Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale

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Degrado dei suoli, molto vulnerabile il 10% del territorio nazionale

Domenica scorsa, la Giornata mondiale della Lotta alla Desertificazione e alla Siccità.

Con lo slogan “La terra ha un valore reale, investi su di lei”, lo scorso 17 giugno è stata celebrata la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, istituita nel 1995 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere la cooperazione internazionale allo scopo di combattere il fenomeno sempre più dilagante della scarsità d'acqua.

Per questa edizione, il Segretariato della Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (UNCCD) ha anche lanciato una campagna, che viaggerà sui social fino al 30 giugno: con l’hashtag #2018WDCD si raggiungerà l’opinione pubblica per sensibilizzare sull’importanza delle piccole azioni quotidiane per tutelare le risorse del territorio.

Il 30% delle aree emerse del Pianeta presenta fenomeni di degrado: ne conseguono  seri danni ai servizi ecosistemici che suolo e territorio forniscono all’uomo.

A pagare il prezzo più alto sono la produzione agricola e il patrimonio forestale, nei paesi più poveri ma anche nelle aree sviluppate, che perdono servizi come l’irregimentazione dei corsi d’acqua e la purificazione delle risorse idriche.

Suolo e territorio non sono, infatti, solo fonte di materie prime e patrimonio culturale ma anche parte essenziale del paesaggio, base della vita e spazio vitale per esseri umani, animali, piante e microrganismi; essi contribuiscono in maniera sostanziale, inoltre, a ridurre le emissioni di gas serra in atmosfera, favorendo l’accumulo di carbonio nel terreno.

Perdita di suolo per erosione e diminuzione di carbonio organico dei suoli sono strettamente collegati e rappresentano due dei principali fattori che conducono all’innesco di processi di desertificazione.

In Italia, si valuta che circa il 10% del territorio sia molto vulnerabile e circa il 49,2% abbia una media vulnerabilità ai diversi fattori di degrado a causa di erosione e disaggregazione, salinizzazione, contaminazione (locale e diffusa), diminuzione di sostanza organica, perdita di biodiversità, consumo di suolo, fatti aggravati negli ultimi anni dall’aumento quantitativo e qualitativo di fenomeni siccitosi. Le aree più vulnerabili sono in Sicilia, Sardegna, Puglia, Basilicata e Molise e segnali di aumento del degrado sono diffusi in Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania e Calabria.

I fenomeni di degrado del suolo, il cui massimo grado è la desertificazione ovvero la perdita della produttività economica e biologica del suolo, sono diffusi su tutto il pianeta con forme diverse. E sono drammatici quando avvengono nelle aree più povere del pianeta, come in Africa, dove la sopravvivenza stessa delle popolazioni è legata ai prodotti della terra, vivendo essenzialmente di forme di agricoltura di sussistenza.

Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale hanno partecipato alla celebrazione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità prevedendone l’inserimento all’interno del XXI Convegno Nazionale di Agrometeorologia, che si tiene a Roma dal 19 al 21 giugno.

 

Giuliana Bevilacqua