Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale

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Sprofondamenti nelle aree urbane

Il territorio Italiano è tra le aree al mondo maggiormente interessate dai fenomeni di sprofondamento improvviso; questi ultimi si concentrano maggiormente nelle aree urbanizzate ed in particolar modo in alcuni capoluoghi di provincia in cui è stato registrato negli ultimi anni un aumento dei casi.

Gli sprofondamenti nei centri urbani sono, per lo più, di origine antropica ed in questo caso riconducibili a crolli di volte di cavità artificiali, a scarsa o media profondità dal piano campagna, o connessi a fenomeni di dilavamento di terreni sciolti al di sotto del manto stradale per problemi di inadeguatezza della rete dei sottoservizi.

La maggior parte degli eventi infatti vengono registrati in concomitanza di eventi piovosi intesi.

Gli sprofondamenti nei centri urbani coinvolgono prevalentemente terreni di natura sedimentaria (sabbie e ghiaie generalmente) e vulcanoclastica (tufi e piroclastiti incoerenti).

Gli effetti nelle aree urbane a causa dell’interazione con il fitto tessuto urbano, sono all’origine di gravi danni sull’edificato e causa di perdita di vite umane.

Un primo censimento degli sprofondamenti su tutto il territorio nazionale è stato pubblicato da Catenacci nel 1992, anche se incompleto e mirato a tutti gli eventi di origine naturale (frane, inondazioni, terremoti), in cui solo modesta attenzione è stata rivolta agli sprofondamenti. Successivamente, nel 2004, è stato realizzato un censimento dal Dipartimento della Protezione Civile Italiana; il data base realizzato è stato messo in linea sul web e dopo qualche tempo ritirato (Corazza, 2004). In ogni caso anche questa raccolta di dati non risulta ad oggi completa e copre un intervallo di tempo che va dalla fine degli anni ’60 agli inizi del 2000.

Gli studi compiuti dalla Protezione Civile nel 2004 attestano, tuttavia, 794 casi di sprofondamento di origine antropica e 215 di origine naturale, verificatesi sia nelle aree urbane che in quelle rurali (Corazza; 2004).

Sino ad oggi, dunque, gli sprofondamenti nei centri urbani non sono stati oggetto di ulteriori specifici studi ed approfondimenti, che tengano conto di un intervallo di tempo maggiore, ma sono stati affrontati congiuntamente ai fenomeni di instabilità e dissesto che interessano il territorio italiano: frane, crolli di muri e dissesti delle cavità.

In tale ambito è stato avviato, dal 2008, dal Dipartimento Difesa del Suolo dell’ISPRA il “Progetto sprofondamenti nei centri urbani” che si occupa di censire con maggior dettaglio e aggiornamento i fenomeni avvenuti nei centri urbani. Tali dati andranno ad integrare il database dei sinkholes naturali.

Gli studi compiuti, sinora, dall’ISPRA hanno portato al censimento di alcune migliaia di casi di sprofondamento antropico o prettamente carsico avvenuti in aree urbane e nelle vicinanze di queste . Il lavoro svolto dall’ISPRA è consistito ad una prima fusione ed integrazione delle raccolte di dati e dei database pubblicati.

Successivamente si è proceduto all’integrazione e aggiornamento dei dati, con una prima stima dei capoluoghi di provincia maggiormente interessati dai dissesti. Maggiormente interessate dal fenomeno risultano Roma, Napoli e Cagliari. In questa prima fase dunque si è costituito di un gruppo di lavoro per studiare in dettaglio il fenomeno in queste prime tra città; i lavori sono in corso d’opera.

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