prue201404 - page 7

S
iamo in
deficit
ecologico:
le
risorse rinnovabili
sono finite
Il 19 agosto è stato l’
overshoot day
: abbi mo
prelevato più di quanto avevamo a disposi-
zione fino a dicembre nel conto corrente del
pianeta. Ora sopravviveremo rubando aria,
acqua, terra fertile alle generazioni future.
M
eno di otto mesi nell’arco di un anno. E’ que-
sto il margine di autonomia del nostro
sistema produttivo: il 19 agosto è
entrato in rosso. E’ l’
overshoot
day
: ovvero abbiamo prele-
vato più di quanto avevamo
a disposizione fino a di-
cembre nel conto corrente
del pianeta. Dal 20 agosto
andiamo avanti indebitan-
doci, sottraendo beni e ser-
vizi al futuro perché gli eco-
sistemi non sono più in grado
di rigenerarli. Sono i calcoli del
, il centro
di ricerca che studia l’andamento dell’im-
pronta ecologica dell’umanità, la capacità del pia-
neta di ricostituire le risorse e di assorbire i ri-
fiuti, compresa la CO2. Nel 1961 l’umanità usava
solo tre quarti della capacità della Terra di gene-
rare cibo, fibre, legname, risorse ittiche e di assor-
bire gli inquinanti. All’inizio degli anni Settanta
l’impronta ecologica dell’umanità ha superato la
capacità di produzione rinnovabile del pianeta. E
da allora il
deficit
è andato crescendo.
Oggi, l'85% della popolazione mondiale vive in
paesi che richiedono alla natura più di quanto i
loro ecosistemi nazionali riescano a dare. E
l’Italia è fra questi: consumiamo più di 4
volte le risorse disponibili sul nostro
territorio.
Peggio di noi il Giappone, (7 volte
di più), e gli Emirati arabi (12 vol-
te di più).
Già oggi, secondo i calcoli del
, ci sarebbe
bisogno di 1.5 Terre per produrre
le risorse rinnovabili necessarie
per sostenere l’impronta ecologica
dell'umanità. E, in base a una proiezio-
ne prudente, si arriverà a 3 pianeti prima
della metà di questo secolo. "C’è bisogno non solo
di un cambiamento tecnologico, ma anche di una
svolta negli stili di vita", osserva Roberto Brambil-
la, di Rete civica italiana. "Le aziende non possono
più dirsi virtuose se si limitano a ridurre i propri
consumi: devono mettere chi compra i loro pro-
dotti in condizione di inquinare meno".
Fonte: Repubblica Ambiente
Nella maggior parte dei casi, però, gli Stati mem-
bri interessati non avevano messo a punto né in-
dicatori di risultato né sistemi di monitoraggio
per valutare gli sviluppi relativi agli
habitat
e alle
specie. L’assenza di questi strumenti non consen-
te di valutare l’efficacia dei progetti in questione.
La tutela della biodiversità costituisce una pri-
orità fondamentale per l’UE. In seguito al fallito
tentativo di realizzare l’obiettivo precedente, os-
sia arrestare la perdita di biodiversità in Euro-
pa entro il 2010, nel giugno 2011 il Consiglio ha
approvato la strategia dell’UE per la biodiversità
all’orizzonte2020. Nel periodo di programmazio-
ne 2007-2013, gli Stati membri hanno destinato
2,8 miliardi di euro, a valere sul FESR, alla promo-
zione diretta della biodiversità e alla tutela della
natura.
Fonte: eca europa
PRUE
O g g i ,
l’85% della po-
polazione mondiale
vive in paesi che richiedo-
no alla natura più di quanto
i loro ecosistemi nazionali ri-
escano a dare. E l’Italia è fra
questi: consumiamo più di
4 volte le risorse dispo-
nibili sul nostro ter-
ritorio.
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