Un nuovo target e un nuovo indicatore per i pesticidi
Autori: Lorenzo Ciccarese, Federico Silvestri e Roberto Sannino (ISPRA)
- Introduzione
Nel dicembre 2022, a Montreal (Canada), in occasione della quindicesima sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite per la Diversità Biologica, nota come COP15, 196 Paesi hanno firmato un pacchetto di accordi per arrestare e invertire il declino della natura.
Il pacchetto include un piano globale per la biodiversità — chiamato Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (in breve KM-GBF) — che traccia il percorso per raggiungere 23 traguardi (target) al 2030 e gli obiettivi generali (goal) al 2050.
Il target 7 del KM-GBF chiede ai Paesi firmatari del KM-GBF di “ridurre i rischi e l'impatto negativo dell'inquinamento da tutte le fonti, entro il 2030, a livelli che non siano dannosi per la biodiversità e le funzioni e i servizi forniti dagli ecosistemi, considerando gli effetti cumulativi, tra cui: ridurre di almeno la metà i nutrienti in eccesso persi nell'ambiente, anche attraverso un ciclo e un utilizzo più efficienti dei nutrienti; ridurre di almeno la metà il rischio complessivo derivante da pesticidi e sostanze chimiche altamente pericolose, anche attraverso una gestione integrata dei parassiti, basata sulla scienza, tenendo conto della sicurezza alimentare e dei mezzi di sussistenza; e inoltre prevenire, ridurre e lavorare per eliminare l'inquinamento da plastica”.
I pesticidi, traduzione del termine inglese pesticides, sono meglio noti in Italia come prodotti fitosanitari. Essi comprendono insetticidi, acaricidi, fungicidi, erbicidi, biocidi e fitoregolatori (ormoni vegetali che regolano la crescita delle colture).
I pesticidi in commercio sono formulazioni che contengono almeno una sostanza attiva che permette al prodotto di svolgere la sua azione. Ad essa sono generalmente aggiunte altre sostanze (chiamate co-formulanti) utili, ad esempio, per poterli sciogliere più facilmente nell’acqua (emulsionanti), per conservarne la stabilità ed efficacia o per migliorarne la penetrazione nell’organismo bersaglio (coadiuvanti).
Queste sostanze hanno avuto e continuano ad avere un ruolo importante nella protezione delle piante da parassiti e patogeni e nell'aumento della produttività delle colture, contribuendo alla sicurezza alimentare e a redditi più elevati per gli agricoltori. I pesticidi hanno anche fornito una serie di altri benefici, tra cui una migliore durata di conservazione dei prodotti e costi di gestione ridotti; una riduzione dei tempi di lavoro per il controllo manuale o meccanico delle erbe infestanti, liberando manodopera per altri compiti; una diminuzione dei disturbi al suolo; una riduzione dell'uso di carburante per il diserbo meccanico; un aumento della qualità e della resa del bestiame e controllo dei vettori di malattie umane e del bestiame.
L'uso improprio o eccessivo di pesticidi, tuttavia, può comportare costi significativi per l'ambiente e la salute umana, a seconda di fattori quali tossicità, mobilità e persistenza nell'ambiente. Alcuni pesticidi possono portare a un declino dei predatori di parassiti benefici e degli impollinatori essenziali, minacciando le rese delle colture.
L'impatto dei pesticidi non si limita alle aziende agricole, poiché i pesticidi sono dispersi nell'aria, si infiltrano nel terreno e nelle falde acquifere, defluiscono nelle acque superficiali, lasciano residui nei prodotti alimentari e si bio-accumulano nelle catene alimentari, con un impatto negativo su esseri umani, bestiame e fauna selvatica. Inoltre, il rischio di contaminazione può persistere per decenni poiché molti pesticidi rimangono nell'ambiente per lunghi periodi di tempo.
Numerosi studi hanno dimostrato che l'uso improprio o eccessivo di pesticidi ha portato alla perdita di biodiversità e al degrado dell'ecosistema. In particolare, l'uso di pesticidi ha contribuito a ridurre le popolazioni di uccelli, insetti, anfibi e comunità acquatiche e del suolo, sia attraverso l'esposizione diretta sia attraverso la riduzione della disponibilità di cibo e la degradazione degli habitat. Il Biodiversity Global Assessment dell'IPBES, condotto nel 2019, ha rilevato che l'uso di insetticidi e fungicidi ha avuto effetti negativi costanti sulla biodiversità e che gli insetticidi hanno anche ridotto il potenziale di controllo biologico dei parassiti. Gli effetti indiretti dei pesticidi sono stati identificati come una delle cause principali del declino degli uccelli nelle aree agricole.
