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Idrologia Operativa, Idromorfologia, Inondazioni, Risorse Idriche e Siccità - a cura dell'area BIO-ACAS di ISPRA

Ultimo aggiornamento: 21/12/2022

I Servizi di Idrologia Operativa e la ricerca di settore

L'attività nazionale e internazionale sull'idromorfologia

  • Il sistema IDRAIM
  • Il sistema di valutazione idromorfologica, analisi e monitoraggio dei corsi d’acqua, denominato IDRAIM, costituisce un quadro metodologico complessivo di analisi, valutazione post-monitoraggio e di definizione delle misure di mitigazione degli impatti ai fini della pianificazione integrata prevista dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE e dalla Direttiva Alluvioni 2007/60/CE. Tenendo conto in maniera integrata di obiettivi di qualità ambientale e di mitigazione dei rischi legati ai processi di dinamica fluviale, IDRAIM si pone quindi come sistema a supporto della gestione dei corsi d’acqua e dei processi geomorfologici.

    Il sistema IDRAIM è stato sviluppato da un gruppo di ricerca costituito dall'ISPRA e dalle Università di Firenze e di Padova e dalla Libera Università di Bolzano. Il quadro metodologico definito da IDRAIM comprende le seguenti quattro fasi:

    1. caratterizzazione del sistema fluviale alla scala di bacino;

    2. ricostruzione della traiettoria evolutiva e valutazione delle condizioni attuali del corso d’acqua;

    3. descrizione delle tendenze evolutive future dell’alveo;

    4. identificazione dei possibili scenari di gestione.

    Lo stesso gruppo di lavoro ha anche sviluppato il sistema per il rilevamento e la classificazione delle unità morfologiche dei corsi d'acqua, denomitato SUM. Tale sistema viene utilizzato per identificare, caratterizzare e analizzare l'insieme delle unità morfologiche presenti lungo un tratto di corso d'acqua. Il SUM rientra nel più ampio sistema di valutazione idromorfologica, analisi e monitoraggio dei corsi d’acqua (IDRAIM) ed è stato sviluppato in modo da integrare in modo appropriato la valutazione morfologica alla scala di tratto condotta attraverso l'Indice di Qualità Morfologica (IQM). Inoltre, il sistema ha come scopo quello di favorire l'integrazione tra le conoscenze relative alle condizioni idromorfologiche alla scala di tratto, le caratteristiche morfologiche alla scala delle unità e le relative condizioni biologiche. Più recentemente, è stato introdotto l'Indice di Qualità Morfologica di monitoraggio (IQMm) che è uno strumento specifico per il monitoraggio, utile per quantificare variazioni della qualità morfologica alla scala di alcuni anni, ad esempio dopo l'esecuzione di interventi che possono aver migliorato o peggiorato la qualità morfologica del corso d'acqua

    È stata, inoltre, adattata al contesto italiano la metodologia denominata “MesoHABSIM – Mesohabitat Simulation Model” che fornisce un approccio a meso-scala per la modellazione e la valutazione dell’integrità dell’habitat fluviale. Tale metodologia si inserisce nel più ampio sistema IDRAIM ed è integrata con il sistema SUM per costituire uno strumento atto a descrivere la variabilità spazio-temporale degli habitat fluviali disponibili per la fauna, in funzione della portata defluente e della morfologia del corso d’acqua. La metodologia è descritta nel Manuale tecnico-operativo per la modellazione e la valutazione dell’integrità dell’habitat fluviale di recente pubblicazione (MLG ISPRA n. 154/2017) ed è inoltre in accordo con quanto riportato nelle linee guida in tema di “ecological flows” (e-flows) dell’Unione Europea (“Ecological flows in the implementation of the Water Framework Directive”, European Commission, Guidance N° 31, 2015), in cui viene menzionata come strumento idoneo alla valutazione dell’habitat fluviale e utilizzata in due casi studio (casi studio #6 e #8 della guida). Il manuale tecnico-operativo definisce, in particolare, l’Indice di integrità dell’Habitat (IH) e i passi procedurali per il suo calcolo e applicazione.

  • La Convenzione ASI-ISPRA "Habitat Mapping" e l'iniziativa IRIS
  • Nell’ambito dell'accordo quadro tra l'ISPRA e l'ASI - Agenzia Spaziale Italiana siglato nel 2015, è stato stipulato a fine 2016 una convenzione operativa per la progettazione, lo sviluppo, la verifica e la pre-operatività di una piattaforma tematica in ambito dell'iniziativa europea Copernicus per l'erogazione di un servizio downstream dedicato alla realizzazione e alla distribuzione di mappe tematiche di Habitat Mapping. In tale contesto, l'ISPRA in collaborazione con il DEIB - Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingeneria del Politecnico di Milano e la Durham University (UK), sta conducendo una attività di sviluppo, applicazione prototipale e implementazione pre-operativa di indicatori di morfologia fluviale per bacini con larghezza del canale attivo non inferiore ai 20–30 m basati su immagini SAR di Sentinel-1 e su dati ottici multi-spettrali di Sentinel-2, missioni satellitari dell'ESA-Eurpean Space Agency per conto del Programma EU Copernicus, nonché su dati da drone (DJI Phantom 4 Pro) e a terra (misure GPS-RTK di precisione e misure idrometriche).

