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La biodiversità dei banchi dello Stretto di Sicilia

Le campagne di ricerca condotte dall’ISPRA negli anni 2014 e 2015

Lo Stretto di Sicilia rappresenta oggi il principale hotspot della biodiversità mediterranea, “punto caldo” caratterizzato da livelli di diversità biologica particolarmente elevati, e allo stesso tempo minacciato da perdita di habitat e specie. In questo tratto di mare tra Sicilia, Malta e Tunisia sono presenti, tra le altre, quasi tutte le specie marine protette, sia esse pelagiche sia bentoniche, del Mediterraneo.

Questa area rappresenta inoltre, attualmente, la più importante zona di pesca di grandi e medi pelagici quali tonno rosso, pescespada, ricciola, lampuga e tonnetto alletterato e di specie demersali (nasello, gambero rosa, scampo, luvaro, dentici, pagri, cernie). Presenti anche grandi stock di piccoli pelagici, come le acciughe, gli sgombri e le sardine, che hanno consentito lo sviluppo di un’importante industria conserviera nell’area.

 

I Banchi dello Stretto di Sicilia

Lo Stretto di Sicilia (Figura 1) è caratterizzato da una piattaforma continentale europea ristretta e da una piattaforma continentale africana molto estesa, separate da un’ampia, ma moderatamente profonda, scarpata continentale. Nell’area sorgono, sia sulla piattaforma continentale europea che su quella africana, numerosi bassifondi detti anche secche o banchi. Un Banco è una struttura geologica che si erge verso la superficie, anche in prossimità della stessa come nel caso dei banchi meno profondi che possono costituire un intralcio alla navigazione tanto da essere stati causa di numerosi naufragi.

Rappresentano ambienti sensibili caratterizzati da ecosistemi fragili ma essenziali per la diversità biologica dell’intera area oltre che essere ambienti di straordinario interesse naturalistico e spesso archeologico.

I più noti sono:

  • Banco Avventura. E’ un ampio tratto di piattaforma continentale carbonatica, che si estende dalla costa sud-occidentale della Sicilia fino a circa 200 metri di profondità. Da un’area subpianeggiante, tra 80 e 90 metri di profondità, si elevano diverse secche di origine carbonatica (Talbot, Anti-Talbot, Banco Pantelleria, Nerea, Panope ecc.) e coni vulcanici piuttosto recenti: Tetide, Anfitrite e Galatea. Profonde fosse tettoniche (graben) e forti correnti lo isolano sia dalla piattaforma tunisina sia dalle coste siciliane, proteggendolo almeno in parte dall’ impatto antropico e naturale. Inoltre, le correnti di risalita, upwelling, aumentano, la produttività biologica di quest’area ben nota ai pescatori siciliani e tunisini per l’elevata pescosità.
  • Banco Graham. Il Banco Graham, insieme al Banco Terribile e al Nerita, domina la piattaforma continentale siciliana antistante Sciacca. I tre Banchi costituiscono un esteso alto strutturale a forma di ferro di cavallo, aperto a nord-ovest, che si erge dal fondale circostante, la cui profondità varia da 250 metri a 500 metri. Il Banco è composto da un sistema vulcanico, che comprende all'interno di un raggio di 5 km oltre 10 edifici. Il più famoso è Ferdinandea, un’ isola sommersa, situata a circa 30 miglia da Pantelleria e 16 miglia da Sciacca, che affiorò il 1° agosto 1831. I coni vulcanici del Graham sono piuttosto estesi, variando ampiamente sia per dimensioni, da 50 metri a 1,5 km di diametro, sia per quanto riguarda la profondità minima, da 9 metri s.l.m. (l’Isola Ferdinandea) a 80-100 metri s.l.m..
  • Banco Pantelleria. Di origine sedimentaria, si trova a circa 18 miglia dall’Isola di Pantelleria. Ha una forma circolare con un diametro di circa tre miglia e la profondità varia da 15 metri a 50 metri. La parte centrale è caratterizzata da numerose depressioni rocciose dovute a strette fessure ed estese cavità; il margine settentrionale è il più acclive, digradando bruscamente fino a 40/50 metri di profondità, mentre il margine meridionale raggiunge le stesse profondità più gradualmente. Il Banco comprende anche un altro rilievo subsuperficiale, a sud-ovest del rilievo principale.
  • Banco Terribile sorge tra Sciacca e Pantelleria, la sua sommità si trova a circa 20 metri di profondità. Con il Banco Graham e Nerita, costituisce un ampio rilievo sottomarino a forma d’irregolare ferro di cavallo aperto verso Nord-ovest, che si innalza sul pavimento marino profondo, da 250 a 500 metri circa, dominando la piattaforma continentale siciliana prospiciente Sciacca.

