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V Rapporto sul Clima IPCC: l’uomo responsabile al 95% del cambiamento climatico

Nel corso dell’ultimo summit del Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (IPCC ) di  Stoccolma, è stato presentato l’ultimo rapporto di valutazione sul clima. Si tratta del contributo alla quinta valutazione IPCC  (AR5) del Gruppo di Lavoro I che valuta i principi fisici di base dei cambiamenti climatici, le osservazioni e le proiezioni climatiche. Il rapporto è composto da una Sintesi per i Decisori Politici (Summary for Policymakers), una Sintesi Tecnica (Technical Summary), 14 capitoli, alcuni allegati (Annexes) e altro materiale di supporto. Il WGI AR5 comprende dei capitoli dedicati alle variazioni del livello del mare, al ciclo del carbonio, ad alcuni fenomeni climatici e alla loro influenza futura sui cambiamenti climatici a livello regionale. Nel rapporto c’è una valutazione della scienza delle nuvole e degli aerosol e vi sono approfondite proiezioni climatiche sia a breve che a lungo termine. Un elemento di novità è l'Atlante delle Proiezioni Climatiche Globali e Regionali ( Annex I) che migliora l'accessibilità per utenti e stakeholder. Secondo quanto riportato nel rapporto vengono confermate le tendenze attuali: aumento della temperatura dell’atmosfera e degli oceani, incremento del livello del mare e diminuzione dell’estensione del volume del ghiaccio terrestre. Sembrerebbe che molti di questi fenomeni non abbiano precedenti su un arco di tempo che va dalle decine di anni ai millenni. Per quanto riguarda le temperature atmosferiche ad esempio il primo decennio del 21° secolo è stato il più caldo dal 1850. Secondo il rapporto, dall’inizio del 20° secolo la temperatura media del pianeta è cresciuta di 0.89 °C, mentre il livello del mare è cresciuto in media di 19 cm. L’elemento principale del rapporto è l’anidride carbonica (CO2), maggiore responsabile del cambiamento in atto tra i gas serra. La concentrazione di biossido di carbonio nell’atmosfera è cresciuta di più del 20% rispetto al 1958 e di circa il 40% dal 1750. L’attività antropica rappresenta una causa fondamentale di questi fenomeni, l’uso dei combustibili fossili e la deforestazione ad esempio risultano aver causato più della metà dell’aumento di temperatura osservato. Il rapporto ritiene “estremamente probabile”, con un indice del 95%, che attività imputabili all’uomo, vale a dire emissioni di gas-serra, aerosol e cambi di uso del suolo, siano le cause principali del riscaldamento globale osservato dal 1950. Si tratta di una considerazione che va sempre più consolidandosi nel rapporto, considerato che la probabilità stimata secondo l’ultima edizione del 2007 era del 90% e secondo la precedente del 2001 del 66%. Secondo l’IPCC le proiezioni per il futuro, basate su modelli matematici, indicano un’ulteriore crescita della temperatura. Il ruolo dell'IPCC è quello di fornire ai governi una valutazione completa e più aggiornata possibile delle conoscenze scientifiche, tecniche, socio-economiche sui temi legati ai cambiamenti climatici. Le proiezioni sui cambiamenti climatici prese in esame si basano su una serie di specifici scenari. Da questa valutazione, i decisori politici ricavano le informazioni sulle potenziali conseguenze dei cambiamenti climatici, conseguenze che dipendono dallo scenario considerato.

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