    L'iniziativa ISPRA-DEIB sull'utilizzo dei dati satellitari per il monitoraggio fluviale, che prende il nome di "IRIS - Italian Research and development Initiative for Spaceborne river monitoring" (video IRIS), è in corso su quattro bacini afferenti a quattro dei sette Distretti Idrografici definiti ai sensi della L. 221/2015: i bacini dei fiumi Po e Sesia nel Distretto Idrografico del Po; il bacino del Paglia-Tevere nel Distretto Idrografico dell’Appennino Centrale; il bacino della fiumara Bonamico nel Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale e il bacino del fiume Tagliamento nel Distretto Idrografico delle Alpi Orientali.

    Questa attività, che si inserisce nel quadro del protocollo idromorfologico nazionale IDRAIM, si pone l’obiettivo di sviluppare a partire dai dati satellitari da piattaforma Sentinel-1 e Sentinel-2 metodologie per la determinazione dinamica e semi-automatica di indicatori caratterizzanti lo stato idromorfologico di alvei fluviali di adeguata dimensione, fornendo così un contributo e un supporto alla valutazione dello stato morfologico dei sistemi fluviali da parte degli Enti territoriali preposti, ai sensi della Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE e dalla Direttiva Alluvioni 2007/60/CE e delle relative norme italiane di recepimento, da effettuarsi altrimenti con le sole misure in situ o comunque a terra, e offrendo la possibilità di un monitoraggio costante delle modificazioni idromorfologiche con almeno cadenza stagionale o annuale, a seconda degli indicatori in corso di sperimentazione. L’obiettivo finale è anche quello di predisporre una linea guida per l‘estensione a scala nazionale della metodologia sviluppata, comprensiva di indicazioni riguardanti le sue limitazioni di impiego e applicabilità, e la sua implementazione pre-operativa nei DIAS-Data and Information Access Services europei. 

    Gli indicatori presi in considerazione e sviluppati dall'iniziativa IRIS sono i seguenti: 

    1. Assemblaggio unità morfologiche per la mappatura delle macro-unità morfologiche (cf. sistema SUM di IDRAIM), incluse barre di sedimenti, barre di sedimenti scarsamente o densamente vegetate;
    2. Classi granulometriche per la caratterizzazione del substrato;
    3. Larghezza dell’alveo bagnato per la stima della portata;
    4. Larghezza dell’alveo di piena e dell'alveo attivo;
    5. Indicatori di dinamica morfologica.

    Le relazioni di sintesi sulle attività condotte e sui prototipi di prodotti sviluppati da IRIS sono reperibili qui.

    Gli obiettivi e le finalità dell'iniziativa IRIS sono stati oggetto di diverse presentazioni già a partire dal 2018; tra queste si ricorda quella tenutasi nel corso del "Copernicus for Water Management workshop", organizzato il 29 maggio dalla Commissione Europea a Bruxelles presso DG GROW, con una relazione sull'utilizzo dei dati satellitari Copernicus in ambito idrologico e idromorfologico, oggetto di ricerca e sperimentazione nell'ambito del suddetto progetto, la presentazione occorsa durante il seminario "AMBER meets IRIS", organizzato dal Politecnico di Milano il 24 settembre per presentare i progressi nelle strategie di gestione e monitoraggio dei fiumi basate su remote sensing e, in particolare, sull’utilizzo di dati satellitari provenienti dalle missioni Sentinel del programma EU Copernicus, e quella tenutasi a Lisbona il 18 ottobre durante il workshop dell'iCUD - Inspecting Using Copernicus and UAV Data Project, organizzato nell'ambito dell'IMPEL NETWORK, con una relazione relativa all'uso combinato dei dati satellitari Copernicus e dei dati da drone per lo sviluppo di strumenti di monitoraggio idromorfologico.

    Un aggiornamento sull'iniziativa IRIS e sulle metodologie in corso di sviluppo è stato presentato il 13 maggio 2020 nel corso dei webinar COPERNICUS@WORK, iniziativa di comunicazione interna di ISPRA dedicata all’informazione e alla formazione sul Programma europeo Copernicus per l'osservazione della Terra, con una presentazione dal titolo "L’integrazione di dati da Sentinel Copernicus e da drone per lo sviluppo di strumenti finalizzati al monitoraggio idromorfologico dei fiumi a supporto delle Direttive Europee Acque e Alluvioni".

    L'evento finale di presentazione dei risultati della Convenzione ASI-ISPRA "Habitat Mapping" si è, invece, tenuto il 13 ottobre 2021 in occasione del primo Earth Technology Expo (Firenze, 13-16/10/2021) dove è stata organizzata una sessione sui Servizi Operativi Ambientali. Durante tale evento, sono stati presentati i risultati dell'iniziativa IRIS con una presentazione dal titolo "Indicatori idromorfologici da dati Sentinel: strumenti innovativi a supporto dell'implementazione delle Direttive Europee Quadro Acque e Alluvioni" (e un poster), in cui si sono sottolineati i vantaggi dei dati satellitari, in particolare quelli provenienti da Sentinel-1 e Sentinel-2 del Programma europeo Copernicus, per il monitoraggio e la caratterizzazione idromorfologica dei corsi d'acqua medio-grandi, anche tramite l'integrazione con altri strumenti (e.g., acquisizioni da drone) e come l'attività condotta in IRIS abbia posto le basi per un servizio nazionale nell'ambito del Mirror Copernicus della Space Economy nazionale, ora confluita in parte nell'ambito della componente "Spazio" del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

    L’Osservazione della Terra da satellite a supporto del monitoraggio e del controllo ambientale, incluse le attività di monitoraggio e caratterizzazione idromorfologica di IRIS, sono state oggetto del numero speciale della rivista Ecoscienza di ARPAE Emilia Romagna pubblicato in occasione dell'Earth Technology Expo di Firenze (Ecoscienza 5/2021).