- indicatore per monitorare l’avvicinamento verso il target 7: l’indicatore ATAT
Il raggiungimento di un target entro un orizzonte temporale si monitora attraverso lo sviluppo di un indicatore. Nella fattispecie del target 7 del KM-GBF è stato inizialmente proposto un indicatore basato sull'uso di pesticidi. Tuttavia, tale indicatore è stato messo da parte poiché avrebbe potuto generare problematiche di natura economica e tecnica all’agricoltura e creare effetti dannosi a catena sugli esiti dei negoziati della Convenzione per la diversità biologica (CBD), a cominciare proprio dai negoziati della COP15 di Montreal.
Questi negoziati hanno concluso che un approccio semplificato alla riduzione dell'uso di pesticidi non avrebbe fornito una metrica sostenibile per la riduzione dell'inquinamento dovuto a queste sostanze. Peraltro, molti paesi dell'Unione Europea, tra cui l'Italia, dispongono soltanto di dati sulla vendita e non sull'uso di pesticidi.
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Box 1. Immissione in commercio dei pesticidi in Italia Nel 2022 sono state immesse in commercio circa 103 mila tonnellate di prodotti fitosanitari, con un contenuto di principi attivi pari a circa 44,5 mila tonnellate. Confrontando i dati delle vendite di prodotti fitosanitari con l’anno precedente (2021) si registra una diminuzione dell’11,6%. Analogo calo si registra anche per la quantità di principi attivi contenuti nei prodotti, che da circa 50 milioni di chilogrammi del 2021 scende a 45 milioni (-11,5%). Diminuisce, conseguentemente, anche la quantità di principi attivi distribuiti per ettaro: (da 4,0 chilogrammi per ettaro di Sau nel 2021 a 3,6 nel 2022). Nel periodo più ampio 2014–2022 la distribuzione dei prodotti fitosanitari presenta una contrazione di mercato del -20,8%. I principi attivi diminuiscono del 25,0%, rispetto al 2014, anno di entrata in vigore del vecchio PAN (Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) in fase avanzata di revisione, con dinamiche diverse per le varie categorie. Diminuiscono, i principi attivi (p.a.) di fungicidi (-21%), insetticidi e acaricidi (-32,3%), gli erbicidi (-40,8%) e i vari (-26,5%). I biologici invece pur subendo un incremento di ben circa il 59% dal 2014, ad oggi rappresentano solo una quota minima di mercato pari all’1,1% del totale. |
È stata quindi avanzata la proposta di utilizzare un indicatore di tipo aggregato, definito ATAT, acronimo che sta per “Aggregated Total Applied Toxicity”.
Su quali fondamenti teorici si basa questo indicatore?
La dinamica della somministrazione ambientale di un pesticida e il suo effetto sugli organismi con cui viene a contatto è molto complessa, perché ciascuna sostanza può essere tossica per un organismo e non esserla per un altro, e l’effetto cumulato non è facile da determinare, sia a livello di specie, sia soprattutto a livello di comunità.
Nel corso del tempo si è cercato di determinare degli indicatori univoci per stabilire l’effetto tossico, ma visto l’elevatissimo numero di sostanze e di bersagli, la qualità dei dati nell’utilizzo dei pesticidi si è rivelata non omogenea tra i diversi paesi e le conoscenze scientifiche sull’effetto della tossicità dei singoli pesticidi sulle comunità biologiche sono largamente limitate a singoli casi studio con copertura spaziale e temporale molto ristretta.
Tra i vari indicatori proposti per valutare l’effetto tossico dei pesticidi sulle componenti biotiche degli ecosistemi, quello che si è mostrato più rispondente ad una rappresentazione verosimile della realtà è l’ATAT (“Aggregated Total Applied Toxicity”), che viene definito come:
“il rischio per le comunità ecologiche basato sui rischi combinati per i principali gruppi di specie derivanti dall'uso annuale all'aperto, agricolo, forestale e di salute pubblica di pesticidi totali in ingredienti attivi per le seguenti categorie di pesticidi: fungicidi, battericidi, erbicidi, insetticidi, molluschicidi, regolatori della crescita delle piante, fungicidi per il trattamento delle sementi, insetticidi per il trattamento delle sementi, oli minerali, rodenticidi, disinfettanti e altri pesticidi e viene e normalizzato in base all'area coltivata”
Questo indicatore è calcolato per l’effetto su singoli organismi e gruppi di organismi ed è il risultato della massa (m) di pesticidi applicati in un dato periodo di tempo (t = un anno) all'interno di un paese (x), divisa per il livello di soglia regolamentare (RTL) che si riferisce ai pesticidi applicati e al gruppo di specie (sp)

Ogni paese può calcolare i valori TAT aggregati (ATAT) annuali utilizzando le statistiche nazionali sulle vendite o sull'uso dei pesticidi e informazioni open source sulle proprietà dei pesticidi, che includono i valori di tossicità per una serie di specie.
