratteristica di strumento dissuasivo e di contenimento dei comportamenti illeciti, quindi per le possibili conseguenze amministrative o penali, deve essere garantita la qualità dei dati, dei metodi, delle procedure e delle strutture a loro dedicate.
Le strutture tecniche per il monitoraggio e i controlli ambientali sono prevalentemente gestite dal sistema delle Agenzie ambientali (APAT, ARPA e APPA), quale soggetto principale per le attività di controllo, ma le loro attività si completano con un sistema rappresentato da numerosi laboratori pubblici, dalle Istituzioni e Corpi Centrali dello stato con funzioni specialistiche (Autorità di bacino, Magistrato alle Acque, CCTA, CFS, Capitanerie di Porto, etc.) e da un insieme di Istituti tecnico-scientifici (CNR, ISS, ICRAM, ENEA, Università) che operano nel settore del monitoraggio e controllo, spesso per conto della Pubblica Amministrazione.
L'APAT, per contribuire a conseguire le finalità di coordinamento delle attività di controllo, ha messo in atto, con il CCTA e con la collaborazione delle ARPA, e nell'ambito del sistema informativo SINANet, uno spazio specificatamente dedicato ai controlli, con l'obiettivo di realizzare l'integrazione e lo scambio di tutte le informazioni fornite dagli organi deputati al controllo ambientale degli interventi effettuati sul territorio (SPINA).
Dalla recente ricognizione effettuata presso le ARPA, per il popolamento dell'indicatore "attività di controllo" pubblicato sull'Annuario 2003, le attività di controllo mirate alla tutela delle acque (scarichi, acque superficiali e sotterranee), eseguite per l'anno 2002 sono circa 210.000 per una copertura territoriale di 18 regioni su 20. Tali dati, se sommati ai controlli effettuati da Corpi e Istituti dello Stato diversi dal Sistema Agenziale, portano il numero dei controlli a livelli rilevanti, anche considerando le attività aggiuntive dei monitoraggi periodici (balneazione, acque marino costiere, captazione per usi diversi, tutela dei fiumi, torrenti, laghi, etc.).
I controlli sulle risorse idriche possono essere sintetizzati in:

  • Controlli qualitativi di natura chimica, fisica e biologica;
  • Controlli sulla idromorfologia dei corpi idrici e la loro funzione;
  • Controlli quantitativi sugli usi e sulle portate dei fiumi;
  • Controlli delle acque per specifica destinazione (acque idonee alla vita dei pesci, dei molluschi, acque destinate alla balneazione, all'uso potabile);
  • Controlli sulle fonti di inquinamento (scarichi), sulla depurazione, sulle reti fognanti;
  • Controlli documentali sulle autorizzazioni.

Per quanto riguarda le possibili conseguenze amministrative e penali, con la recente normativa (D. lgs. 152/99) sono state inserite alcune innovazioni (alla precedente Legge 319/76), circa l'obbligo di autorizzazione e il sistema sanzionatorio. E' stata modificata la possibilità di ottenere l'autorizzazione tacita per decorso del tempo dopo la domanda e l'obbligo è adesso incentrato sul possesso di autorizzazione espressa e non più sulla presentazione della sola domanda. Per il sistema sanzionatorio si prevede un inasprimento delle sanzioni pecuniarie, che fa seguito al principio fondamentale nella normativa della U.E. "chi inquina paga", con sanzioni amministrative fino a 100 milioni di vecchie lire e sanzioni penali, con arresto fino a tre anni e ammende fino a 200 milioni. Il decreto ha introdotto per la maggior parte degli illeciti la sanzione amministrativa, sottolineando particolare severità per gli scarichi e la gestione delle sostanze pericolose che è sempre di natura penale.
Altra innovazione è l'inserimento nel decreto di una nuova fattispecie e cioè la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale delle aree inquinate e degli impianti dai quali è derivato il danno o deriva il pericolo di inquinamento.