Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale

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Sintesi delle principali attività realizzate

 

1.1 - Ricerca bibliografica ed elaborazione dei dati (WP 1 e WP2)

A partire da Maggio 2014 è stata effettuata l’attività di ricerca bibliografica su base scientifica con l’obiettivo di classificare la biodiversità marina siciliana, con particolare riguardo alle specie protette o in pericolo, secondo le diverse convenzioni e direttive internazionali (CITES, BERNA, SPA/BIO, HABITAT, UCCELLI, Reg (CE) 967 del 2006; Reg. (CE) 43 del 2009, ACCOBAMS, REG. 812/2001) come da Allegato 1 del Progetto Esecutivo, nei siti marini di interesse naturalistico delle acque territoriali.
La raccolta bibliografica sulle specie protette o in pericolo nei siti marini siciliani di interesse naturalistico, è stata effettuata sia presso enti di ricerca, università e biblioteche, che attraverso la consultazione di banche dati online. I lavori scientifici di cui non era disponibile la versione elettronica sono stati scansionati ed acquisiti in formato Pdf, per essere poi archiviati.
I dati utili ricavati dalla ricerca sono stati inseriti nella piattaforma informatica sviluppata dall’IAMC-CNR (partner del progetto) denominata BIOGIS, un database georeferenziato per l’archiviazione e l’elaborazione di informazioni scientifiche e la successiva realizzazione di cartografie.
Per ciascuna specie è stata realizzata la mappa di distribuzione dei record nelle aree sopracitate (per rettili, uccelli e mammiferi, la mappa è stata estesa a tutta la regione siciliana) ed una scheda descrittiva che riporta sia informazioni di carattere generale, sia informazioni derivanti dall’elaborazione dei dati reperiti dalla bibliografia.
Sono stati estrapolati e aggiornati i dati relativi alle specie non indigene rinvenute nei mari della Sicilia, nel database dell’ISPRA, relativo al Mar Mediterraneo. In particolare è in corso di realizzazione la piattaforma online, relativa ai soli record siciliani, nella quale è possibile selezionare gli organismi non indigeni per gruppo e/o per singola specie, al fine di visualizzarne la relativa mappa di distribuzione. Tale piattaforma sarà presto collegata al sito web ufficiale dell’Osservatorio della Biodiversità della Regione Siciliana
Sono in fase di sviluppo alcuni indicatori, organizzati secondo lo schema logico DPSIR (Determinanti Pressioni Stato Impatto Risposte), allo scopo di costruire un sistema di valutazione dello stato della biodiversità nei siti siciliani oggetto di studio (SIC, ZPS, AMP), prendendo come riferimento gli indirizzi delle Direttive Europee.

1.2 - Promozione rete di coordinamento con le Aree Marine Protette (WP 1)

Al fine di estendere la raccolta delle informazioni, promuovere una rete di coordinamento per avviare un sistema di raccolta dei dati a lungo termine e programmare interventi efficaci per la conservazione e valorizzazione della biodiversità, sono stati predisposti contratti di ricerca tra l’ISPRA e le Aree Marine Protette siciliane interessate. Tali contratti prevedono:
a) la ricognizione ed elaborazione di dati provenienti da materiale bibliografico (pubblicazioni nazionali ed internazionali, letteratura grigia ossia rapporti tecnici, relazioni, tesi di laurea, oltre ad eventuali pubblicazioni prodotte dalla stessa Area Marina Protetta); documentazione fotografica e video; mappe e dati esistenti concernenti specie non indigene e specie marine, habitat e ambienti lagunari presenti nell’Area Marina Protetta ed elencati nelle diverse convenzioni, protocolli e direttive nazionali e internazionali sulla biodiversità (CITES, BERNA, SPA/BIO, HABITAT, UCCELLI, Reg (CE) 967 del 2006; Reg. (CE) 43 del 2009, ACCOBAMS, REG. 812/2001);
b) la ricognizione ed elaborazione di dati provenienti da materiale bibliografico e informazioni su eventuali attività socio-economiche e altri elementi presenti nell’area marina protetta, che possano costituire pressioni o creare possibili impatti sugli ecosistemi, nonché la formulazione di un parere tecnico su eventuali impatti e pressioni su specie e habitat all’interno dell’AMP.
L’AMP Isole Pelagie ha inoltre collaborato alla gestione di attività di campionamento di approfondimento  all’interno della  AMP stessa, supportando  anche le attività tecnico-scientifiche realizzate dall’ISPRA.