Alcuni Paesi mettono a disposizione annualmente dati sull'uso dei pesticidi basati sulle segnalazioni degli agricoltori o dei produttori alle istituzioni governative, mentre altri hanno a disposizione dati sulle vendite di pesticidi. Le aree agricole e la produzione, disaggregate per specie di colture o bestiame, vengono normalmente raccolte annualmente dai ministeri dell'agricoltura.
I valori di tossicità devono essere derivati da fonti aperte consigliate in base a criteri che corrispondono meglio alle circostanze nazionali.
La ponderazione delle tossicità per gruppi di specie potrebbe essere basata sulla ricchezza di specie e sull'endemicità segnalata per ciascun gruppo in ciascun paese. La ponderazione dovrebbe includere specie ed endemismi che sono normalmente esposti a pesticidi agricoli in base a un protocollo stabilito da sviluppare e condividere tra i paesi.
Per quanto riguarda l’intervallo cronologico per la raccolta dei dati, nella rendicontazione iniziale, si dovrebbe fornire la linea di base 2011-2020, con rischi comparativi e riduzioni dei rischi per ogni anno rendicontato dal 2022 al 2030.
- Principali problematiche dell’indicatore: le lacune nella copertura dei dati
L’indicatore non è cumulativo e non è dinamico nel tempo, quindi non considera gli effetti dei pesticidi accumulati e dei loro prodotti di degradazione nell’ambiente nel tempo e quindi potrebbe non rappresentare appieno la pervasività di determinati principi attivi.
L'indicatore non tiene conto degli effetti sinergici o antagonisti delle miscele di pesticidi, attualmente scarsamente documentati.
L'indicatore non incorpora effetti a cascata per cui gli impatti dei pesticidi su una specie o un gruppo di specie hanno effetti dannosi su altri componenti della comunità (specie o gruppi di specie)
Gli inventari della biodiversità generalmente non rappresentano in maniera esaustiva alcuni taxa, tra cui piante, artropodi, microbiota; le relazioni tra ricchezza di specie e funzione dell'ecosistema sono poco comprese.
- Considerazioni conclusive
L’indicatore è un buon punto di partenza per stimare l’effetto tossico dei pesticidi sulla biodiversità. Restano però alcune perplessità dovute alla complessità della stima degli effetti delle sostanze singole o combinate su singole specie o comunità di organismi.
I risultati potrebbero soffrire di carenza di informazioni sugli aspetti ecotossicologici e i risultati richiedono un notevole sforzo anche dal punto di vista tassonomico per incorporare nei parametri che costituiscono l’indicatore per tutti i taxa rappresentativi dell’ecosistema che si sta considerando.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei pesticidi, possono anche in questo caso esserci delle lacune conoscitive. In assenza di dati commerciali, le stime dell'uso di pesticidi nelle colture possono essere generate utilizzando PEST-CHEMGRIDS e CROPGRIDS e applicando i relativi protocolli pubblicati. Questi utilizzano dati sulla produzione delle colture per area e deducono l'uso di pesticidi in base ai tassi di applicazione tipici per le stesse colture o colture simili in base alle vendite registrate da paesi ricchi di dati.
Serve quindi un’azione combinata da parte di chi possiede dati sulla vendita e soprattutto sull’utilizzo dei pesticidi e servono informazioni sull’effetto dei pesticidi singoli o in miscela su specie o comunità (studi ecotossicologici, monitoraggi di diversità di specie/comunità e abbondanza in aree sottoposte a trattamento con pesticidi)
Dal punto di vista operativo per il reporting annuale dell’ATAT vanno coinvolte altre strutture di ISPRA e altre istituzioni ed Enti, tra cui il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, iI Ministero dell’Agricoltura, della Sicurezza Alimentare e delle Foreste, gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, gli Enti di ricerca in campo agricolo, le Università, le Agenzie Regionali per la Protezione ambientale.