    L'applicazione delle metodologie IRIS al monitoraggio idromorfologico dei corpi idrici e alla valutazione degli impatti di eventi estremi sono state, più recentemente, oggetto di due presentazioni in ambito nazionale e locale; la prima, dal titolo "I sistemi di remote sensing al servizio del monitoraggio dei corpi idrici e della valutazione degli impatti di eventi di siccità e alluvioni", tenutasi il 5 ottobre 2022 durante il secondo Earth Technology Expo (Firenze, 05-08/10/2022) nella sessione dedicata a Copernicus e Destination Earth: il contesto europeo, specificità e convergenze; la seconda , dal titolo "Dati da remoto per il monitoraggio idromorfologico dei corpi idrici, a supporto della pianificazione", tenutasi il 1 dicembre 2022 nel contesto di un ciclo di seminari della Regione Veneto dedicata all'utilizzo dei dati di Osservazione della Terra da parte delle istituzioni regionali.

  • Il progetto europeo REFORM
  • Nel corso del quadriennio novembre 2011–ottobre 2015, il progetto europeo REFORM - REstoring rivers FOR effective catchment Management ha creato, attraverso un percorso di ricerca internazionale, un quadro metodologico da utilizzare in occasione del secondo ciclo di pianificazione distrettuale, sensu Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (Water Framework Directive WFD), fornendo gli strumenti per l’integrazione degli obiettivi delle diverse direttive europee (quadro acque, alluvioni, sotterranee,energie rinnovabili, habitat, e uccelli) che interessano la gestione e la tutela dei sistemi fluviali. 

    Nell'ambito di questo progetto, l'IQM, originariamente sviluppato in Italia (Rinaldi et al., 2013) e facente parte del metodo nazionale di valutazione in applicazione della WFD,  come stabilito dal Decreto del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare n° 260 del 2010, è stato successivamente ampliato e applicato ad altre nazioni europee nell'ambito di REFORM (Rinaldi et al., 2015 - Deliverable 6.2, part III). Una ulteriore estensione del metodo è riportata nella recente Guidebook for the evaluation of stream morphological conditions by the Morphological Quality Index (MQI), che riporta anche il Morphological Quality Index for monitoring (MQIm). Le schede di valutazione in formato elettronico per l'indice MQI sono reperibili qui. In ambito REFORM è stata anche redatta la Guidebook on geomorphic Units survey and classification System (GUS).

    Come recentemente riportato nel Science for Environment Policy, Issue 500, 11 gennaio 2018, l'utilizzo combinato di questi tre strumenti, MQI, MQIm e GUS, rappresenta una promettente metodologia per condurre in Europa azioni collaborative di valutazione e monitoraggio idromorfologico.   

La legislazione europea in tema di inondazioni

  • La Direttiva Alluvioni
  • La Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni (Direttiva Alluvioni o Floods Directive – FD), attuata in Italia con il D.Lgs. 49/2010, ha lo scopo di istituire un quadro di riferimento per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvioni. Scopo principale è la riduzione delle potenziali conseguenze negative su (i) salute umana, (ii) attività economiche, (iii) ambiente e (iv) patrimonio culturale. 

    La FD delinea un percorso attuativo scandito da una serie di stadi di implementazione, caratterizzati da specifici obblighi e scadenze, che ha come punto di arrivo la redazione del piano di gestione del rischio di alluvione. Il percorso individuato dalla FD si svolge all’interno di un ciclo di gestione, che si rinnova attraverso un processo iterativo con periodicità pari a sei anni, e che deve prevedere altresì il coinvolgimento pubblico, attraverso idonei strumenti di informazione e consultazione. 

    La Direttiva prevede che entro tre mesi dalle scadenze stabilite per ciascuno stadio di implementazione, vengano riportati alla Commissione Europea una serie di informazioni (reporting), secondo modalità e formati ben definiti. L’attuazione della FD  richiede l’individuazione preliminare delle unità di gestione (Units of Management – UoM) e delle relative autorità competenti (Competent Authority – CA). Durante ciascun ciclo di gestione, devono in successione essere realizzati a livello di distretto idrografico o unità di gestione i seguenti prodotti: valutazione preliminare del rischio di alluvione; mappe di pericolosità e di rischio di alluvione; piani di gestione del rischio di alluvione.