1.3 I risultati preliminari della prima campagna di studio dell’ISPRA nell’area dei banchi dello stretto di Sicilia (WP3.3)

 

L’ISPRA, nell’ambito delle attività di sviluppo di tecniche di monitoraggio svolte per l’Osservatorio Regionale sulla Biodiversità della Regione Sicilia ha condotto, nel luglio di quest’anno, la prima campagna di ricerca sulla biodiversità dei Banchi dello Stretto di Sicilia. La ricerca è stata realizzata con la nave oceanografica dell’Istituto, l’Astrea. I banchi sono rilievi sottomarini che possono spingersi sino alla superficie, di diversa natura geologica, accomunati da una notevole biodiversità. La prima campagna di ricerca è stata condotta sul Banco Avventura, il Banco Terribile, il Banco Pantelleria e il Banco Graham, composto da Ferdinandea e altri 8 coni e pinnacoli minori.

La biodiversità dei Banchi è stata studiata con diverse strumentazioni:

  • il multibeam, un ecoscandaglio multifascio, che ha permesso di realizzare carte batimetriche di dettaglio dei banchi non ancora investigati;
  • il ROV, una telecamera filoguidata, munita di macchina fotografica, sonar e braccio operativo, che ha consentito di ottenere filmati e immagini ad alta risoluzione dei fondali marini investigati;
  • la Benna e il Box Corer, strumenti per il campionamento dei sedimenti e del fondale, che hanno permesso il prelievo di campioni geologici e biologici.

L’analisi condotta sino a oggi, sui filmati ROV, ha già evidenziato oltre 150 specie animali e vegetali e 10 diversi habitat, tra cui 13 specie e 7 habitat protetti, in varia misura, da accordi e normative internazionali.

Le praterie di Posidonia e molte specie di alghe, quali sargassi e Dictiotaceae, dominano i fondali più superficiali e ben illuminati dei banchi, che in alcuni casi sono anche densamente popolati da coralli gorgonacei e  laminarie, intorno a 50/60 metri di profondità. Oltre gli 80 metri di profondità, i fondali rocciosi sono caratterizzati da coralli profondi come il corallo rosso, talvolta abbondante, da diverse specie di corallo nero, falso corallo nero e corallo bianco. A queste profondità i fondi sabbiosi e fangosi sono colonizzati dai coralli molli. Tra gli habitat che sono stati identificati vi sono: il coralligeno, a dominanza vegetale, con  diverse specie di alghe coralline e alghe brune, e quello a dominanza animale, popolato da briozoi, spugne, coralli e ascidiacei; le grotte semi-oscure, dominate da organismi incrostanti e rifugio, aree di riproduzione e nursery di numerose specie di crostacei, pesci ed echinodermi; i fondali a maërl e rodoliti, costituiti da alghe rosse coralline libere sul fondo. Particolarmente rilevanti sono state le osservazioni, nel Banco Avventura e Banco Pantelleria, di due gruppi di aquile di mare con più di 30 individui l’uno e, nel Banco Graham, di una tanatocenosi (biocenosi morta in epoche antiche) di corallo bianco e corallo rosso, la stessa probabilmente sfruttata dai corallari di Sciacca nei secoli scorsi.

Notevole rilevanza ha avuto il ritrovamento, sul Banco Graham, di fondali caratterizzati da emissione di gas, da camini idrotermali e mineralizzazioni biancastre. Le prime analisi condotte sui camini suggeriscono che vi sia un’attività idrotermale a bassa temperatura, che rappresenta una rarità in ambito geologico su scala planetaria, con geositi che ospitano, inoltre, peculiari ecosistemi geotermali.

1.4  Le campagne di studio dell’ISPRA per la proposta di istituzione di nuovi SIC (WP3.1)

Nel periodo compreso tra Aprile e Luglio 2015, l’ISPRA ha condotto due campagna di indagine con l’obiettivo di valutare la presenza di specie e habitat di interesse conservazionistico per l’istituzione di nuovi SIC marini. La prima campagna è stata condotta lungo la fascia costiera del promontorio di Capo Milazzo (ME) fino alla batimetrica dei 50 metri, la seconda lungo la fascia costiera della provincia di Agrigento, nel tratto di mare compreso fra la foce del fiume Platani e Scala dei Turchi.

