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La ricerca floristica in Italia: un centro di eccellenza del Network Nazionale della Biodiversità nel cuore del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga

Autore: Valeria Giacanelli (ISPRA)

 

Nel cuore dell’Appennino centrale, nel territorio del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga (PNGL), ha sede il Centro Ricerche Floristiche dell'Appennino (CRFA), recentemente inserito dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare fra i Centri d’Eccellenza del Network Nazionale della Biodiversità (NNB), una rete di soggetti accreditati a livello nazionale e internazionale per la gestione condivisa di dati a supporto della Strategia Nazionale per la Biodiversità. Il CRFA viene istituito nel 2001 su iniziativa dell’Università di Camerino in accordo con il PNGL, grazie anche al supporto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), che ne riconosce così la rilevanza scientifica e di divulgazione culturale.

Il PNGL persegue e, in tal modo, raggiunge l’importante obiettivo di costruire una dettagliata base conoscitiva della ricchezza floristica del proprio territorio, che lo pone al primo posto tra i parchi europei e dell’intera area mediterranea (Conti & Bartolucci, 2016).

Le ricerche che hanno portato a questo lavoro di sintesi trovano anche applicazione nella redazione del Piano del Parco, dove sono individuate misure di conservazione specifiche per le diverse emergenze conservazionistiche, nel supporto alle pratiche selvicolturali e nello sviluppo di interventi di tutela, come quelli resi necessari dalla diffusione di piante alloctone invasive. Infatti, avvalendosi del CRFA, il Parco Nazionale Gran sasso e Monti della Laga ha avviato, con il contributo del Ministero dell'Ambiente, un progetto di contenimento del Senecio inaequidens, pianta esotica in rapida espansione con possibili impatti non solo sulla biodiversità e il paesaggio, ma anche sull'economia rurale e la salute umana. Questa pianta, infatti, contiene alcaloidi tossici, che attraverso i prodotti zootecnici possono raggiungere l'uomo.

In 16 anni di raccolta e identificazione di piante di provenienza regionale, nazionale ed internazionale, il CRFA ha costituito un erbario di circa 80.000 campioni, Herbarium Appenninicum, inserito nella rete internazionale degli erbari (Index Herbariorum) gestita dall’erbario di New York e dalla International Association for Plant Taxonomy (IAPT), con l’acronimo APP. Complessivamente sono state descritte 23 specie e sottospecie nuove per la scienza e ricombinati o istituiti nomi nuovi per altre 50 entità.

Ma l’attività scientifica del CRFA spazia anche al di là dei confini regionali, ponendosi al servizio di progetti a scala nazionale, fra i quali gli inventari floristici: i ricercatori del centro ricerche hanno infatti coordinato i progetti di redazione dell’inventario delle piante endemiche italiane (Peruzzi et al. 2016) e degli inventari delle piante autoctone (Bartolucci et al. 2018) e alloctone (Galasso et al. 2018) del nostro Paese, che hanno visto la partecipazione di oltre 50 esperti nazionali e stranieri.

Questi lavori rientrano nel crescente numero di checklists e cataloghi floristici pubblicati negli ultimi dieci anni in molti paesi del mondo, che confermano l’importanza riconosciuta a scala globale agli studi tassonomici e distributivi sulla flora e testimoniano la vitalità di questo campo di ricerca, cruciale non solo per rispondere ai quesiti di natura biogeografica ed ecologica, ma anche per stabilire una efficace ripartizione delle risorse destinate alla conservazione (Peruzzi 2018).

Le competenze floristiche vengono applicate dai ricercatori del CRFA anche al monitoraggio della flora di interesse comunitario come richiesto dagli articoli 11 e 17 della Direttiva Habitat (92/43/CEE). Infatti, dopo aver collaborato alla redazione del Manuale per il monitoraggio delle specie vegetali di direttiva, pubblicato dall’ISPRA (MLG 140/2016) in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, dove sono raccolti i protocolli specie-specifici condivisi a scala nazionale per le piante di interesse comunitario (Ercole et al. 2017), attualmente i ricercatori del CRFA sono coinvolti nel progetto LIFE Floranet, finalizzato alla salvaguardia e valorizzazione delle specie vegetali tutelate dalla Direttiva 92/43/CEE presenti nei parchi naturali dell’Appennino Abruzzese.

A fianco dell’attività di ricerca floristica e sulla base dei risultati conseguiti, il PNGL si avvale del CRFA per promuovere la diffusione della conoscenza scientifica e l’educazione ambientale attraverso seminari, passeggiate naturalistiche, laboratori didattici e la pubblicazione di opere a carattere divulgativo. Con l’iniziativa Il Parco siamo noi viene svolto un programma di seminari di informazione, formazione, approfondimento e aggiornamento sui progetti di ricerca, conservazione e sviluppo. Quest’anno la rassegna apre con un seminario dal titolo Come si scoprono e si descrivono specie nuove per la scienza (Figura 1).

A queste si affiancano le attività finalizzate al coinvolgimento diretto delle popolazioni e degli attori locali, che ogni anno, tra maggio e dicembre, aderiscono al progetto Il parco in fiore, un contenitore di eventi legati alla flora del Parco, fra cui passeggiate botaniche (Figura 2) e laboratori didattici sui tanti usi tradizionali delle piante spontanee.

Infine le pubblicazioni a carattere divulgativo: è recentissima l’uscita della Guida interattiva ad alberi, arbusti e liane del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (Nimis et al. 2018), realizzata in collaborazione con il Progetto Dryades dell'Università di Trieste e pubblicata anche in versione cartacea a cura del PNGL (Figura 3). Tramite questa guida, strumento rigorosamente scientifico, ma anche semplice ed intuitivo da usare, per l’identificazione di tutte le specie legnose attraverso l’osservazione di caratteri facilmente osservabili, l’Ente Parco intende avvicinare alla conoscenza della sua biodiversità anche appassionati, studenti, escursionisti e turisti. L’Atlante fotografico della flora del Parco e una monografia dedicata alle Piante endemiche minacciate delle montagne italiane in collaborazione con il Touring Club Italiano sono fra i lavori divulgativi di prossima uscita.