La ricerca sul tema "Inondazioni"

  • CRUE ERA-Net
  • L'ISPRA (ex APAT), attraverso il Dipartimento Tutela Acque Interne e Marine, è stata coinvolta a partire dal novembre 2004 nelle attività del progetto europeo CRUE ERA-Net del Sesto Programma Quadro della Ricerca (FP6), progetto dedicato al coordinamento della ricerca sulla prevenzione delle inondazioni, anche in conformità e a supporto della FD. Il progetto CRUE è stato istituito (i) per consolidare i programmi nazionali di ricerca sulle alluvioni e sulla gestione del rischio di alluvione condotti dagli Stati Membri, (ii) per promuovere e diffondere le buone pratiche nella prevenzione e previsione di tale calamità naturale, e (iii) per identificare le lacune e le opportunità di collaborazione su attività di ricerca future, attraverso la realizzazione della “CRUE Research Agenda—Strengthening European Research for Flood Risk Management” (adottata ad aprile 2009).

    Da settembre 2009 ad aprile 2012, l'ISPRA insieme a gran parte del partenariato del progetto CRUE ha partecipato al finanziamento di progetti di ricerca multinazionali selezionati attraverso il secondo bando comune internazionale, 2nd Research Funding Initiative “Flood resilient communities – managing the consequences of flooding” (2nd CRUE RFI). Esperti in materia dell’ISPRA, che avevano anche contribuito alla stesura del bando e preso parte alle commissioni europee di valutazione e selezione, sono stati attivamente e costantemente coinvolti nel seguire e supportare i progetti di ricerca della 2nd CRUE RFI. In particolare, sono stati monitorati e diffusi i progressi e i risultati dei progetti che vedono la partecipazione di Enti nazionali, ossia IMRA (che ha come partner italiani l'Autorità di Bacino del Tevere, T6 Società Cooperativa, Istituto di Ricerche sulla popolazione e le Politiche Sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche), FREEMAN (che ha come partner italiano il Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici) e URFlood (che ha come partner italiano il Centro Interuniversitario di Ricerca in Psicologia Ambientale). Questi progetti sono stati finanziati da ISPRA per la loro quota-parte italiana, per un importo complessivo di circa 260.000 Euro.

    I progetti hanno concluso le proprie attività di ricerca a settembre 2011, hanno presentato i risultati di due anni di attività nel corso del Final Symposium della 2nd CRUE RFI (Graz, 19-20/09/2011) e sono stai da quel momento coinvolti nelle attività di disseminazione e di redazione di linee guida, manuali, final report e articoli scientifici. I rapporti tecnici sono tutti disponibili sui portali web dei singoli progetti, nonché sul portale web di CRUE ERA-Net. Per quanto riguarda la produzione scientifica va sicuramente ricordata la Special Issue "Flood resilient communities – managing the consequences of flooding" pubblicata dalla rivista Natural Hazards and Earth System Sciences.

    L’ISPRA insieme con gli altri partner del Consorzio CRUE e in collaborazione con il progetto di coordinamento scientifico della 2nd CRUE RFI ha redatto un report di sintesi di tale iniziativa di finanziamento dedicato ai portatori di interesse e ai decisori politici coinvolti nella gestione del rischio di inondazione. Questo report, che presenta le metodologie sviluppate dai progetti finanziati e il loro collegamento con quanto richiesto dalla FD, è stato presentato nel corso della riunione 2012 dell’EU Working Group F “Floods” per la  Common Implementation Strategy (CIS) della Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (Water Framework Directive WFD).

La ricerca sul tema "Risorse Idriche"

  • Joint Programming Initiative "Water Challenges for a Changing World" e progetto FP7 "WatEUr Coordination & Support Action"
  • Nel 2008 la Commissione Europea invitò gli Stati membri dell'Unione Europea e i paesi associati ai programmi comunitari di ricerca e innovazione a sviluppare "iniziative di programmazione congiunta" per affrontare più efficacemente alcuni grandi temi che rappresentano vere e proprie sfide per l'umanità. Attualmente sono state identificate 10 Joint Programming Initiatives (JPIs) con lo scopo di armonizzare coordinare meglio in un determinato campo (acqua, clima, salute, beni culturali ecc.) le attività di ricerca svolte a livello nazionale, sviluppando azioni comuni come l'elaborazione di un'agenda di ricerca condivisa, il finanziamento di progetti, la mobilità di ricercatori e la condivisione di infrastrutture di ricerca. 

    La Joint Programming Initiative "Water Challenges for a Changing World" (Water JPI), che è stata avviata dal Consiglio Competitività dell'Unione Europea il 26 maggio 2010 e definitivamente approvata in quello del 6 dicembre 2011, è coordinata dal ministero spagnolo per l'economia e l'innovazione MINECO. All'iniziativa partecipano 23 paesi di cui 5 con il ruolo di osservatori, in attesa di diventare veri e propri membri del partenariato. 

    Il settore idrico è di primaria importanza in Europa e nel mondo. Si è calcolato che, all'interno della UE, gli investimenti nazionali nella ricerca applicata a tale settore ammontino a 370 milioni di euro l'anno e che stessa Commissione Europea, attraverso i suoi programmi di ricerca e innovazione destini al tema acqua 130 M€ l'anno. 