I ricercatori dell’ISPRA hanno esplorato i fondali costieri, sia attraverso censimenti subacquei visivi (visual census) che utilizzando un piccolo robot subacqueo ROV (Remotely Operated Vehicle) che hanno portato all’individuazione di importanti comunità animali e vegetali, che sono inserite nelle Normative Nazionali, Direttive Europee (Direttiva Habitat) e Convenzioni Internazionali (Berna, Cites) che stabiliscono misure di protezione e conservazione, vietandone il prelievo, il danneggiamento dei siti ed il disturbo.

A Capo Milazzo sono stati individuati 5 tra gli habitat marini indicati nell’allegato I della Direttiva, la cui tutela richiede la designazione di aree speciali di conservazione:

“1110 - Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina”; “1120 - Praterie di Posidonia oceanica”; “1160 - Grandi cale e baie poco profonde”; “1170 -  Scogliere”; “ 8330 - Grotte marine sommerse o semisommerse”..

Sempre a Capo Milazzo sono state rinvenute  3  specie protette dell’allegato IV, ovvero quelle specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa.: l’echinoderma Centrostephanus longispinus, i molluschi Lithophaga lithophaga e Pinna nobilis.

Nei  fondali tra la Foce del fiume Platani e la Scala dei Turchi sono stati censiti i medesimi habitat e le medesime specie protette individate  a Capo Milazzo (fatta eccezione per l’habitat “grotte marine”). Di particolare rilievo il rinvenimento nei fondali prospicienti Scala dei Turchi del mollusco endolitico Pholas dactylus. Questa specie, di interesse conservazionistico (All.2 SPA/BIO e All.2 Convenzione di Berna) perfora le rocce marniche tipiche dell’agrigentino, costituendo vere e proprie facies. Se si considera che, in Mediterraneo il dattero bianco è stato segnalato solo in Grecia, le isole Baleri e le coste italiane dell’Adriatico centrale, il suo rinvenimento nei fondali dell’agrigentino aumenta il valore naturalistico dell’area e quindi la necessità di instaurare un regime di protezione.

In nessuna delle 2 aree sono  state censite  specie dell’allegato II della Direttiva;

I risultati di questa indagine saranno propedeutici alla compilazione del Formulario Standard per l’identificazione di nuovi Siti d’Importanza Comunitaria (SIC) marini nell’ambito della rete Natura 2000 prevista dalla Direttiva Habitat.

 

1.5 Campagne di ricerca per lo sviluppo di tecniche di monitoraggio di specie e habitat protetti in ambienti idrotermali superficiali e profondi (WP3.2)

Nel periodo compreso tra maggio 2014 e luglio 2015 sono state condotte 4 campagne ISPRA finalizzate alla messa a punto di tecniche di monitoraggio di specie e habitat protetti in ambienti idrotermali superficiali e profondi. La campagna è iniziata nell’area delle isole Eolie, individuata quale sito principale per lo studio dei fenomeni idrotermali superficiali e profondi della Sicilia.

L’integrazioni di metodologie e strumentazioni quali multibeam, sidescan sonar, ROV, camera bentica, CTD, Sonda CO2, box corer, benna, BRUV, utilizzate nel corso di 4 campagne condotte con la nave di ricerca ASTREA dell’ISPRA, hanno consentito di caratterizzare tutti gli habitat e la fauna associata a tali sistemi,oltre che monitorare parametri chimico fisici.

Sono stati identificati numerosi habitat prioritari della Direttiva Habitat (es. All. 1,1170) e riconosciute specie rare quali il foraminifero gigante Spiculosiphon sp., la spugna carnivora Asbestopluma hypogeal. Sono state inoltre classificate nuove specie di batteri chemiosintetici, quali indicatori dell’origine dei flussi di energia di tali ambienti. Nuovi siti idrotermali sono stati identificati intorno all’isola di Salina e nei Banchi del Canale di Sicilia.

