Progetto Ardea Sotterranea
Ispra (coordinamento Stefania Nisio) e l'Università della Tuscia (coordinamento Prof Sergio Madonna), con la collaborazione dell’Associazione Sotterranei di Roma, stanno svolgendo uno studio nel Comune di Ardea che ha portato alla riscoperta della storia sotterranea di Ardea.
Grazie al Patrocinio della Amministrazione comunale e grazie al supporto della Pro-loco di Ardea, dei volontari della Organizzazione di Protezione civile Airone e di alcuni studiosi locali, nonché dei cittadini proprietari dei terreni in cui si trovavano gli imbocchi delle cavità sotterranee, è stato possibile accedere ad ambienti ipogei che non erano stati più esplorati da decenni.
Sono pronti i primi risultati che hanno portato alla realizzazione di una mappa dei dissesti e delle cavità sotterranee nonché alla realizzazione di modelli 3D elaborati grazie alle moderne tecnologie. Sono stati individuati e descritti più di 3 km di gallerie sotterranee, analizzati 55 ambienti ipogei, che coprono un’area di circa 8-9 km quadrati del centro storico con presenza di cavità sotterranee. Di questi ambienti che documentano la incredibile ricchezza del sottosuolo di Ardea e che rappresentano anche una potenziale fonte di interesse per il turismo sotterraneo ne è emersa la funzione nel tempo. Lo studio è finalizzato alla mitigazione e prevenzione dei fenomeni di sinkhole (apertura di voragini) in superficie ma ha dato la possibilità ad una città di scoprire lo sfruttamento del suo sottosuolo. Un itinerario che si snoda tra laghi sotterranei, cunicoli e antichi luoghi di culto. Ardea è ben noto che ha avuto il suo massimo splendore nel VII secolo a.C. quando era una vera metropoli connessa ad uno dei principali porti del Litorale Romano (Castrum Inui) ed è ricchissima di testimonianze archeologiche poco valorizzate e poco conosciute. Descritta da quasi tutti i classici Latini e Greci, nonché da Virgilio nella sua Eneide, Ardea è conosciuta dagli studenti delle più prestigiose università del mondo ma poco dagli attuali ardeatini e probabilmente conserva ancora nel suo sottosuolo un enorme patrimonio archeologico che può essere valorizzato.