    Il documento di base della Water JPI, consultabile nel sito www.waterjpi.eu, è il Vision Document che ha individuato le sfide di natura economica, tecnologica, ambientale e sociale da affrontare per raggiungere l'obiettivo dell'iniziativa che è quello di garantire ai cittadini europei, in maniera sostenibile anche in futuro, la disponibilità della risorsa idrica in buona qualità e quantità. 

    Per sostenere le attività preliminari di costituzione di tale rete europea di coordinamento della ricerca applicata all'acqua, la Commissione europea, nell'ambito del Settimo Programma Quadro della Ricerca (FP7), ha aperto il 12 gennaio 2012 un bando per il finanziamento della Coordination and Support Action (CSA) di avvio della JPI a cui ha partecipato ISPRA con il Dipartimento Tutela Acque Interne e Marine. Il primo gennaio 2013 sono iniziate le attività previste dai 6 workpackages della CSA WaTEur, e il lancio ufficiale della Water JPI e della CSA WaTEur ha avuto luogo il 5 febbraio 2013 a Madrid. La Strategic Research and Innovation Agenda in corso di elaborazione è focalizzata sui seguenti argomenti: la conservazione della sostenibilità degli ecosistemi idrici, lo sviluppo di sistemi di distribuzione della risorsa che siano sicuri ed efficienti, la promozione della competitività del settore idrico, lo sfruttamento economico del risorsa con modalità che tengano conto della sua bio-compatibilità, il raggiungimento degli obiettivi di qualità e quantità promossi dalle politiche europee per l'acqua.

  • IWRM-Net
  • L’ISPRA, con il Dipartimento Tutela Acque Interne e Marine, finanzia i partner italiani dei progetti ICARUS, WATER2ADAPT, WATER CAP & TRADE selezionati a seguito del secondo bando comune dell’Eranet del VI Programma Quadro per la Ricerca IWRM-Net - Towards a European-wide exchange Network for integrating research efforts on Integrated Water Resources Management dedicata alla ricerca sulla gestione integrata delle risorse idriche. I tre progetti con partner italiano finanziato da ISPRA svolgono attività di ricerca sull’impatto del cambiamento climatico, sulla disponibilità di acqua e sugli strumenti di natura economica adottati per la conservazione delle risorse idriche per una durata media di 24 mesi a partire dal settembre 2010, per un importo complessivo di circa 205.000 Euro.

    ICARUS, che è coordinato dall’italiano Centro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici e ha due partner spagnoli e uno portoghese, si occupa della necessità di aumentare l’efficienza nella gestione dell’acqua in condizioni di forti impatti prodotti dai cambiamenti climatici e accresciuta domanda di risorse idriche a causa di condizioni siccitose. Partendo dalle analisi del quadro istituzionale, bio-fisico e socio-economico relativo alla gestione sostenibile dell’acqua in alcune aree di studio italiane, spagnole e portoghesi, sono state identificate strategie, pratiche e strumenti per il risparmio delle risorse idriche da diffondere anche in altri paesi dell’area mediterranea interessati dagli stessi fenomeni di scarsità idrica.

    Anche WATER2ADAPT ha un coordinatore italiano: la Fondazione ENI Enrico Mattei di Venezia. Il progetto con due partners tedeschi, due portoghesi e uno spagnolo ha preso  in esame i più recenti casi di siccità nei bacini dei fiumi Po, Weser, Ebro e Guardiana, con lo scopo di valutarne l’impatto sociale ed economico, e ha esaminato le pratiche attualmente in uso individuandone quelle che inducono a un consumo non sostenibile delle risorse idriche e a una loro inefficiente distribuzione, al fine di evitare per il futuro atteggiamenti non corretti e promuovere invece possibili misure efficaci di mitigazione del fenomeno.

    Al progetto WATER CAP & TRADE, coordinato dal BRGM, il servizio geologico francese, partecipa il Dipartimento di economia e ingegneria agraria dell’Università di Bologna. Il progetto si occupa dei mercati dell’acqua e dei sistemi di captazione negoziata per quote come strumenti economici per una migliore gestione delle risorse idriche. Esistono infatti esperienze di questo tipo in Spagna, Australia, Stati Uniti e Cile e si stanno analizzando metodologie di risparmio idrico anche nell’area italiana del bacino del fiume Reno e in altri casi studio in Francia e Spagna in stretto contatto con tutti i possibili stakeholder individuati a livello locale e nazionale.

Il monitoraggio della siccità

  • Il Bollettino Siccità
  • Il bollettino ISPRA di monitoraggio della siccità fornisce una indicazione della siccità mediante mappe, aggiornate mensilmente, dello Standardized Precipitation Index (SPI), che è l'indice climatologico comunemente usato per quantificare la scarsità o abbondanza di precipitazioni rispetto alle condizioni medie (climatiche) del luogo in esame. Sul bollettino sono consultabili le mappe per quattro aree (Italia, Mediterraneo, Europa e area adriatico-danubiana), dal mese di dicembre 1989 a oggi, definite rispetto a quattro scale temporali (3, 6, 12 e 24 mesi). I dati di precipitazione giornaliera disponibili su tutto il globo su un grigliato di passo 2.5° nella rianalisi NCEP/DOE sono utilizzati per il calcolo dell'indice SPI.

