Biodiversità, consumo del suolo e clima le sfide ancora aperte. Continua ad essere sotto pressione la biodiversità italiana, una delle più ricche in Europa: solo l’8% degli habitat naturali risulta in uno stato di conservazione favorevole, mentre il 28% delle specie di vertebrati e il 24% delle piante vascolari valutate sono a rischio di estinzione. Il consumo di suolo resta una criticità: nel 2024 sono stati persi 7.850 ettari, pari a 21,5 ettari al giorno. Preoccupa il versante climatico: il 2024 è stato l’anno più caldo di tutta la serie dal 1961. I ghiacciai alpini osservati perdono massa a un ritmo sostenuto e l’innalzamento del livello del mare, pur di pochi millimetri l’anno, è continuo e dunque necessita di attenzione. Le perdite economiche pro capite dovute a eventi estremi sono quintuplicate in sette anni, dal 2017 l’Italia si colloca stabilmente su livelli superiori alla media europea.
Sul fronte della qualità ambientale, l’Italia mostra risultati contrastanti: da un lato un aumento dei corpi idrici superficiali in stato chimico buono, che raggiungono il 78% dei fiumi, dall’altro, nonostante l’inquinamento atmosferico presenti un generale miglioramento, avvicinandosi al rispetto dei valori limite di legge, si necessita di ulteriori interventi per raggiungere pienamente i valori di riferimento Oms.
Ispra presenta oggi a Roma presso la Camera dei Deputati tre strumenti fondamentali per comprendere lo stato dell’ambiente: il Rapporto europeo “Europe’s Environment 2025” dell’Agenzia europea per l’ambiente, il Rapporto Ispra “Stato dell’Ambiente in Italia 2025: Indicatori e Analisi” e il Rapporto Ambiente del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), che comprende Ispra e le Agenzie ambientali di Regioni e Province autonome (Arpa/Appa). L’iniziativa offre una visione multilivello della situazione ambientale europea, nazionale e regionale, che evidenza la necessità di una rete istituzionale basata su conoscenza condivisa e responsabilità. I tre Rapporti non sono studi isolati, ma parte di un’unica cornice conoscitiva fondata su indicatori ambientali ufficiali, costantemente aggiornati dall’Ispra e dal Snpa. Questi indicatori garantiscono coerenza, comparabilità e trasparenza, consentendo di monitorare i progressi e misurare l’efficacia delle politiche pubbliche.
Dopo il quadro europeo e nazionale, com’è la situazione a livello regionale? Il quadro è di un Paese in movimento, dove le politiche ambientali iniziano a produrre effetti tangibili, ma persistono disuguaglianze territoriali e ritardi da colmare. Per l’economia circolare, performance di raccolta differenziataparticolarmente positive in Veneto (77,7%), Emilia-Romagna (77,2%) e Sardegna (76,3%). Valle d’Aosta, Trentino e Basilicata si distinguono per l’elevato consumo di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili. Molto vicine al target Ue per l’agricoltura biologicale regioni del Centro e del Mezzogiorno, ancora distanti quelle del Nord. Solo sette regioni hanno ad oggi approvato formalmente una Strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici,ma tutte hanno inserito il tema dell’adattamento climatico tra le priorità della propria programmazione ambientale.
Comunicato stampa
Rapporto dell'Ambiente in Europa 2025
Stato dell'Ambiente in Italia 2025
Rapporto Ambiente SNPA. Edizione 2025
Banca dati degli indicatori ambientali ISPRA