Vi sono altri banchi meno famosi nello Stretto di Sicilia, noti ai pescatori, ai biologi, ai geologi e agli oceanografi marini per il loro ruolo ecologico nell’ecosistema del Mediterraneo centrale, alcuni di questi sono: Tetide, Anfitrite, Galatea, Nerita, Cimotoe, Birsa, Alcil, El Baobuch, Pinne Marine, Alga, Nameless, Madrepore (Figura 1).

Figura 1

 

Le campagne di ricerca sui Banchi dello Stretto di Sicilia condotte dall’ISPRA

Fra le attività intraprese dall’ISPRA nell’ambito dell’Osservatorio Regionale della Biodiversità della regione Sicilia, sono state condotte sui Banchi dello Stretto due campagne di ricerca, allo scopo di colmare le lacune conoscitive sulla biodiversità di questi particolari ambienti.

Le campagne di ricerca sono state effettuate dal 18 al 29 luglio del 2014 e dal 15 al 23 giugno del 2015, a bordo della nave oceanografica Astrea.

Sono stati indagati i seguenti banchi: il Banco Avventura, il Banco Terribile, il Banco Pantelleria e il Banco Graham con Ferdinandea e altri 8 coni e pinnacoli minori.

Lo studio della biodiversità interspecifica ed ecosistemica dei banchi è stato effettuato attraverso l’utilizzo di diverse strumentazioni e metodi di campionamento (Figura 2) e ha previsto:

  • rilevamenti con Multibeam per lo studio dell’andamento batimetrico dei fondali;
  • prelievo di campioni di sedimenti con benna Van Veen e Box Corer per lo studio granulometrico e per la caratterizzazione delle comunità bentoniche;
  • attività di pesca sperimentale per la cattura di specie ittiche stanziali;
  • visual census con Remotely Operated Vehicle ROV per la caratterizzazione delle comunità necto-bentoniche associate ai Banchi.

 

Figura 2

 

I risultati, derivanti dall’analisi dei 30 filmati e delle 2860 immagini ROV raccolti durante le campagne di ricerca hanno evidenziato oltre 150 specie e 13 ambienti protetti - tra cui habitat, biocenosi, associazioni e facies. Fra le specie identificate 18 sono protette da accordi internazionali, convenzioni e direttive, come la Convenzione di Washington (CITES), la Convenzione di Berna, la Direttiva 92/43/CEE (direttiva Habitat), e il protocollo SPA/BD della Convenzione di Barcellona. Inoltre, numerose sono incluse nella lista rossa IUCN: 3 specie in pericolo; 2 specie vulnerabili; 10 specie con trend in calo, 2 quasi a rischio; 6 specie con dati insufficienti e 10 specie con trend sconosciuto.

Le acque più superficiali e ben illuminate dei Banchi sono dominate, sia su roccia sia su fondo mobile, da vaste praterie di posidonia (Posidonia oceanica), da molte specie di alghe verdi, rosse e brune, alcune delle quali protette, come i sargassi e le laminarie (Laminaria rodriguezii), la cui presenza è accertata solamente in pochi siti mediterranei. In alcuni casi questi ambienti sono densamente popolati da una specie di gorgonia, Eunicella singularis, mentre oltre i 70 metri di profondità è più diffusa la specie Eunicella cavolini (Figura 3).

 

Figura 3

 

Oltre gli 80 metri di profondità, sino al limite massimo di campionamento, intorno ai 300 metri, i fondali sono caratterizzati, nelle parti rocciose, da rami isolati o da interi banchi di corallo rosso vivente (Corallium rubrum) (Figura 4) e, diffusamente, da diverse specie di corallo nero, come Antipathes dichotoma, Antipathella subpinnata, Parantipathes larix e Leiopathes glaberrima, il falso corallo (Savalia savaglia), coralli bianchi e altri coralli calcificati – quali Dendrophyllia ramea e Dendrophyllia cornigera (Figura 5). A queste profondità i fondi mobili sono colonizzati da altre specie di coralli molli, quali Veretillum cynomorium, Funiculina quadrangularis e Viminella flagellum.