    Il prototipo del bollettino è stato sviluppato e finanziato nell'ambito dei progetti europei INTERREG IIC “Siccità” e INTERREG IIIB MEDOCC - SEDEMED. La versione "operativa" disponibile sul portale ISPRA (e comprendente le quattro aree di monitoraggio summenzionate) è stata implementata nel quadro delle attività del progetto europeo INTERREG IIIB CADSES – HYDROCARE. L’esperienza di sviluppo del bollettino siccità è stata anche utile nel contesto del progetto europeo INTERREG IIIB MEDDOC – MIPAIS, riguardante l’uso dell’acqua in irrigazione nei periodi di siccità e le idonee tecnologie di irrigazione. I database italiani per il monitoraggio della siccità basati su indici, tra cui il bollettino ISPRA, sono illustrati nel rapporto finale di ISPRA per il progetto MIPAIS.

    Bollettini per il monitoraggio e la previsione della siccità, basati per lo più proprio sull'utilizzo dell'indice SPI, sono disponibili anche a livello regionale e a livello europeo (si veda il bollettino presente su EDO – Osservatorio Europeo sulla siccità, sviluppato dall'EU Joint Research Centre di Ispra (VA) in collaborazione con diversi istituti europei.  

  • Gli Osservatori distrettuali permanenti per gli utilizzi idrici e il Comitato tecnico di coordinamento nazionale degli Osservatori
  • A febbraio 2016, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e il DPC ha promosso la costituzione di un sistema di "Osservatori permanenti in tutti i distretti idrografici come supporto tecnico-specialistico alle decisioni politiche sul problema della siccità che interessa i laghi e i corsi d'acqua italiani". A partire da luglio 2016, con opportuni Protocolli di Intesa, sono stati istituti per ciascuno dei sette Distretti Idrografici individuati dalla L. 221/2015 (in vigore dal 2 febbraio 2016), gli Osservatori permanenti per gli utilizzi idrici ai quali, oltre alle Autorità di Distretto, partecipano come soggetti attivi il MATTM, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il DPC, l'ISPRA, l'ISTAT, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, le Regioni, l'Associazione Nazionale delle Bonifiche, delle Irrigazioni e dei miglioramenti fondiari, i consorzi di regolazione dei laghi, le aziende idriche energetiche e ambientali e le imprese elettriche. 

    Come specificato nei protocolli che ne accompagnano l’istituzione, l’Osservatorio costituisce una struttura operativa permanente di tipo volontario e sussidiario a supporto del governo integrato dell’acqua che, in particolare, cura la raccolta, l’aggiornamento e la diffusione dei dati relativi alla disponibilità e all’uso della risorsa idrica nel Distretto Idrografico. Scopo dell’Osservatorio è quello di fornire indirizzi per la regolamentazione dei prelievi e degli usi e delle possibili compensazioni, in particolar modo in occasione di eventi di siccità e/o di scarsità idrica, nel rispetto degli obiettivi del Piano di Gestione del Distretto Idrografico e del controllo dell’equilibrio del Bilancio Idrico, tenendo altresì in considerazione la Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNACC).

    All'operato dei sette Osservatori si affianca quello del Comitato tecnico di coordinamento nazionale, istituito presso il MATTM nell'ottobre 2016, con lo specifico compito di "promuovere l'armonizzazione, su tutto il territorio nazionale, dei criteri per la determinazione dei livelli di severità dei fenomeni di scarsità, per l'identificazione dei parametri di riferimento (idrologici, idraulici, agronomici, ambientali di siccità e impatto economico) necessari al monitoraggio e alla valutazione delle condizioni ambientali e degli effetti delle misure adottate e per la definizione delle procedure di trasmissione e validazione dei dati". Il Comitato, presieduto dal MATTM, vede la partecipazione dei rappresentanti delle Autorità di Distretto, nonché quella del DPC, dell'ISPRA, dell'ISTAT, del CREA, dell'ANBI e del CNR e ha definito come sue prime attività: 

    1. l'individuazione e la raccolta dei dati necessari alla gestione delle risorse idriche, con particolare riguardo a quelli relativi ai prelievi e all'uso e consumo della risorsa idrica trasferimento degli stessi tra gli Osservatori e i soggetti che devono acquisirli e conservarli – attività coordinata da ISTAT, in collaborazione con ISPRA, CREA e ANBI e con la partecipazione di tutte le altre autorità che costituiscono il Comitato;

    2. l'individuazione di indicatori utili al monitoraggio degli eventi di siccità e scarsità idrica, con particolare riguardo alla definizione di un protocollo/set di indicatori comune da adottare in ciascun Osservatorio – attività coordinata da ISPRA e da IRSA-CNR, in collaborazione con DPC, Istat, CREA, le Autorità di Bacino Distrettuale e MiTE;

    3. la definizione di note tecniche per le crisi idriche in condizioni di siccità – attività condotta da Utilitalia in collaborazione con ISPRA, MiTE, DPC, IRSA-CNR, Istat, ISS-Istituto Superiore di Sanità, Università degli Studi di Catania, gestori del servizio idrico e l'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po;

    4. un focus sull'applicazione e il calcolo degli indicatori di stress idrico (ad es., il Water Exploitation Index Plus o WEI+) a livello nazionale e di distretto idrografico, anche in relazione all'indicatore SGD 6.4.2 Level of Water stress (e la sua disaggregazione a livello di distretto idrografico) e agli indicatori dell'EEA-European Envirnomental Agency relativi all'utilizzo delle risorse idriche – attività guidata da ISPRA in collaborazione con Istat, IRSA-CNR, le Autorità di Bacino Distrettuale e CREA;

    5. la definizione di riferimenti comuni per la gestione della siccità, comprese le modalità di presentazione dei risultati delle attività degli Osservatori (ad es., bollettini, pubblicazioni sui siti web delle Autorità di Bacino Distrettuale e sui siti web nazionali), al fine di uniformarle a livello nazionale – attività coordinata dal MiTE in collaborazione con ISPRA, DPC e le Autorità di Bacino Distrettuale.