Per le indagini è stata attivata una rete di collaborazione con l’ISMAR di Bologna e Ancona, l’IAMC di Messina, l’Università di Genova, delle Marche e di Messina, l’INGV e l’OGS di Trieste.

La conoscenza ed il monitoraggio di tali aree sono indispensabili per pianificare interventi di  gestione e salvaguardia di questi ecosistemi in continua evoluzione e per la valutazione e la prevenzione dei  rischi ad essi collegati, ma possono contribuire anche a implementare il manuale di interpretazione degli habitat della Direttiva Habitat.

 

1.6  Le campagne di studio dell’ISPRA nell’area dei banchi dello stretto di Sicilia (WP3.3)

L’ISPRA, nell’ambito delle attività di sviluppo di tecniche di monitoraggio svolte per l’Osservatorio Regionale sulla Biodiversità della Regione Sicilia, ha condotto, nel luglio 2014 e nel giugno 2015, due campagne di ricerca sulla biodiversità dei Banchi dello Stretto di Sicilia. I banchi sono rilievi sottomarini che possono spingersi sino alla superficie, di diversa natura geologica, accomunati da una notevole biodiversità. La prima campagna di ricerca è stata condotta sul Banco Avventura, il Banco Terribile, il Banco Pantelleria e il Banco Graham, composto da l’Isola Ferdinandea (edificio vulcanico emerso nel 1831 e inabissatosi solo sei mesi dopo) e altri 8 coni e pinnacoli minori; la seconda campagna è stata condotta sui Banco Avventura, Banco Pantelleria e Banco Graham.

La ricerca è stata realizzata con la nave oceanografica dell’Istituto, l’Astrea attraverso l’ausilio di diverse strumentazioni:

  • il Multibeam, un ecoscandaglio multifascio, che ha permesso di realizzare carte batimetriche di dettaglio dei banchi non ancora investigati;
  • il ROV, una telecamera filoguidata, munita di macchina fotografica, sonar e braccio operativo, che ha consentito di ottenere filmati e immagini ad alta risoluzione dei fondali marini investigati;
  • la Benna e il Box Corer, strumenti per il campionamento dei sedimenti e del fondale, che hanno permesso il prelievo di campioni geologici e biologici.

Gli obiettivi principali del monitoraggio sono stati:

  • realizzare una mappatura dei banchi Avventura, Graham e Pantelleria con restituzione di carte geomorfologiche e bionomiche georeferenziate;
  • studiare la biodiversità associata ai singoli banchi tramite censimenti visuali, effettuati attraverso sistemi remoti e campionamenti strumentali;
  • realizzare un censimento delle specie vegetali e animali e degli habitat sottoposti a tutela (protected) o ritenuti a rischio (endangered) dalle direttive e convenzioni internazionali, come la Direttiva CE 92/43 (Direttiva Habitat).

Nel corso delle campagne è emersa la rilevanza e la vulnerabilità della biodiversità specifica ed ecosistemica che caratterizza questi bassi fondali in mare aperto del Mediterraneo Centrale: numerosissimi gli habitat e specie identificati, molti dei quali già protetti o a sfruttamento limitato, oppure inclusi nelle liste rosse dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature) come specie minacciate, in pericolo, con trend in declino o poco conosciute. Notevole rilevanza ha avuto il ritrovamento, sul Banco Graham, di fondali caratterizzati da emissione di gas, da camini idrotermali e mineralizzazioni biancastre. Le prime analisi condotte sui camini suggeriscono che vi sia un’attività idrotermale a bassa temperatura, che rappresenta una rarità in ambito geologico su scala planetaria, con geositi che ospitano, inoltre, peculiari ecosistemi geotermali.

I risultati dell’analisi effettuate sui 29 filmati ROV e sulle 2860 foto realizzati hanno evidenziano la presenza sui banchi di 150 specie animali e vegetali, di cui ben 18 sono protette dalle convenzioni internazionali e 31 ritenute sensibili a vario titolo; inoltre, sono stati censiti, tra habitat, bicenosi e facies, 13 ambienti protetti.