 

Figura 4

 

Figura 5

 

Sono stati monitorati, a diverse profondità, altri habitat di fondo duro: il coralligeno dominato da diverse specie di alghe coralline, da briozoi, come Pentapora fascialis, da spugne, come Axinella polypoides, e da gorgonie, come Paramuricea clavata; le pareti rocciose sciafile delle grotte semi-oscure, spesso presenti, sono rivestite da numerosi organismi incrostanti e sono rifugio, aree di riproduzione e di nursery di crostacei, quali l’aragosta (Palinurus elephas), pesci tra cui alcune specie di cernie (Hyporthodus haifensis, Epinephelus caninus, Epinephelus costae) ed echinodermi (Centrostephanus longispinus). Sono stati anche osservati fondali a Maerl e rodoliti, costituiti da alghe rosse coralline. Sul Banco Avventura sono stati, inoltre, filmati due gruppi con più di 30 individui l’uno di aquile di mare (Myliobatis aquila) (Figura 6).

Nel Banco Graham sono state trovate anche le tanatocenosi, biocenosi morte in epoche antiche, di corallo rosso e coralli bianchi che costituiscono i ricchi giacimenti di corallo fossile di Sciacca, molto sfruttati nel secolo scorso.

 

Figura 6

 

Particolare rilevanza ha avuto nell’indagine il rinvenimento, nell’area del Banco Graham, di ambienti di grande interesse geologico, come i fondali caratterizzati da emissione di gas, già osservati in passato da INGV, e altre aree ricche di mineralizzazioni biancastre (Figura 7).

Le analisi chimico-fisiche condotte sui camini hanno evidenziato che si tratta di deposizioni amorfe, composte da ossi-idrossidi di ferro (goethite amorfa). Ciò suggerisce un’attività idrotermale in corso, anche se non direttamente percettibile. Questi ambienti possono essere considerati dei geositi e, per la loro componente vivente sia microbica sia macroscopica, essere ritenuti ecosistemi geotermali.

 

Figura 7

 

Il ruolo ecosistemico dei Banchi

I banchi monitorati, per quanto di struttura geologica e morfologica variabile legata alla loro diversa origine, hanno in comune la ricchezza di biodiversità che dipende dalla loro natura, profondità ed esposizione. Le indagini effettuate confermano e ampliano le conoscenze sul ruolo ecosistemico che giocano sull’intero Stretto di Sicilia in quanto:

  • Costituiscono una discontinuità naturale sulla monotonia di fondali mobili, esercitando attrazione da corpo solido per molte specie (tigmotropismo positivo), per le quali diventa un “meeting point” in mare aperto, aumentando la biodiversità e assumendo il ruolo di area riproduttiva.
  • Creano una discontinuità di substrato, accogliendo quella fauna e quella flora che altrimenti non potrebbe insediarsi nei fondali circostanti in cui il Banco sorge; fungono anche da supporto consentendo a molte specie di spostarsi di Banco in Banco, allo scopo di raggiungere aree distanti non raggiungibili diversamente.
  • Giocano un ruolo ecologico rilevante come aree protette naturali, poiché gli ecosistemi di basso fondo del largo sono sottoposti a minore impatto antropico (pesca, inquinamento, fruizione turistica) e naturale (apporto terrigeno e di nutrienti da parte di corsi d’acqua, sedimentazione costiera) rispetto agli analoghi costieri.
  • Creano rifugio o tana per adulti di molte specie marine, che riescono così a costituire uno stock di riproduttori per il mantenimento della specie e rappresentano una area di nursery che ospita giovanili di molti organismi marini.
  • Offrono risorse alimentari addizionali a specie di grandi predatori, quali mammiferi marini e squali, creando un livello trofico aggiuntivo in ambiente pelagico.
  • Ospitano biocenosi sensibili e fragili, oggi protette da normative e accordi internazionali, come praterie di posidonia, foreste di sargassi e laminarie, coralligeno del largo e maerl (alghe coralline), seriamente compromesse in ambiente costiero e oramai integre solo in ambiente di banco.
  • Creano un micro-sistema complesso e completo sviluppando rapporti ecosistemici e una biodiversità unica e non replicabile.
  • Consentono la fissazione dell’energia e il suo trasferimento trofico, creando biomassa.
  • Alcuni banchi, come Graham rappresentano geositi ed ecosistemi di ambienti geotermici unici e non replicabili.