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Annegamento dei sinkholes

 

Collegamento all'immagine ingrandita in una nuova finestra (35 Kb)Uno degli effetti più evidenti è “l’annegamento” dei sinkholes (drowning), determinato dall’acqua presente nei terreni di copertura. Non è infrequente infatti che, al verificarsi di uno sprofondamento catastrofico, in un’area dove il tetto della falda dell’acquifero più superficiale è prossima alla superficie topografica, l’acqua di falda si riversi all’interno della depressione dando a questa la fisionomia di un piccolo lago.
Quando la profondità della voragine è pari o superiore alla quota piezometrica della falda, il lago viene alimentato da quest’ultima. In tale situazione il livello dell’acqua all’interno del piccolo lago subisce delle fluttuazioni stagionali, poiché strettamente collegato agli eventi pluviometrici, con minimi nella stagione estiva. In alcuni casi, durante i minimi estivi, si assiste al prosciugamento del lago.
In altri casi si osserva, invece, che il piccolo lago ormai formato non subisce nessuna variazione stagionale di livello, inoltre è possibile osservare alla superficie del lago bolle dovute a risalite di gas. In questi casi si può accertare la presenza di piccole emergenze al fondo lago; quando la portata delle sorgenti al fondo è notevole è possibile che si formi un piccolo emissario.
In questa seconda ipotesi si può supporre che il fenomeno di annegamento sia influenzato dalla presenza di acquiferi in pressione all’interno del bedrock carbonatico, e che i fenomeni di risalita di fluidi profondi (acqua e gas), nei sedimenti di copertura operino in maniera diretta sull’evoluzione di sprofondamenti catastrofici in superficie; si può classificare il fenomeno nel tipo piping sinkhole.
La risalita delle acque profonde tramite processi di upwelling risulta, poi, essere controllata da discontinuità (faglie, fratture) presenti nel bedrock e nella copertura sedimentaria, quest’ultima può raggiungere spessori anche notevoli (100-200 m).
Il sinkhole risulta essere così in collegamento con l’acquifero basale attraverso un condotto che ha le stesse caratteristiche di un pozzo artesiano che capta in profondità.
Tale processo è stato più volte suffragato da analisi geochimiche delle acque e dei gas disciolti che hanno confermato l’origine profonda (Ciotoli et alii, 1998, 2000).
I fenomeni di annegamento a cui si è assistito in epoca recente sono pochi, i più esemplificativi si riscontano in Toscana: il sinkhole del Bottegone (Berti et alii, 2002) e quello di Camaiore (Buchignani, 2002 Buchignani & Chines, 2002, D’Amato Avanzi et alii, 2002); quest’ultimo è stato ricolmato artificialmente in tempi molto rapidi.
Nel caso del Bottegone durante la formazione della voragine era ben visibile, da una parte della cavità un’iniziale presenza d’acqua, dopo alcuni mesi dalla formazione il sinkhole si è trasformato in un laghetto.