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Giovanni Di Stefano

Giovanni Di Stefano (1856-1918)

 

Giovanni Di Stefano

 

1856

Nasce a Santa Ninfa, piccolo Comune della provincia di Trapani.

 

1882

Si laurea in Scienze Naturali all’Università di Palermo. Di Stefano è prima allievo e poi assistente di Gaetano Giorgio Gemmellaro, presso la cattedra di Geologia e Mineralogia, dove rimane fino al 1890. Dopo aver conseguito la laurea, trascorre inoltre un anno a Vienna, perfezionandosi in Paleontologia sotto la guida dei professori Melchior Neumayr e Eduard Suess.

 

1890

Inizia a svolgere la sua attività presso il Regio Ufficio Geologico che durerà fino al 1913. Si dedica in particolar modo alle rilevazioni stratigrafiche funzionali, alla stesura della Carta Geologica del Regno d’Italia e alla catalogazione delle collezioni dei fossili.

 

1896

Inizia a dirigere il neo-istituito Gabinetto paleontologico nel Museo Agrario Geologico a Roma. Diviene socio dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia delle Scienze di Torino e dell’Accademia di Gioenia di Catania.

 

1898

Insieme a Camillo Crema organizza presso il Museo Agrario Geologico un ciclo di conferenze relative a studi e ricerche di stratigrafia e paleontologia.

 

1908

Diviene Presidente della Società di Geologia Italiana, oltre a essere già Presidente della Società di Scienze Naturali ed Economiche di Palermo.

 

1913

Vince il concorso presso l’ateneo di Catania e ottiene la cattedra di geologia, lasciando quindi l’incarico di Direttore del Gabinetto paleontologico; nel 1914, a seguito alla scomparsa del prof. Gemellaro, ottiene anche la cattedra di Geologia presso l’Università di Palermo.

1918

Muore a Palermo. A lui è intestata una strada della stessa città.

 

Autore di oltre sessanta pubblicazioni scientifiche, compresi tre fogli della Carta Geologica d’Italia, alla scala 1:100.000 e una Memoria per servire alla descrizione della Carta Geologica. I suoi studi sul Triassico siciliano hanno offerto una visione d’insieme lineare, in grado di dare un’attenta lettura della questione dei presunti carreggiamenti, tanto da confutare e quindi rettificare gli esiti degli studi compiuti da Maurice Lugeon e Emile Argard.

Con i lavori sul Giurassico e Cretaceo siciliano ha esteso notevolmente la conoscenza della paleontologia e geologia del Giurassico superiore e della stratigrafia dei terreni cretacei siciliani, con particolare riferimento alle rudiste; con numerose tavole raffiguranti sezioni cardinali di Hippuritidi, ha evidenziato la disposizione degli elementi e le complicate strutture interne sui calcari a Caprotina di Termini Imerese. Ha chiarito il valore cronologico delle lucine, dando la possibilità di successivi sviluppi nelle osservazioni scientifiche sul Lepidocyclina.

Costituisce infine un contributo di grande rilievo la sua monografia sul Cretaceo e sull'Eocene d'Egitto e del deserto arabico, dove poté raccogliere una ricchissima collezione di fossili e di rocce che contribuirono in maniera sostanziale alla conoscenza geologica e paleontologica di quei luoghi.

 

Pubblicazioni: tra le più importanti, si ricordano, oltre a quelle sulla geologia di Taormina, Studi stratigrafici e paleontologici sul Sistema cretaceo della Sicilia, 1888-98; Sul Lias medio del monte S. Guliano, Catania 1891; Lo scisto marnoso con "Myophoria vestita” della Punta delle Pietre Nere, Roma 1895; Il Malm in Calabria, 1900; Il terremoto del 16 novembre 1894 in Calabria e Sicilia, 1909; La dolomia principale dei dintorni di Palermo e Castellammare del Golfo, 1912; Le Richthofenia dei calcari con Fusuina di Palazzo Adriano, 1914; Osservazioni sul Cretaceo e sull'Eocene del deserto arabico, 1918

 

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