    Le Linee guida sugli indicatori di siccità e scarsità idrica da utilizzare nelle attività degli Osservatori permanenti per gli utilizzi idrici sono state predisposte dall'ISPRA e dall'IRSA-CNR, con il supporto dei componenti del Comitato tecnico. Le Linee guida sono state sviluppate tenendo in considerazione quanto già analizzato, sviluppato e utilizzato per il monitoraggio della siccità e degli eventi di scarsità idrica a livello europeo (v. EC Communication on drought and water scarcity COM/2007/0414; e attività correlate in ambito della Common Implementation Strategy per la Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE e la Direttiva Alluvioni 2007/60/CE), a livello nazionale (ad es., attività ISPRA in ambito di meteorologia, idrologia, idromorfologia, attività IRSA-CNR in ambito di supporto ai Distretti Idrografici) e a livello locale (attività dei Centri Funzionali di Protezione civile che si occupano di monitoraggio idro-meteorologico e dei Distretti Idrografici).

    Sebbene a livello di ciascun Distretto Idrografico sussistano delle peculiarità fisico-ambientali che hanno comportato nel corso degli anni l'adozione di indicatori e strumenti di monitoraggio specifici per il relativo territorio, che sono illustrati anche essi nella Linee guida, con la creazione degli Osservatori e mediante il lavoro di supporto e coordinamento del MATTM nell'ambito del Comitato Tecnico di Coordinamento Nazionale, si è proceduto all'individuazione di un set comune di indicatori da aggiungere, ove non già presenti, a quelli già popolati in modo da avere una visione e un monitoraggio omogeneo a livello nazionale della situazione in materia di siccità e scarsità idrica.

    La presentazione delle Linee guida è avvenuta nel corso del Workshop "Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici: prevenzione e gestione degli eventi di scarsità idrica", che si è tenuto a Roma il 28 giugno 2018 nell'ambito delle attività del Progetto CReIAMO PA del MATTM, finanziato dal PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020. 

    L'attività nazionale in tema di monitoraggio della siccità è stata anche oggetto di diverse presentazioni. Tra quelle recenti si ricorda la presentazione "Drought monitoring in Italy: Focus on the network of River Basin District Observatories for water resource uses", tenutasi nel corso del "Water and Land Conference 2019" del network IMPEL–European Union Network for the Implementation and Enforcement of Environmental Law, e la presentazione "Gli indicatori per il monitoraggio della siccità e della scarsità idrica nelle attività degli Osservatori permanenti per gli utilizzi idrici", tenutasi in occasione della "Giornata informativa sulla gestione della risorsa distrettuale" organizzata presso il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nell'ambito del Progetto CReIAMO PA, in collaborazione con l'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Centrale.

    Il tema del monitoraggio degli eventi di siccità e di scarsità idrica e della gestione delle crisi idriche nell'ambito degli Osservatori è stato anche oggetto di una specifica pubblicazione di UTILITALIA, a cui, tra gli altri, hanno contribuito proprio i membri nazionali del Comitato tecnico di coordinamento nazionale degli Osservatori, ossia il MATTM, l'ISPRA, il DPC, l'Istat e l'IRSA-CNR. La pubblicazione, dal titolo Note tecniche su crisi idriche, siccità e servizio idrico integrato, è stata ufficialmente presentata durante la sessione "Gestione delle emergenze nel servizio idrico" del Festival dell'Acqua tenutosi a Venezia il 10-11 ottobre 2019.

    Una panoramica sulle attività condotte dall'ISPRA nell'ambito degli Osservatori distrettuali e del Comitato Tecnico di Coordinamento è stata recentemente presentata nel corso della riunione della Commissione Grandi Rischi – Settore Rischio ambientale e degli incendi boschivi, tenutasi l'8 maggio 2020, insieme alle presentazioni delle attività condotte dal DPC e dall'IRSA-CNR.

    Nell'ambito delle attività del Commitato Tecnico di Coordinamento nazionale degli Osservatori, a partire da luglio 2022 è disponibile online sul portale dell'ISPRA una pagina web di sintesi dedicata allo stato di severità idrica (ALTA, MEDIA, BASSA, NORMALE) a scala nazionale, redatta sulla base delle informazioni trasmesse dalle Autorità di Bacino Distrettuale ed emerse nelle sedute degli Osservatori. La pagina web è raggiungibile a questo link. I contenuti della pagina web sullo stato di severità idrica in ciasciun Distretto idrografico saranno mantenuti aggiornati a valle di ciascuna riunione dei singoli Osservatori, ovvero alla pubblicazione di un nuovo Bollettino. Il quadro delineato dai Bollettini è completato da una sintesi condivisa del Gruppo tecnico per le previsioni mensili e stagionali, coordinato dal DPC.

