Istituto Superiore per la Protezione
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6 SASSANO-MONTECASSINO

Il Giro si muove tra Campania e Lazio, tra le propaggini dell’Appennino e il Mar Tirreno.

Partenza da Sassano per costeggiare il Parco del Cilento, lungo il Vallo di Diano (Parco Nazionale, Geoparco e World Heritage Site UNESCO). Il paesaggio dei Monti Alburni caratterizza questa parte del percorso: le quote da 300 m circa raggiungono 1742 m con alta energia di rilievo.

Nel complesso l'area si presenta come un altopiano carbonatico, bordato da versanti molto ripidi, che raggiunge la massima elevazione nella porzione settentrionale. I lineamenti morfostrutturali sono vistosamente orientati in direzione NW-SE. Sono presenti tutte le forme proprie del carsismo. Molto diffuse sono le depressioni chiuse, anch'esse di origine carsica, colmate da riempimenti sedimentari.

All’altezza di Eboli, la corsa rasenta i Monti Picentini  e percorre un tratto nella parte settentrionale della Piana del Sele, una vasta area pianeggiante allungata parallelamente alla costa del Golfo di Salerno, limitata a Nord da rilievi collinari e montuosi di natura carbonatica e verso l’interno da rilievi collinari terrigeni, che la chiudono anche a Sud. Le quote dal livello del mare raggiungono 150 m nella parte più interna dell'unità, con bassa energia di rilievo. Le litologie prevalenti sono di natura alluvionale, rappresentate da argille, limi, sabbie e conglomerati deposte con giaciture orizzontali. La linea di costa è bassa e sabbiosa con una stretta spiaggia. Più internamente tutta la pianura è caratterizzata dalla presenza di diversi ordini di terrazzamenti fluviali.

Il reticolo idrografico superficiale è molto sviluppato e a disegno sub-parallelo. E' caratterizzato dal corso del Fiume Sele, dall' andamento meandriforme, da alcuni suoi affluenti, il principale dei quali è il Fiume Calore e da una rete di canali a maglie regolari nella fascia prospiciente il mare.

La copertura del suolo è prevalentemente di tipo agricolo.

Raggiunto il GPM a Cava dei Tirreni, il Giro rasenta la base della Penisola Sorrentina, con i rilievi carbonatici dei Monti Lattari e scende in un lungo tratto pianeggiante: la Piana Campana.

Si tratta di una vasta area pianeggiante che si affaccia a Sud Ovest sul Mare Tirreno, con una linea di costa uniforme e rettilinea, e chiusa da paesaggi più rilevati a Nord Ovest (dorsale di Monte Massico), a Nord (complesso vulcanico di Roccamonfina), a Nord Est (Monti di Caserta), a Ovest e a Sud (complessi vulcanici del Vesuvio e dei Campi Flegrei). Presenta una struttura morfologica generale da estremamente piatta a leggermente ondulata e terrazzata. Il passaggio con le colline e ripiani vulcanici di Roccamonfina, del Vesuvio e dei Campi Flegrei è graduale, senza soluzioni di continuità. Alle pendici del Vesuvio, affacciata sul Golfo di Napoli sorge la parte pianeggiante della città di Napoli che si sviluppa con tessuto edificato continuo dal centro cittadino sino all'abitato di Castellammare di Stabia ai piedi dei Monti Lattari.

All'interno di questa unità sono riconoscibili una serie di strutture morfologiche disposte in fasce parallele alla linea di costa: spiaggia, duna, antichi cordoni dunari, un’estesa pianura alluvionale con tutte le forme caratteristiche, terrazzi alluvionali, basse colline coperte da materiali vulcanici. La costa è bassa e sabbiosa. Le litologie prevalenti comprendono sabbie, ghiaie, arenarie, conglomerati, piroclastiti, limi, argille. Diffusi i terreni di riporto nell'area metropolitana di Napoli.

Il reticolo idrografico, complessivamente parallelo, è caratterizzato dalla presenza del basso corso del Fiume Volturno e del suo delta, con andamento spiccatamente meandriforme e da una rete di canali artificiali (bonifica del Volturno).

Verso l’interno, una fascia movimentata a diversa morfologia caratterizza lo sfondo della Corsa: rilievi carbonatici spiccano tra morfologie più blande, di natura argillosa, spesso con coperture piroclastiche. In questa zona nel 1998 una frana distrusse l’abitato di Sarno, causando 137 vittime. Si trattava di una colata di fango determinata dallo scivolamento delle vulcaniti (pomici, sabbie, ceneri) emesse durante le eruzioni dei vulcani campani e deposte dai venti lungo i versanti dei rilievi carbonatici, imbevute di acqua in seguito alle precipitazioni dei giorni precedenti.

La tappa comincia ad inoltrarsi nell’Appennino, con l’arrivo all’Abbazia di Montecassino, sulle pendici del Monte Cairo.

 

Approfondimenti:

Geoportale Servizio Geologico d’Italia

http://sgi2.isprambiente.it/geositiweb/

http://www.unesco.it/cni/index.php/siti-italiani

http://www.winegis.it/