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Restrizione dei silossani D4 e D5, sostanze chimiche utilizzate nei prodotti per la cura della persona

Nel corso del 36-imo meeting, dal 29 febbraio al 10 marzo 2016, il Comitato per la valutazione del rischio (RAC) dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha adottato una proposta di restrizione all’immissione sul mercato di due sostanze chimiche: i silossani D4 e D5. Il D4 è una sostanza persistente, bioaccumulabile e tossica (PBT), il D5 è molto persistente e molto bioaccumulabile (vPvB).  Le sostanze sono prodotte in elevate quantità (> 1000 tonnellate/anno) in Europa e sono utilizzate anche in prodotti per la cura personale, nei cosmetici e in prodotti per la pulizia come ad esempio bagnoschiuma, shampoo e schiume da barba.

Le sostanze PBT/vPvB rappresentano un rischio particolare per l’uomo e l’ambiente e sono considerate “estremamente preoccupanti”. Per queste sostanze, infatti, non può essere stabilita una concentrazione sicura nell’ambiente, sono considerate sostanze “senza soglia”. Esse possono accumularsi anche a grande distanza dalla fonte di rilascio, in aree remote e incontaminate come gli oceani. Si possono avere effetti nel lungo termine di tale accumulo (soprattutto a causa del trasferimento lungo la catena alimentare) difficili da prevedere. Un’interruzione dell’immissione nell’ambiente, d’altra parte, non necessariamente si traduce in una riduzione delle concentrazioni. La valutazione quantitativa del rischio non fornisce sufficienti garanzie, in quanto sia la previsione degli effetti sia quella dell’esposizione sono soggette a incertezze. Una sostanza che tende a bioaccumulare, infatti, può produrre effetti in tempi molto lunghi, generalmente non coperti dalle sperimentazioni di laboratorio. Anche i modelli di stima dell’esposizione sono inadeguati per previsioni su scala così grande.

Il RAC predispone le opinioni dell’Agenzia riguardo alle valutazioni, alle richieste di autorizzazione, alle proposte di restrizione e di classificazione armonizzata. Del comitato fa parte anche un esperto dell’Ispra. Per diventare legge, il parere scientifico del RAC dovrà ora essere approvato dalla Commissione Europea.

Per ulteriori approfondimenti si può consultare il sito web dell’ECHA