Le acque più superficiali dei banchi sono dominate da vaste praterie di posidonia e da specie di alghe verdi, rosse e brune tra le quali sargassi e laminarie. Talvolta questi ambienti sono anche densamente popolati dal gorgonaceo, Eunicella singularis, mentre oltre i 70 metri di profondità è più diffuso il gorgonaceo, Eunicella cavolini. Dagli 80 metri fino al limite di campionamento, i fondi duri dei banchi sono caratterizzati, da spot di corallo rosso vivente (Corallium rubrum) e sono spesso rinvenute specie di corallo nero, come Antipathes subpinnata, Antipathella subpinnata, Parantipathes larix e Leiopathes glaberrima, falso corallo (Savalia savaglia), il corallo Callogorgia verticillata, e altri coralli calcificati – quali Dendrophyllia ramea e Dendrophyllia cornigera.

A tali profondità i fondi mobili sono colonizzati da altre specie di coralli, quali Veretillum cynomorium, Funiculina quadrangularis e Viminella flagellum. In enclave, a diverse profondità, é presente un coralligeno, dominato da alghe coralline, briozoi, come Pentapora fascialis, spugne, come Axinella polypoides e gorgonie come Paramuricea clavata. Gli ambienti sciafili, densamente colonizzati da organismi incrostanti, offrono rifugio e rappresentano aree di riproduzione e nursery per crostacei, tra i quali l’aragosta Palinurus elephas, molluschi e pesci come le cernie (Epinephelus marginatus, Hyporthodus haifensis, Epinephelus caninus, Epinephelus costae). Sul banco Avventura e sul Banco di Pantelleria sono stati avvistati due gruppi di oltre 30 aquile di mare (Myliobatis aquila) in un apparente e sconosciuto comportamento riproduttivo.

Alla base del cono vulcanico di Ferdinandea nel banco Graham sono stati osservati fondali caratterizzati da emissione di gas, mineralizzazioni biancastre e camini idrotermali costituiti prevalentemente da goethite amorfa, deposizioni caratteristiche di attività idrotermale a bassa temperatura ed a bassa concentrazione di manganese che suggeriscono un' attività idrotermale in corso anche se non direttamente percettibile estremamente peculiare che rappresenta una rarità in ambito geologico.

I risultati ottenuti ci consentono di ipotizzare che i banchi dello Stretto di Sicilia oltre a essere un hotspot di biodiversità unico nel bacino, giochino un fondamentale ruolo eco-sistemico per l’intero Mediterraneo centrale. Questi ambienti mostrano però una particolare fragilità essendo esposti ad attività di pesca professionale e ricreativa, come dimostra la grande quantità di attrezzi da pesca perduti che sono stati rinvenuti  sui fondali e ad altri impatti antropici. La loro prevalente ubicazione in acque internazionali richiede misure di tutela condivise ai fini della loro protezione.

1.7  L’Osservatorio della biodiversità all’EXPO 2015 (WP4)

Il 29 giugno 2015 si è tenuto, presso il Padiglione Italia di EXPO 2015, il convegno “La Biodiversità nell’area del Mediterraneo”, avente come obiettivo la costituzione di una rete euro-mediterranea tra le aree della nostra Regione Biogeografica e quelle degli stati (extra UE) della sponda meridionale ed orientale del Mediterraneo, sul tema della biodiversità.

Nel corso della sezione “La Biodiversità marina” l’ISPRA e gli altri partners hanno presentato il progetto dell’ Osservatorio della Biodiversità. In particolare l’ISPRA è intervenuta descrivendo il progetto e le sue attività di ricerca su ambienti sensibili ed estremi marini. In particolare il Dott. F. Andaloro e la Dott.ssa T. Romeo hanno presentato i risultati preliminari del monitoraggio di specie e habitat protetti associati ai banchi e in ambienti idrotermali superficiali e profondi. Tali ambienti hanno mostrato un ruolo ecosistemico fondamentale per l’intero Mediterraneo centrale che rende indispensabile la loro salvaguardia.

In questa occasione è stata proiettata l’anteprima del video – documentario “Sottoilmare - la biodiversità negli ambienti remoti ed estremi in Sicilia” realizzato da ISPRA, la cui versione integrale verrà presentata nell’ambito di un evento pubblico di progetto promosso dall’ISPRA che si terrà a Palermo il 15/12/2015.

(aggiornato a novembre 2015)