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La strategia del monitoraggio nazionale del lupo

Foto di Alessandro Calabrese

L’elaborazione scientifica del monitoraggio del lupo, il disegno di campionamento e i protocolli per la raccolta dei dati, sviluppati da un gruppo di esperti del settore, sono riportati dettagliatamente nelle linee guida.

L’importante novità della strategia non consiste nei protocolli proposti per la raccolta dei dati, perché le tecniche sono già in uso a scala locale in molti contesti, ma nella sua applicazione contemporanea e standardizzata a scala nazionale, con l’obiettivo di ottenere un’unica stima di distribuzione (intesa come areale di presenza) e consistenza (il numero di esemplari) a livello di popolazione.

È la prima volta che si fa una operazione del genere per un mammifero in Italia.

Come si è deciso di procedere

Il lupo è una specie territoriale e ogni branco tende ad occupare una zona relativamente stabile ed esclusiva che nell’appennino oscilla tra i 70 e i 250 km quadrati. Ha un comportamento elusivo ed è un predatore opportunista. Queste caratteristiche rendono particolarmente complesso mettere in atto un monitoraggio.

Partiamo dall’Italia e dividiamola in celle di celle 10 km quadrati, il reticolo richiesto dall’Unione Europea per le rendicontazioni della Direttiva Habitat, evidenziando la zona delle alpi e quella peninsulare che saranno trattate separatamente.

Il ciclo vitale del lupo, alle nostre latitudini, prevede che le femmine partoriscano ai primi di maggio, occasionalmente a fine aprile. Le fasi di campionamento sul campo vengono realizzate nel periodo che va da ottobre 2020 a marzo 2021, prima della nascita dei cuccioli.

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Zona peninsulare

Un sottoinsieme delle celle dove è stata rilevata da preesistenti indagini la presenza del lupo in maniera stabile, sporadica o presunta, verrà indagato con specifiche attività di raccolta dati, applicando quindi un disegno di campionamento  probabilistico.

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Le celle sono state distinte in due gruppi, 99 a campionamento intensivo, distribuite in 11 aree della penisola, e 405 a campionamento estensivo.

All’interno di ogni cella sono stati definiti dei sentieri, detti transetti (in rosso), che verranno percorsi a cadenze regolari e sui cui si raccoglieranno i segni di presenza.

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In verde scuro le celle a campionamento intensivo, in chiaro quelle di estensivo nella zona tra Abruzzo e Molise.

Il campionamento estensivo ha lo scopo di rilevare la presenza della specie. La tecnica principale consiste nel percorrere transetti prestabiliti, una volta ogni due mesi (ottobre-novembre, dicembre-gennaio, febbraio-marzo), nei quali gli operatori registrano i segni di presenza, ossia gli escrementi attribuibili alla specie e raramente le tracce di un branco su neve (snow-tracking).

La presenza della specie nelle celle di campionamento estensivo viene accertata anche tramite:

  • segni di presenza derivati da terzi, purché verificati come da protocollo, in particolare per quanto riguarda documentazione fotografica casuale;
  • archiviazione di dati dei lupi morti rinvenuti.

Il wolf-howling e l’uso delle foto trappole, possono essere utili in particolare nel campionamento estensivo per disegnare transetti più efficienti, individuando dove è presente la specie nell’ambito del territorio delle celle.

Nelle celle di campionamento intensivo lo scopo è stimare l’abbondanza della specie, le attività sono quindi orientate a conoscere in dettaglio i branchi, le coppie e gli individui presenti. La tecnica principale è sempre la percorrenza di transetti prestabiliti, ma distribuiti più densamente sul territorio e percorsi una volta al mese (da ottobre a marzo).

Anche in questo caso durante la percorrenza dei transetti viene rilevata la presenza di feci e di tracce su neve. In questo caso le feci vengono raccolte, per ottenere, tramite analisi di laboratorio, il riconoscimento genetico degli individui, per poi applicare tecniche di analisi che a partire dagli  individui noti presenti sul territorio permettono di ottenere stime di abbondanza. Il wolf-howling, lo snow-tracking, l’uso delle foto trappole nelle celle di campionamento intensivo in particolare aiutano a ricostruire le unità familiari presenti sul territorio.

Per coordinare le attività di campionamento Federparchi ha identificato 20 tecnici/esperti, ognuno responsabile della raccolta e validazione dei dati per determinate celle di campionamento. I tecnici Federparchi sono aiutati nelle attività di campo dal personale di Enti locali, Regioni e Parchi, Carabinieri forestali, Università e associazioni di volontariato: questo è il Network Lupo.

 

Zona alpina

ll coordinamento è stato affidato al Centro di referenza regionale Grandi Carnivori e all'Università di Torino DBIOS, nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU, che si occupa del monitoraggio della popolazione alpina di lupi da anni".
 

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Le celle che si indagheranno sono tutte quelle in cui è stata rilevata la presenza della specie nell’ultima stagione di campionamento (2019-2020), le celle in cui in particolare è risultata probabile la presenza di un branco verranno interessate da campionamento intensivo, come indicato in figura. Il protocollo e i metodi di campionamento sono ovviamente identici a quelli descritti per la regione appenninica.

Nelle attività di monitoraggio sono coinvolti Enti locali, Regioni, Parchi, Carabinieri forestali, Università e Associazioni di volontariato che contribuiscono a formare il Network Lupo.

 

Il viaggio dei dati

I dati vengono raccolti da operatori appartenenti al Network Lupo, opportunamente formati tramite corsi organizzati in remoto o in presenza e con affiancamento sul campo, compatibilmente con le restrizioni dovute alla pandemia e attraverso un corso e-learning predisposto da ISPRA. Tramite un’APP, sviluppata ad hoc all’interno del contenitore “Gaia Observer”,  i dati andranno a popolare un database Nazionale, dopo esser stati validati. I campioni biologici raccolti sul campo, nell’ambito del campionamento condotto nella zona peninsulare (principalmente escrementi), verranno spediti al laboratorio di genetica ISPRA di Ozzano dove, una volta analizzati, permetteranno di riconoscere gli individui presenti sul territorio. Nella zona alpina le analisi saranno realizzate da un gruppo di laboratori individuati regionalmente e coordinati a scala internazionale alpina nell’ambito del progetto LIFE WolfAlps EU.

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L’elaborazione statistica dei dati pervenuti inizierà alla fine di Aprile 2021 e produrrà una stima della distribuzione e della abbondanza del lupo in Italia, la prima ottenuta con protocolli standard applicati in contemporanea a scala nazionale.

Il lavoro portato avanti in questi mesi rappresenta la prima survey nazionale e permette di stimare lo status della popolazione di lupo nell’anno 2020-2021, sia come distribuzione sia come consistenza, consente inoltre di impostare un protocollo che possa essere ripetuto nel tempo, in modo da permettere il monitoraggio della popolazione italiana di lupo. Il termine monitoraggio indica infatti la misurazione di un parametro ripetuta nel tempo per rilevarne un cambiamento.

Il Network Lupo coordinato a scala nazionale, realizzato grazie all’impegno di moltissime amministrazioni e associazioni, può contribuire non solo alla raccolta dei dati, ma anche a migliorare la conoscenza di questa specie da parte di tutta la società e ad incoraggiare la collaborazione e il dialogo tra cittadini, esperti e istituzioni.