La ricerca sul tema "Siccità"

  • PAWA - Pilot Arno Water Accounts
  • Nell’ambito del bando di finanziamento voluto dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea (DG ENV) per promuovere azioni di prevenzione da condurre sui bacini europei contro la desertificazione mediante una gestione sostenibile delle risorse idriche, è partito all’inizio di gennaio 2014 il progetto europeo PAWA Pilot Arno Water Accounts (Grant Agreement No. 07.0329/2013/671279/SUB/ENV.C.1).

    Il progetto PAWA terminato a marzo 2015 ha avuto l’obiettivo di testare sul bacino del fiume Arno (bacino pilota) l’utilizzo del sistema di contabilità idrica SEEA-Water – System of Environmental-Economic Accounting for Water, che sarà adottato da DG ENV per il calcolo dei bilanci idrici a scala di bacino e continentale. PAWA si è, inoltre, prefissato di utilizzare il bilancio idrico per valutare possibili impatti derivanti dalla combinazione di differenti misure di gestione della risorsa idrica. Ciò allo scopo di individuare obiettivi di efficienza da poter poi adottare nel piano di gestione del bacino del fiume Arno. 

    Il partenariato del progetto PAWA è stato composto da ISPRA (coordinatore), dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno (AdB Arno) e dall’organismo internazionale SEMIDE/EMWIS nato su iniziativa del partenariato Euro-Mediterraneo (EUROMED). Il bacino del fiume Arno, insieme a quello del fiume Po, è stato già bacino pilota nell’esercizio sul Water Explotation Index plus (WEI+) promosso dal Water Scarcity and Drought Expert Group nell’ambito delle attività 2010–2012 della della WFD CIS (v. sotto).

    Nell'ambito dello stesso bando di finanziamento sono stati inoltre selezionati altri sei progetti pilota che hanno come target i bacini transnazionali dei fiumi Duero, Guadania e Tago (bacini iberici), i bacini spagnoli dei fiumi Guadalquivir e Segura il bacino dei fiumi mediterranei dell'Andalusia. 

    I risultati dei progetti pilota finanziati da DG ENV nel presente bando e in quello precedente hanno inoltre contribuito alla redazione della "Guidance document on the application of water balances for supporting the implementation of the WFD" che è stata predisposta nell'ambito delle attività dell'EU Working GroupWater Accounts”, gruppo quest'ultimo istituito dal programma di lavoro 20132015 della WFD CIS. Ulteriori informazioni sui progetti e sull'attività della Commissione Europea in materia di bilancio idrologico e idrico e di gestione della risorsa idrica sono reperibili nella pagina web dedicata “Water balances and water resources management targets”.

  • Gruppo di esperti comunitari su siccità e scarsità idrica
  • Insieme con colleghi spagnoli e francesi, ISPRA ha coordinato il gruppo comunitario di esperti istituito nell’ambito del programma di lavoro 20102012 della WFD CIS con il mandato di proporre un set di indicatori comuni sia per la siccità che per la scarsità idrica (Water Scarcity and Drought Expert Group). Per una prima fase di test da parte di bacini pilota (Po e Arno per l'Italia) sono stati individuati sette indicatori in grado di fornire una panoramica degli sviluppi relativi ai fenomeni di scarsità idrica e siccità, evidenziandone le cause naturali e quelle indotte dall’intervento di origine antropica. L’esercizio di testing è stato finalizzato a verificare l’efficacia di due indicatori già adottati a livello comunitario (SPI e FAPAR, entrambi utilizzati dall’EDO – Osservatorio Europeo sulla siccità) e di altri cinque indicatori: WEI+ per la scarsità idrica, indicatori relativi al manto nevoso, alle acque sotterranee e all’umidità del suolo, nonché l’indice standardizzato di scorrimento superficiale (SRI) per la siccità.

    L’opportunità di stabilire in maniera coordinata la validità dei principali indici e indicatori in uso per il monitoraggio della siccità e della scarsità idrica ha soddisfatto le indicazioni contenute nella Comunicazione della Commissione Europea del luglio 2007 e ha rappresentato una valida e importante premessa alla strategia “Blueprint to Saveguarde Europe’s Water Resources” adottata a novembre 2012.

  • Linee guida per l'individuazione di aree soggette a fenomeni di siccità
  • L'ISPRA (ex APAT) ha sviluppato, con il contributo del Prof. G. Rossi dell'Università degli Studi di Catania, delle Linee guida per l’individuazione delle aree soggette a fenomeni di siccità. Queste linee guida intendono fornire un supporto tecnico-scientifico agli enti responsabili per l’individuazione delle aree soggette ai fenomeni di siccità, in particolare alle Regioni e alle Autorità di Bacino. Il documento si avvale delle esperienze maturate e dei risultati conseguiti nell'ambito di numerosi progetti di cooperazione territoriale ed è stato elaborato nel quadro delle attività del Comitato Nazionale Lotta alla Siccità e alla Desertificazione.

     

     

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