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Enrico Clerici

Enrico Clerici (1862-1938)

 

Enrico Clerici

 

1862

Nasce a Roma. Frequenta in questa città l'istituto tecnico dove ha come maestro l'insigne geologo P. Mantovani.

 

1885

Sin da giovanissimo, è attratto dalle ricerche nel campo della geologia, e ancora studente universitario pubblica le sue prime osservazioni sulle formazioni quaternarie dei dintorni di Roma.

 

1888

Dopo aver pubblicato numerose note sul tema del quaternario della Campagna romana, si laurea in Ingegneria e, successivamente, consegue anche la laurea in Scienze Naturali (1892).

 

1893 - 1899

Comincia a insegnare elettrotecnica presso la scuola serale Galileo Ferraris per gli artieri del comune di Roma, attività che svolgerà per circa trent'anni. Dal 1896 al 1899 insegna inoltre mineralogia e geologia presso l'Istituto Agrario Sperimentale di Perugia.

 

1902

Conseguita la libera docenza in Geologia, tiene il corso di Geologia presso l'università di Roma. Tuttavia la sua carriera si svolge principalmente nei reparti scientifici del ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio, poi nel Servizio miniere del Ministero delle Corporazioni, prima con il grado di Ispettore Generale e, successivamente, all'atto del suo collocamento a riposo (1930), quello di Direttore Generale.

 

1907

Attraverso gli studi di carattere mineralogico raggiunge la massima notorietà in Italia e all'estero, grazie al perfezionamento dei metodi di analisi  microchimica e di separazione gravimetrica dei minerali a mezzo di liquidi di elevata densità. Sua l'invenzione della soluzione ideale per la separazione dei minerali, il Liquido pesante di Clerici, una miscela formiato/malonato di tallio in acqua, che cambia  significativamente la sua densità in base alla temperatura, risultata ideale per la separazione meccanica dei minerali  (Preparazione di liquidi per la separazione dei minerali, in RenddRAccaddLincei, classe di scienze fis., mat. e nat., s. 5, XVI [1907]

 

1929

Per successivi studi sull’analisi isopimometrica (in Nuovi Ann Minist Agric., I [1921], pp. 329 -347), gli è stato attribuito a Roma il diploma di onore dal Congresso internazionale di limnologia.

 

 

1938
Muore a Roma. A lui è intestata una strada della stessa città.

 

È stato socio benemerito e segretario della Società Geologica Italiana; membro del Comitato nazionale geodetico e geofisico, del Comitato geologico del C.N.R. e rappresentante italiano nella Conferenza internazionale di Berna per la protezione della proprietà intellettuale.

Personalità eclettica, si è dedicato sia alla mineralogia che alla paleontologia e stratigrafia, sviluppando studi di tipo sperimentale e applicativo di grande accuratezza. Ne deriva una copiosa produzione scientifica costituita da oltre centosettanta pubblicazioni: studi sul Quaternario romano e sulla geologia della Campagna romana in generale; numerosi lavori specifici, fra i quali le sue note riassuntive: Contribuzione alla conoscenza dei "Capisaldiper la geologia dei dintorni di Roma, in RenddRAccaddLincei.

Ha descritto numerose specie di Diatomee e di formazioni marine, salmastre e fluvio-lacustri intercalate o associate a tufi vulcanici. Ha illustrato molte cartine dei giacimenti diatomiferi, che confluirono più tardi nella Carta dei giacimenti diatomiferi dei dintorni di Roma, da lui pubblicata nel Bollettino della Società Geologica Italiana, LIV (1935), pp. 223. Unitamente alle Diatomee ha studiato le spicole di Potamospongiae, spugne di acqua dolce o salmastra, e i rivestimenti silicei delle Tecoamebine.

Non mancano studi sulle piroclastiti del vulcano laziale (Nuova giacitura di minerali presso Roma, pubblicata in Rend. d. R. Accad. d. Lincei, classe di scienze fis., mat. e nat., s. 5, XXIX (1920), pp. 318-321.